Recensione Alvin Superstar 2

Lo spumeggiante ritorno dei Chipmunk, tra musica e buoni sentimenti

Recensione Alvin Superstar 2
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Negli ultimi anni, le commedie musicali per ragazzi hanno goduto di molta fortuna, sia in tv che al cinema. Basti pensare ai vari High School Musical e Camp Rock della Disney, o a serial come Il mondo di Patty. Quando nel 2007 20th Century Fox fece uscire il primo lungometraggio cinematografico di Alvin Superstar, non poteva probabilmente scegliere un momento migliore per rilanciare lo storico franchise degli scoiattoli canterini: fu un successo commerciale enorme, andando a quintuplicare, già solo con gli introiti del botteghino, i costi produttivi (senza contare, dunque, i milioni di cd e dvd venduti). La cosa curiosa è che in pochi conoscono la genesi dei fratellini Alvin, Simon e Theodore. Molti ricordano il cartoon anni '80, che tanto seguito riscosse anche da noi più di vent'anni fa; pochi però sanno che i Chipmunks sono nati ben cinquantadue anni or sono, dall'estro musical-commerciale di Ross Bagdasarian senior, musicista in cerca di un'idea per emergere sul mercato discografico della fine degli anni '50. L'illuminazione arrivò registrando una sua canzone al rallentatore, per poi riprodurla a velocità normale, finendo per creare così così un vero fenomeno di vendite per l'epoca con due canzoni (Witch Doctor e Christmas don't be late) firmate inizialmente con lo pseudonimo di David Seville and The Chipmunks. L'idea venne perfezionata quando, per partecipare all'Ed Sullivan Show, Bagdasarian diede una fisionomia ben precisa ai suoi scoiattolini, prima in forma di burattini, e successivamente in una serie televisiva a cartoni animati che prese il via nel 1962. Di lì in poi, un successo che non si è fermato neanche davanti alla prematura scomparsa del suo creatore, nel 1972. Pochi anni più tardi, infatti, Ross Bagdasarian Jr. svecchiò l'immagine dei Chipmunk e diede vita a nuovi dischi, oltre ad una serie animata che è per certi versi un emblema del pop musicale anni '80.Un successo epocale ricavato da un'intuizione un po' bislacca forse, ma anche geniale. Una storia che sembra un classico American Dream in chiave musicale, insomma. E che a cinquant'anni dal suo inizio continua a far cantare i bambini di tutto il mondo.

Raddoppiare gli scoiattoli per raddoppiare il divertimento

Alvin, Simon e Theodore, i tre scoiattoli striati capaci non solo di parlare, ma dotati anche di uno straordinario talento canoro, dopo aver conquistato (dentro e fuori lo schermo) le platee di tutto il mondo nella loro prima avventura, si godono ora il meritato successo dell'ennesimo tour internazionale. Durante la tappa parigina, però, il loro manager e padre putativo David Seville (Jason Lee) ha un incidente sul palco ed è costretto in ospedale. I Chipmunk tornano così negli States da soli, dove finiranno affidati, per lo sconcerto di entrambe le parti, ad un nipote di David, il fannullone ed irresponsabile Toby (Zachary Levy). Nel frattempo però inizia l'anno scolastico, e i nostri tre scoiattolini si ritrovano costretti a frequentare le lezioni alla West Eastman High School, dove, naturalmente, si cacceranno in più pasticci di quanti anche il povero David possa immaginare dal suo letto di ospedale. Nel frattempo, l'infido scopritore di talenti Ian Hawke (David Cross) caduto in disgrazia dopo gli eventi del primo film, aspetta l'occasione giusta per vendicarsi. Quando tre graziose scoiattoline bussano alla sua porta, chiedendogli di renderle famose quanto i Chipmunk, Hawke fa in modo che i due gruppi si battano in una competizione, che affermerà definitivamente il talento di un solo gruppo canoro: come supereranno questa dura prova i Chipmunk?

