Recensione Almanya - La mia famiglia va in Germania

Un'intelligente e toccante commedia sui temi dell'immigrazione e dell'integrazione

Recensione Almanya - La mia famiglia va in Germania
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Esordio cinematografico di famiglia per le sorelle Yasmin e Nesrin Samdereli (rispettivamente regista e co-sceneggiatrice di Almanya) che con questa divertente ma ‘impegnata' commedia sui temi dell'immigrazione e dell'integrazione fra popoli, ripercorrono i fili della loro storia autobiografica di turche tedesche. Nate infatti entrambe a Dortmund negli anni '70, le sorelle Samdereli appartengono a quel vasto gruppo di figli/nipoti di immigrati turchi che negli anni del secondo dopoguerra popolarono la Germania (Almanya in turco). Un racconto che prende le mosse dalla storia del milionesimo-e-uno lavoratore turco immigrato per narrare il mescolarsi di mondi e culture diverse attraverso lo sguardo sincero e partecipato di esistenze che di quelle culture rappresentano il risultato, la summa. Una storia dal sapore esistenzialista che si sottrae alle consuete rappresentazioni del genere, trovando il suo nerbo narrativo nella volontà di mettere in evidenza come lo spirito di integrazione e la voglia di comunità (pur attraversate dallo sguardo diffidente che scorge nella percezione dell'altro delle ‘pericolose' differenze) appartenga a ogni popolo, che a fronte di un processo di evasione rimane comunque ancorato alla irresistibile attrattiva esercitata dal passato e dal richiamo delle proprie origini.

Ritorno in Turchia

Negli anni '60, all'interno dell'enorme flusso migratorio che ha visto molti lavoratori turchi trasferirsi nella Germania del dopoguerra, bisognosa di risorse umane, giungerà in terra tedesca anche Huseyin (patriarca di quella che sarà la famiglia Yilmaz), che si fregerà anche della singolare qualifica di milionesimo-e-uno immigrato. Anni dopo, giunta alla terza generazione tedesca, la famiglia Yilmaz rappresenta un multicromatico connubio di radicate tradizioni turche che si sono mescolate, col passare del tempo in maniera sempre più pregnante, alle usanze tedesche. E il ricordo di quel passato in cui l'Almanya (distante nel nome e nella percezione) appariva come un posto alieno popolato di giganti senza baffi che portano a passeggio i cani e s'innaffiano di Coca Cola, ha lasciato il passo a una Germania che è stata fatta propria, i cui usi e costumi, lingua e cibo, appaiono (a qualche membro della famiglia Yilmaz) oggi forse addirittura più vicini di quelli turchi. Ed è in questo multiculturale contesto famigliare che arriverà la proposta di Huseyin, che dopo una vita di sacrifici è riuscito finalmente a metter da parte i soldi per comprare una casa in Turchia, e che ora vorrebbe, insieme ai figli e ai nipoti, andare a ristrutturare. Una proposta che incontrerà inizialmente le opposizioni della famiglia intera, istintivamente restia a quel viaggio nel ‘passato', ma che poi per una serie di circostanziali ragioni verrà accolta dalla famiglia Yilmaz al completo. Inizierà dunque un viaggio on the road, a bordo del classico furgoncino che diffonde a tutto volume musicalità della tradizione turco-araba, che intrecciando i ricordi del passato ‘di migrazione' alle istantanee di un presente ‘di ritorno alle origini' permetterà a tutti quel processo di interiorizzazione e catarsi utile ristabilire il giusto equilibrio tra passato e presente, origini ed evoluzione (uno stacco rappresentato ad esempio tramite il tenero rapporto tra il nonno e la nipote).

Tra ironia e nostalgia

Applauditissimo all'ultimo Festival di Berlino, l'esordio delle sorelle Samdereli è un film fresco, culturalmente vibrante, che si pone (come tanti film del genere sull'immigrazione - vedi pellicole come East is East o i lavori del turco-tedesco Fatih Akin) l'obiettivo di raccontare come ogni essere sia inesorabilmente la somma di tutto ciò che prima di lui c'è stato, ora c'è e domani ci sarà. Il far convogliare tutte le tradizioni di un passato oramai lontano ma ancora sensibile in un presente che muta di istante in istante in futuro, è la chiave di Almanya, che si destreggia abilmente tra l'ironia che tipicamente sorge quando mondi distanti vengono messi a confronto (i tedeschi mangiano solo patate) e la nostalgia che inesorabilmente crea il divario esistente con le proprie origini, quel sentirsi appesi a un'appartenenza che vive tra due forze contrapposte che non possono fare a meno di creare una costante tensione interiore. Le sorelle Samdereli riescono così a dipingere un mondo popolato di personaggi a un tempo colorati e profondi, legati da sentimenti che trasferiscono nello spettatore tutta la complessità di esistenze in bilico tra due mondi, rese ancora più complesse dalla latente domanda sull'identità: siamo Turchi o Tedeschi?

Almanya - La mia famiglia va in Germania Le sorelle Yasmin (resista) e Nesrin (co-sceneggiatrice) Samdereli ripercorrono su pellicola la loro storia di tedesche di origine turca (figlie del processo di immigrazione degli anni ’60 dalla Turchia verso la Germania) attraverso il viaggio on the road della famiglia Yilmaz. Il tono da commedia che si fonde nell’atmosfera drammatica di personaggi costantemente in trazione tra due mondi, quello d’origine turca e quello d’approdo tedesco, risulta congeniale ai fini di questa storia (che nel suo essere particolare accomuna lo status degli immigrati del mondo intero), scritta e diretta con garbo, freschezza ed equilibrio.

7.5

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