Recensione All'ovest niente di nuovo

Il capolavoro del cinema antibellico in alta definizione

Recensione All'ovest niente di nuovo
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E' il film che il compianto maestro del gotico nostrano Mario Bava - autore de La maschera del demonio e La frusta e il corpo - menzionava sempre come quello che maggiormente lo aveva colpito.
Adattamento cinematografico del romanzo antibellico di Erich Maria Remarque, All'Ovest niente di nuovo, diretto da Lewis"Uomini e topi"Milestone nel 1930, ha avuto un destino cinematografico piuttosto strano, in quanto, sebbene fu bandito per anni da Germania, Austria e Italia, non solo ha finito per essere acclamato dalla critica, che lo ha considerato - e continua a considerarlo - uno dei più bei lungometraggi di guerra di tutti i tempi, ma si è anche aggiudicato il Premio Oscar nelle categorie per il miglior film e la migliore regia.
Tra l'altro, si tratta della prima produzione targata Universal che riuscì a conquistare l'ambita statuetta; forse, quindi, è anche per questo che la major lo ha incluso tra i titoli restaurati in alta definizione che hanno aperto la celebrazione del suo centenario, insieme ad altri capolavori della Settima arte quali Il buio oltre la siepe di Robert Mulligan e l'hitchcockiano Gli uccelli.
Una limited edition in blu-ray comprendente anche un libretto originale di trentasei pagine - con immagini delle locandine e scene eliminate - la cui traduzione in italiano è disponibile sul sito www.homevideo.universalpictures.it.

Il blu-ray

E fu addirittura il George Cukor in seguito divenuto regista (My fair lady tra i suoi lavori più noti) a figurare in qualità di responsabile del casting di quello che, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, racconta di un gruppo di giovani reclute tedesche in cui il forte idealismo che li aveva portati ad arruolarsi cede presto il passo alla disillusione.
Oltre 130 minuti di visione il cui avvio, incentrato sull'addestramento dei protagonisti, sembra quasi sfiorare i toni della commedia, mentre lascia avvertire una regia non poco debitrice nei confronti della appena superata epoca del muto, sia per quanto riguarda il notevole spazio concesso ai primi piani, sia per l'importanza data alle immagini rispetto al sonoro.
Solo in seguito alla prima emozionante sequenza di scontro, valorizzata dall'eccellente montaggio (piuttosto moderno e avanti coi tempi) di Edgar Adams, si comincia ad avvertire il lato drammatico della vicenda; tempestata di sequenze celebri come quella in cui Paolo alias Lew Ayres si trova intrappolato in una trincea accanto al cadavere che ha appena ucciso, oppure l'altra che vede lo stesso tenere il discorso antimilitarista agli studenti del suo paese.
Per non parlare dell'incontro tra le reclute e i veterani, della scena finale con soldato che tende la mano a una farfalla e dell'affascinante, simbolica immagine dei militari sovrapposta a quella delle loro tombe.
Con una sezione extra che, oltre al trailer del film e all'introduzione dello storico del cinema Robert Osborne, offre i contenuti esclusivi blu-ray 100 anni di Universal: Restaurare i classici, ovvero nove minuti atti a mostrare il notevole lavoro di restauro in alta definizione svolto sui titoli della collana, e il mini-speciale 100 anni di Universal: I vincitori del Premio Oscar.

All'ovest niente di nuovo Universal inaugura la celebrazione del suo centenario con quello che, firmato nel lontano 1930 da Lewis Milestone, viene spesso definito come il miglior film contro la guerra mai realizzato, il quale ha dato origine anche al sequel The road back, diretto sette anni dopo da James”Frankenstein”Whale, e al remake televisivo Niente di nuovo sul fronte occidentale, realizzato nel 1979 da Delbert Mann. E lo fa con una bella limited edition in alta definizione che, al di là di una piccola sezione extra, include un libretto di trentasei pagine corredato di immagini delle locandine e delle scene eliminate. Da collezione.

7.5

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