Alien: Covenant Recensione, il terrore arriva dallo spazio

Ridley Scott torna ad occuparsi di Xenomorfi e orrori spaziali in Alien: Covenant, sequel di Prometheus e secondo prequel del mitico Alien.

Alien: Covenant Recensione, il terrore arriva dallo spazio
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Nello spazio nessuno può sentirti urlare. Fu in quel lontano 1979 che, tre anni prima di dedicarsi all'acclamato Blade runner, il cineasta inglese Ridley Scott diresse Alien, rivoluzionario mix di fantascienza e horror sicuramente debitore nei confronti di precedenti pellicole quali Il mostro dell'astronave di Edward L. Cahn e Terrore nello spazio di Mario Bava. Un mix che, oltretutto, stravolse le regole del cinema d'azione introducendo il personaggio dell'eroe femminile Ripley, incarnata da Sigourney Weaver, incentrandosi sull'equipaggio della nave spaziale Nostromo, alle prese con un misterioso, pericoloso essere dalle sembianze crostacee scovato su un pianeta sconosciuto. Un vero e proprio classico della Settima arte che, rilanciato in sala anche nel 2003 tramite un'edizione speciale rimasterizzata con tecnologia digitale e fornita di sequenze inedite, trasferì nello spazio le stesse atmosfere che si respiravano fino all'epoca, per lo più, nelle pellicole ambientate all'interno di dimore maledette, tempestato come esse di lunghi e claustrofobici corridoi. Un classico su cui il citato autore de Il gladiatore era già tornato nel 2012 attraverso il lodevole prequel Prometheus, cui fornisce ora una continuazione in Alien: Covenant.

Non solo Scott

Cerchiamo, però, di andare in ordine, in quanto, al di là del sequel apocrifo Alien 2 sulla Terra, diretto nel 1980 dal nostro Ciro Ippolito, prima che prendessero forma i due antefatti scottiani la saga aveva già provveduto ad evolversi - tra il 1986 e il 1997 - con il movimentatissimo Aliens - Scontro finale di James Cameron, il carcerario Alien³ di David Fincher e il bizzarro Alien - La clonazione di Jean-Pierre Jeunet. Senza contare il mediocre crossover Alien vs Predator di Paul W.S. Anderson e il superiore Aliens vs Predator 2 di Colin e Greg Strause, rispettivamente datati 2004 e 2007. Tutti titoli che, appunto, hanno preceduto Prometheus, riguardante una squadra di esploratori alle prese con la scoperta di alcuni indizi relativi alle origini dell'umanità e destinati a compiere un viaggio a bordo della nave spaziale del titolo, fino alle profondità più oscure dell'universo. Esploratori in mezzo ai quali compare anche l'intelligente androide David, sorta di governante dell'astronave con le fattezze di Michael Fassbender e che, in compagnia del capitano Janek alias Guy Pearce, ritroviamo in scena già nel corso dei primissimi minuti di Alien: Covenant, girato in settantaquattro giorni tra gli studi della Fox in Australia e in esterna a Milford Sound, in Nuova Zelanda.

Prometheus parte 2

Un nuovo capitolo che, ambientato dieci anni più tardi del precedente, pone Fassbender anche nei panni di un altro organismo sintetico: Walter, il quale cammina da solo a bordo dell'astronave Covenant, il cui equipaggio e le altre duemila anime sul vascello d'esplorazione sono profondamente addormentati nell'iper-sonno. Astronave in viaggio verso il lontano pianeta Origae-6, sul fianco estremo della galassia, dove i coloni sperano di stabilire un nuovo avamposto per l'umanità; se non fosse per il fatto che la tranquillità imperante viene interrotta da una vicina esplosione stellare che distrugge le vele di raccolta di energia, provocando decine di vittime e facendo fallire la missione. Evento che porta i superstiti a scoprire quello che sembrerebbe essere un paradiso inesplorato, indisturbato e caratterizzato da coltivazioni di grano e montagne coperte di nuvole, ma che, seppur valido per ospitare gli esseri umani, non tarda a rivelarsi dispensatore di tutt'altro che piacevoli sorprese, provvedendo anche a fornire una nuova inedita ambientazione al franchise, sulla quale il regista osserva: "Non puoi continuare a fare inseguire gente da un mostro in un corridoio, è noioso. Mi è venuto in mente che nessuno si era posto la domanda: chi ha fatto questo e perché? Potresti dire che sono mostri dello spazio, o divinità spaziali o ancora degli ingegneri dello spazio esterno che li hanno inventati... non è così. Alien: Covenant stravolgerà tutto".

Xenomorphobia!

Quindi, se Prometheus recuperò la struttura del capostipite, privilegiando una prima parte d'attesa immersa in una fredda e tenebrosa atmosfera per poi sfociare in un violento secondo tempo, parco di disgustosi liquidi schizzanti e corpi straziati (con tanto di impressionante parto cesareo auto-eseguito), Alien: Covenant riserva soltanto un minimo delle sue due ore circa totali alla presentazione dei diversi personaggi, concedendo non poco spazio all'azione ed a dosi di splatter che lo fanno quasi sembrare piombato direttamente dagli anni Ottanta della exploitation maggiormente grondante liquido rosso. Aspetto che giustifica pienamente il pensiero di Scott: "In un certo senso, ho sempre pensato ad Alien come a un b-movie davvero ben riuscito. Il sottotesto era piuttosto semplice: sette persone chiuse in una vecchia casa oscura e si trattava di chi morisse prima e di chi sarebbe sopravvissuto". E, non a caso, mentre qualcosa riporta vagamente alla memoria il suo Sopravvissuto - The martian, l'orrore sembra qui essere accentuato rispetto al lato fantascientifico della vicenda, in mezzo ad embrioni che sbucano dalla schiena, un'uccisione proto-slasher sotto la doccia ed evidenti influenze provenienti dalla letteratura di Howard Phillips Lovecraft.

A tal proposito, sarebbe sufficiente citare il nuovo arrivato Neomorfo, che, insieme al campionario di uova extraterrestri ed all'immancabile Xenomorfo, rappresenta una delle attrazioni volte a trasformare in una vera e propria festa di sangue l'avventura della Daniels interpretata da Katherine Waterson e dei suoi colleghi. Avventura non priva di echi shakespeariani (si pensi solo ai duetti del doppio Fassbender) e che, tra suggestioni di stampo biblico (l'apocalittica pioggia di parassiti) e immagini ricollegabili a fatti storici (l'arrivo alla necropoli da Olocausto), pone chiaramente in secondo piano la sceneggiatura in favore dell'intrattenimento. Tanto che i fan della saga potrebbero tranquillamente preferire il più approfondito film del 2012... ma il divertimento da brivido non risulta davvero assente.

Alien: Covenant È alla compianta assistente Julie Payne che Ridley Scott dedica Alien: Covenant, lungometraggio attraverso cui provvede a proseguire quanto raccontato in Prometheus ed a fornire ulteriori nozioni atte a fare da prequel al mitico Alien. Un doppio, infallibile Michael Fassbender provvede ad occultare del tutto l’irrilevante protagonista Waterson, al centro di un’operazione che fa di emoglobina sparsa ovunque e mostruose creature i suoi maggiori punti di forza, tanto da rispecchiare le violente dinamiche “liberatorie” di determinate produzioni low budget che, negli anni Ottanta, tendevano ad emulare gli stilemi del capolavoro risalente al 1979. Quindi, avete trovato il titolo che fa per voi se siete in cerca di un horror senza tregua capace di intrattenere con abbondanza di gore, tanto da renderlo ingrediente principale di uno script in fin dei conti esile.

7

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