Almost Dead: la recensione dello zombie-movie di Giorgio Bruno Recensione

Una donna si sveglia priva di memoria e bloccata in una macchina nel bosco durante un'epidemia globale in Almost Dead, zombie-movie di Giorgio Bruno.

Almost Dead: la recensione dello zombie-movie di Giorgio Bruno Recensione
Articolo a cura di

Ha vinto il premio come miglior thriller all'edizione 2017 del MiSciFi (sigla del Miami International Science Fiction Film Festival), manifestazione sponsorizzata nientemeno che dalla NASA, anche se come genesi narrativa Almost Dead, terza prova dietro la macchina da presa del regista / sceneggiatore catanese Giorgio Bruno, è facilmente accostabile all'horror. Ci troviamo infatti nel bel mezzo di un'epidemia che ha trasformato in morti viventi la maggior parte della popolazione quando la protagonista si risveglia, imbavagliata e legata, nell'abitacolo di una macchina in panne nei pressi di una zona boschiva. Riuscita a liberarsi la donna, che soffre di un'amnesia dovuta ad una ferita alla testa, scopre ben presto che il bosco è infestato da orde di zombie che non esitano a circondare la vettura nella quale ella è rifugiata; determinata a riacquisire la memoria e a scoprire come uscire da quell'orribile situazione, comprende come il telefono cellulare quasi scarico possa essere la sua unica via di salvezza.

Alone in the dark

Similare nell'incipit narrativo allo spesso sottovalutato Buried - Sepolto (2010), in quanto per buona parte del minutaggio la protagonista si ritrova isolata e bloccata all'interno dell'abitacolo con solo l'ausilio di un telefono cellulare, Almost Dead è un'opera interessante che sopperisce al basso budget con una sceneggiatura minimale ma attenta ai dettagli, capace in più di un'occasione di provocare inaspettate scosse emotive nel proseguo degli eventi, atti a trascinarci ad un epilogo più amaro e beffardo del previsto. Il regista italiano si dimostra abile a gestire la limitata ambientazione con una buona varietà di inquadrature, alcune davvero efficaci nel ricreare quel senso di straziante impotenza vissuto dalla donna (il cui nome Hope, cioè speranza, si rivela quantomai adatto alla vicenda), priva della memoria e alla ricerca di risposte su come sopravvivere il più a lungo possibile in attesa della a lei garantita missione di recupero. La presenza parziale di un paio di figure secondarie che incrociano la sua strada non distoglie il racconto da un comunque costante one-woman-show, egregiamente sorretto dalla convincente performance di Aylin Prandi, cantante parigina non nuova al mondo del cinema, in grado di donare le giuste sfumature drammatiche al personaggio. Una colonna sonora tensiva che sottolinea nel migliore dei modi le diverse scene madri e il discreto make-up dei non-morti, appartenenti al filone old school / romeriano in quanto a movenze, impreziosiscono ulteriormente gli ottanta minuti di visione che, pur non privi di qualche sbavatura a livello di script, si rivelano una gradita sorpresa per gli amanti del genere.

Almost Dead Risvegliarsi legati e imbavagliati in una macchina incidentata nel bel mezzo di un bosco senza avere memoria della propria identità, per di più nel bel mezzo di un'epidemia che ha trasformato la maggior parte degli individui in zombie affamati di carne umana. Una situazione estrema da gestire per la protagonista di Almost Dead, horror/thriller tutto italiano diretto dal catanese Giorgio Bruno. Un film che nonostante limiti di budget e un'ambientazione limitata possiede una forza istintiva e primigenia, riuscendo a toccare anche le corde emotive nei suoi ottanta minuti di visione, cronaca della disperata lotta per la sopravvivenza da parte della bella Hope, donna in cerca di risposte la cui più solida speranza di salvezza risiede nel telefono cellulare, mezzo con cui cercare di ritrovare sia la memoria perduta che una possibile via di fuga.

6.5

Quanto attendi: Almost Dead

Hype
Hype totali: 0
ND.
nd