Recensione Alien Anthology

Arriva in blu ray la raccolta dei film di Alien. Il tributo alla saga della redazione di Movieye.it

Recensione Alien Anthology
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Dal 27 Ottobre è disponibile in Italia in EDIZIONE LIMITATA DA COLLEZIONE "LA ALIEN ANTHOLOGY EGG EDITION" e dal 10 Novembre in l'EDIZIONE LIMITATA ALIEN ANTHOLOGY FACEHUGGER. Finalmente i quattro i film della saga disponibili in Blu-ray HD. Per celebrare l'occasione, la redazione di Movieye.it firma questo tributo a più mani, tutto dedicato alla saga iniziata nel 1979 con un urlo cieco lanciato nello spazio. A pagina tre, potete trovare la descrizione analitica degli extra e la pagella del cofanetto.

La bellezza dell'ignoto

L'ignoto. Il terrore di ciò che non puoi vedere ma sei in grado di percepire. Finchè esso non si mostra in tutta la sua spaventosa essenza, fiero e assetato. L'alieno dell'omonima saga partorita da Ridley Scott, e proseguita con alterne fortune da Cameron, Fincher e Jeunet incarna subliminalmente la figura del mostro che tormenta nei peggiori incubi, ed ancora oggi, in un'era dove la violenza è uno status quo, riesce a trasmettere angoscia e tensione, incurante dello scorrere del tempo, crescendo e rinnovandosi in poco riusciti spin-off mangiasoldi. Il primo Alien non è un "semplice horror" di matrice sci-fi, è l'esempio più lampante di come aumentare i battiti cardiaci a perdifiato trasportando il classico gioco del gatto e del topo in un contesto galattico, assumendo a forma di letale cacciatore una creatura orribile e pur fascinosa nel suo animalesco aspetto, mossa soltanto da uno spirito ferale. L'originale di Scott è ancor oggi il capitolo più importante della quadrilogia, nonostante l'approccio spettacolare da blockbuster di classe proposto da Cameron non sminuisca in alcun modo l'essenza del predatore, affidandogli anzi un inaspettato lato "umano" di protezione verso la prole. Gli ultimi due titoli, offrono poco dal punto di vista della continuità narrativa, ma almeno Fincher cerca di dare una sua impronta, un taglio diverso e per certi versi originale, seppur tutto alla fine si trasformi nell'ennesima lotta per la sopravvivenza. Jeunet invece usa un subdolo espediente come quello della clonazione per riportare in vita sommariamente atmosfere e stereotipi passati, trasformando il tutto in una sorta di b-movie, seppur non mediocre, nemmeno da ricordare. E in tutti lei, in quell'eterno scontro tra la Bella e la Bestia ben lontano dalla favola disneyana. La Ripley di Sigourney Weaver, tra le prime eroine con le palle, e ancor oggi forse la più cazzuta e carismatica che abbia mai solcato il grande schermo, di genere e non. Perchè una creatura così spietata e brutale avrebbe avuto ben poco senso orfana di una Nemesi tenace e sensuale come lei. E senza dubbio, il prossimo, annunciato prequel, ne sentirà inevitabilmente la mancanza.

Maurizio Encari

La genialità

Semplicemente geniale. Geniale l'idea primigenia con cui Ridley Scott diede vita ad Alien, mostruosa incarnazione del male, parassita viscidamente informe dalla testa oblunga e dai denti aguzzi, capace di sfruttare l'organismo dell'uomo proliferando al suo interno per poi disfarsene a suo piacimento. Ma Alien è anche molto altro. È la dicotomia tipicamente umana tra la curiosità morbosa verso l'ignoto (la galassia interstellare, le forme di vita alternative, l'alieno) e l'atavico terrore che da esso scaturisce. La paura che si nasconde dietro ogni ansa di un labirinto fisico e mentale incarnato dal Nostromo d'ispirazione conradiana e guidato dalla mente della Mother, un dedalo di pulsioni, angosce e curiosità che braccano i protagonisti in un'atmosfera più che mai claustrofobica, perché alimentata dall'angoscia dell'attesa vana, senza speranza. Il terrore sordo che s'insinua viscido sotto la cute, nutrito dalla consapevolezza che non vi è alcuna via di scampo. Ma non solo. Nel film culto di fantascienza del 1979, che diede origine alla più che nota quadrilogia, dal ritmo decisamente incalzante nei primi due capitoli di Scott e Cameron e un po' più fiacca nei due seguiti a cura di Fincher e Jeunet, l'altra grande rivoluzione filmica è la creazione di un cosmo squisitamente femminile che si fonda paradossalmente sul tema della maternità e su di una granitica figura femminile, l'intrepida guerriera-Ripley, incarnata dalla splendida Sigourney Weaver in uno dei ruoli più belli della sua carriera. Una figura di donna moderna che farà da apripista ad altre che seguiranno, e che rimarrà cristallizzata in un incomparabile connubio di sensualità e fermezza, tanto tenace da far impallidire le figure di uomini che di volta in volta le si affiancheranno. A conti fatti è forse proprio lei il vero alieno, intramontabile, di questa palpitante saga, ancor più dell'immagine bavosa di un cerbero a guardia dell'ignoto.