Azione, musica e buoni sentimenti

Alvin and the Chipmunks: the squeakquel (banalizzato in un semplice Alvin Superstar 2 per il mercato italiano) arriva infine da noi dopo aver impazzato nelle sale americane durante l'affollatissimo periodo natalizio, mai come quest'anno ricco di blockbuster (da Sherlock Holmes al "titanico" Avatar). E lo fa con rinnovata grinta, riproponendo gran parte degli interpreti della precedente pellicola (le voci americane dei chipmunk sono sempre di Justin Long, Matthew Gray Gubler e di Jesse McCartney) ma, com'è giusto che sia, introducendo nuovi personaggi e voci: adorabilmente svagata l'interpretazione della star di Chuck, Zachary Levy, mentre ottime le performance di Christina Applegate, Anna Faris e Amy Poehler nel ruolo delle Chipette, controparti al femminile dei chipmunk a cui spesso rubano letteralmente la scena. Dal punto di vista dello spettacolo, infatti, la serie ha compiuto un passo in avanti rispetto al primo capitolo, con esibizioni ancora più irresistibili da parte di tutti e sei i roditori in computer grafica, che si producono in divertentissime e coinvolgenti coreografie per la gioia di tutto il pubblico. Rispetto al precedente film, il repertorio musicale è più moderno: nessuna canzone originale o “storica” del trio, e solo pochi accenni a classici USA, quali ad esempio We are family o Stayin' Alive. Per il resto, via libera a cover dei Black Eyed Peas, Kate Perry o Pink, per citare solo alcuni dei fautori degli ultimi tormentoni musicali che Bagdasarian Jr. ha deciso di includere nella pellicola e fare suoi.
Alla regista Betty Thomas va invece il merito di aver confezionato bene il prodotto, così come agli ingegneri della cg quello di aver reso benissimo gli scoiattolini, facendoli ottimamente interagire col mondo “reale”.
Da un punto di vista della sceneggiatura, invece, ritroviamo alti e bassi in misura maggiore del primo Alvin Superstar. Lo script è nuovamente opera di Jon Vitti (già tra gli sceneggiatori storici de I Simpsons), coadiuvato questa volta da Jonathan Aibel e Glenn Berger, ma risulta molto meno fresco e accattivante dell'esordio. I personaggi “umani” sono appena tratteggiati, e solo la grande bravura e dedizione dei lori interpreti (anche in caso di ruoli marginali, come la Preside Rubin interpretata da Wendie Malick o il David di Lee, impossibilitato a sobbarcarsi una presenza maggiore nella pellicola per pregresse esigenze lavorative) riesce a renderli tridimensionali. Di tutt'altro spessore invece gli scoiattolini, ottimamente caratterizzati e in grado di stimolare una grande empatia col pubblico. E' un peccato però che la storia risulti piuttosto banale e prevedibile -non essendo che un mero collage di temi replicati da alcune puntate della serie televisiva- oltretutto quasi soffocata da un costante intervento sensibilizzatore ed educativo a tratti un po' stucchevole, ma che in fondo è pienamente nello stile della serie. E chi si aspettava risvolti romantici dall'introduzione delle Chipette, dovrà attendere il prossimo episodio: la tematica amorosa poteva essere un ottimo gancio da sfruttare, ma si è preferito piuttosto parlare ancora una volta di responsabilità e affetto familiare.

Alvin Superstar 2 Alvin Superstar 2 è un'evoluzione del primo capitolo: chi lo ha apprezzato adorerà letteralmente questo secondo episodio, ancora più ricco di spassose gag, rapporti umani da condividere e, soprattutto, memorabili momenti musicali. Un film per tutta la famiglia che, nonostante la trama piuttosto sempliciotta e pedagogica, piacerà anche agli accompagnatori un po' più cresciutelli, che si divertiranno anche a riconoscere le numerose citazioni di film famosi, da Taxi Driver a Titanic.

6.5

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