Elena Pedoto

Una Creatura crossmediale

Il primo mezzo per identificare e caratterizzare qualcuno o qualcosa è il nome proprio. Certo, ci sono delle eccezioni: il mostro di Frankenstein, ad esempio, o i letali Predator. Creature di fantasia, creature dell'orrore, in ogni caso. Perché si sa, l'ignoto fa più paura. Come lo spazio profondo del resto, soprattutto se si viene braccati da una creatura aliena in tutti i sensi possibili, ma nella quale ritroviamo tutta la spietatezza del darwinismo che è insito nella natura. Una creatura a cui non diamo un nome proprio, effettivo, perché in fondo non ne ha bisogno: difatti in sei film il termine "xenomorfo" viene pronunciato una volta sola. A noi basta sapere che è un Alien. Spietato, inarrestabile, specchio delle nostre paure e della violenza insita nella natura. Gli Alien sono creature che ci impongono riflessioni di un certo peso sull'organizzazione sociale, sull'ambiguità sessuale, sull'etica della piramide alimentare.
E per una serie di film il cui intento finale dovrebbe essere l'intrattenimento non è decisamente poco.
La realtà è che la saga di Alien ha un'importanza epocale, non solo in ambito fantascientifico e non solo in ambito cinematografico. Ha dato mezzi espressivi a grandi -e meno grandi- registi, effettisti, scenografi, disegnatori...finanche game designer. Grazie ad essa abbiamo avuto capolavori d'autore e blockbuster da cassetta, bei videogiochi come anche prodotti mainstream. L'Alien è un po' l'emblema crossmediale della duttilità, delle possibilità creative, dell'ingegno che si palesa all'uopo.
Non male per una creatura bavosa, dai contorni (poco) vagamente fallici e, soprattutto, senza nome.

Marco Lucio Papaleo

Lo special prosegue a pagina 2!

Alien, une histoire d'amour

Quando ami alla follia il cinema, molto spesso alcuni film diventano una sorta di ossessione personale, un'idea che ti s'impianta nella testa, per dirla alla Christopher Nolan e non ti abbandona più. Alien, per il sottoscritto, rientra in questa categoria. Non è una semplice serie di film che apprezzo per la loro valenza artistica, ma è una storia d'amore iniziata, grossomodo, 22 anni fa con la complicità di Italia 1. Il mio primo approccio con la saga di Alien non avvenne in ordine cronologico. Le deliziose bestioline di Hans Ruedi Giger le ho conosciute direttamente con Aliens, il capitolo diretto da James Cameron che, ancora oggi, ritengo uno dei suoi film migliori, nonché il più riuscito di tutta l'epopea. Alle elementari, mentre tutti i miei compagni ed amici desideravano un acquario con dei pesci, un gatto o un cane, io m'immaginavo di poter tenere in una teca di vetro un esemplare di face-hugger e di portare in giro al guinzaglio un cucciolo di xeno-morfo. Magari il possedere già sia un gatto che un cane aveva contribuito a questo mio fantasticare. Sta di fatto che anche oggi, due delle citazioni cinematografiche che ripeto con maggiore frequenza sono "vengono fuori dalle fottute pareti" e "io dico che decolliamo e nuclearizziamo, questa è la sola sicurezza" (quest'ultima riemerge dai meandri dei miei neuroni soprattutto a margine di amare e personali considerazioni sulla nostra classe politica, ma questa è un'altra storia). Dovessi tentare di spiegare razionalmente la folgorazione avvenuta alla tenera età di 8 anni, mi appiglierei al naturale fascino provato nei confronti dei "mostri", al mio innamoramento per Sigourney Weaver risalente a Ghostbusters, all'esaltazione per l'imponente arsenale bellico degli space marines, che non poteva passare inosservato ad un videogiocatore in erba (non a caso è finito per influenzare i videogiochi fino ad Halo ed il cinema fino a District 9). Col passare degli anni ho continuato questo approccio "non lineare": dato che mia madre e mio zio mi dicevano che tutte le volte che Rete 4 trasmetteva il film di Ridley Scott lo faceva tagliando le parti più cruente, dovetti, da purista quale ero e sono, aspettare di vederlo in tutta la sua interezza su Tele + qualche tempo dopo il terzo episodio, quello diretto da David Fincher. Bistrattato dalla critica, era in realtà pieno zeppo di ottime suggestioni tanto che col passare degli anni, come sovente accade nel mondo della stampa cinematografica, è stato drasticamente rivalutato, specie dopo la release dell'edizione inedita col final cut di David Fincher. Col primo capitolo, riuscii ad afferrare appieno la citazione ironica fatta da Mel Brooks in Spaceballs e il cameo di John Hurt. Mi sono ripromesso di non invitare mai a casa qualcuno che si è risvegliato dopo un coma indotto dalla presenza invasiva di un parassita avvolto intorno al volto. Nel 1997 fu la volta di Alien Resurrection, pellicola che attendevo con estrema curiosità per due motivi: 1) era Alien 2) era diretta da quel Jean-Pierre Jeunet che tanto mi aveva colpito, nei primi anni '90, con il bizzarro, post-apocalittico e surreale Delicatessen, diretto in coppia con Marc Caro. Anche questo episodio, come quello di Fincher, venne sostanzialmente incompreso dai vari "esperti". In realtà, quasi nessuno di loro fu in grado di afferrare che Resurrection era la quadratura del cerchio, col suo insistere immaginifico su elementi amniotici, placentari, femminei e matriarcali. Ed ora, dopo aver assistito con ribrezzo, ai due crossover Alien Vs Predator, mi ritrovo ad aspettare con grande curiosità il ritorno alla saga di Sir Ridley Scott e poter scoprire, dopo più di trentanni, chi diamine sia il misterioso Space Jokey e perché è andato incontro a quella terribile morte.

Andrea Bedeschi

Alien, la decostruzione di un genere

Parlare di Alien significa ripercorrere non solo un pezzo di storia del cinema, ma anche la visceralità di un'opera che ha decostruito pezzo per pezzo un genere per metabolizzarne il futuro. Proprio come la mostruosa creatura che ne è protagonista, la quadrilogia firmata Scott/Cameron si insinua nei meandri di tutto il cinema successivo, reinventandolo e, in un certo senso anticipandone alcune tendenze. Mai le galassie "lontane lontane" erano state così oscure, mai il male così morboso e insensato, mai la lotta per la sopravvivenza tanto crudele e primitiva. Addirittura il terrificante HAL di 2001: Odissea nello Spazio, sul finale, tradisce un'agonia tipicamente umana, gli Alien no. Lo spettatore non soffre con loro, non ne capisce i fini, riesce solo ad odiarli, costretto da una repulsione che fa leva sugli afflati più bestiali della nostra umanità. H. R. Giger, designer del Mostro, l'ha costruito apposta per rappresentare quanto di più lontano potesse esserci dalla nostra idea di creatura vivente. Una macchina di morte, dal sangue acido, priva di vista e mossa da un'aggressività che non conosce limiti, l'Alien è un gigantesco virus, tanto letale quanto insensato. Tuttavia ci attrae, l'avventura di Ripley, eroina quasi verginale che, nei capitoli conclusivi della saga arriverà addirittura a provare un legame incestuoso per la Creatura, è la perenne ricerca di un'umanità che nel tentativo di scappare dal Male, con la tecnologia e la scienza, si scopre perennemente costretta a confrontarsi con le sue perversioni. Protagonista per caso, come una Giovanna d'Arco stellare, Ripley incarna per tutti e quattro i film le nostre debolezze e le nostre paure, completando un percorso che dall'iniziale scontro con l'Alieno, la trasfigura in un essere nuovo, materno, in cui la ragazza lascia il posto alla donna e la giovinezza si evolve in una maturità tanto forte quanto sensuale. Alien fonde con straordinaria abilità utti questi elementi, regalandoci un film indimenticabile e intramontabile, necessario per capire tutta la fantascienza post - moderna e, più in generale, le tendenze attuali del cinema fantastico.

Nicolò Carboni

Una bomba biomeccanica

E'una bomba biomeccanica,umida, brutale e corrosiva. Come le interiora dei suoi protagonisti. Ellen Ripley non ha attraversato solo le galassie, sarebbe riduttivo, se ve ne parlasse ora in prima persona direbbe istintivamente che ha attraversato anche sangue e budella (umane e non) oltre che un bruttissimo periodo. L'importanza che la saga di Alien ha avuto sull'immaginario collettivo va ben oltre il semplice fanatismo cinematografico, si è imposta un ruolo fondamentale, saltandoci dentro a piè pari, in tutto ciò che è arte, struttura e concettualità estetica: prima di ogni altra cosa, il parto fantascientifico di Ridley Scott è una proiezione espansa su pellicola del genio visionario di H.R. Giger, oggi divenuto un tale pilastro stilistico da essere diventato un vero e proprio standard. La forza visiva della saga, nonostante i suoi alti e bassi, riflette un'intelligenza così brillante che lo rende ancora oggi, a distanza di più di vent'anni ancora una delle esperienze cinematografiche più intense a cui gli spettatori possano ambire. Nonostante l'indiscutibile profondità del linguaggio semiotico adottato Alien e i suoi successori riescono ad essere un lavoro così appetibile che tutte le riflessioni di natura culturale passano istintivamente in secondo piano lasciando che i veri protagonisti siano il tono spaccone della pellicola e il suo intreccio. Alien è mainstream e, allo stesso tempo, cinema di genere, fatto da autori. Gli alieni sono lontani dall'uomo ma fondamentalmente sono come noi. Ci disgustiamo a vicenda, ci troviamo repellenti. Quindi ci combattiamo. Alien spacca, questa è la verità, spacca da morire e questo è forse il modo più efficace per dirlo. Stefano Camaioni

Alien, il extraterrestre sfonda-crani per antonomasia

Prima del 1979, anno in cui Ridley Scott firmò l'omonima pellicola, "alien" altro non era che un sostantivo anglofono atto a definire un essere proveniente da un altro pianeta. Fu soltanto in seguito al concepimento del film di Scott, un anno dopo l'uscita di Halloween-La notte delle streghe di John Carpenter e uno prima di quella di Venerdì 13 di Sean S. Cunningham, entrambi destinati a rivoluzionare il genere horror, che l'immaginario collettivo internazionale ha finito una volta per tutte per associare la parola britannica al mostruoso extraterrestre sfonda-crani dalle fattezze crostacee disegnato dall'artista surrealista svizzero Hans Ruedi Giger e alla cui creazione collaborò perfino il nostro Carlo Rambaldi.
Extraterrestre sfonda-crani dedito allo sfoltimento della razza umana a bordo della petroliera-raffineria spaziale Nostromo, nel corso di una vicenda sicuramente debitrice nei confronti di precedenti produzioni quali Il mostro dell'astronave di Edward L. Cahn e Terrore nello spazio di Mario Bava, rispettivamente datati 1958 e 1965, ma che si trasformò presto in un classico grazie alla capacità di trasferire in maniera originale nello spazio le atmosfere spesso protagoniste delle vicende incentrate sulle case maledette.
Un classico destinato a generare prima innumerevoli imitazioni (tra cui Alien 2 sulla Terra di Ciro Ippolito), poi tre sequel firmati da tre differenti registi; a partire dall'ottimo Aliens - Scontro finale, diretto nel 1986 dal futuro Mr Avatar James Cameron privilegiando l'azione e ricavando quindi, in maniera intelligente, una nuova chiave di racconto che differisse da quella alla base del capostipite.
Chiave di racconto purtroppo non sfruttata da David Fincher nel successivo, fiacco Alien³, datato 1992 ed ambientato in una colonia penale; nonché precedente di cinque anni al riuscito Alien - La clonazione di Jean-Pierre Jeunet, il quale fondeva a dovere le due differenti lezioni di Scott e Cameron, aggiungendovi un pizzico di sana e tutt'altro che invadente splatterosa ironia alla Peter Jackson (non a caso, nome inizialmente tirato in ballo per dirigere il film).
Per una tetralogia che, sempre e comunque capace di affrontare il genere attraverso tocchi decisamente autoriali, rimane senza dubbio tra le più riuscite ed influenti della storia del cinema (non solo di quello horror e fantascientifico).

Francesco Lomuscio

Lo special continua a pagina 3 con la descrizione dei contenuti extra della Alien Anthology!

I Film

CONTENTUTI SPECIALI MAI VISTI PRIMA!
Entrambe le edizioni contengono:
- Ciascun film in versione cinematografica ed estesa; - Il rivoluzionario MU-TH-UR Mode per interagire come mai prima d'ora con il mondo di Alien; - Commenti audio dei protagonisti di ciascun film; - Scene eliminate ed estese mai viste prima; - Documentari e approfondimenti mai andati in onda, come i provini di Sigourney Weaver; - Galleria d'immagini con oltre 12.000 fotografie; - Oltre 12 ore di documentari esclusivi, cui sono stati aggiunte quasi 5 ore di contenuti extra creati

DISCO UNO - ALIEN
• Versione Cinematografica del 1979. • 2003 Special Edition con commento audio del regista Ridley Scott. • Commento audio del regista Ridley Scott, dello sceneggiatore Dan O'Bannon, del Produttore Esecutivo Ronald
Shusett, del responsabile del montaggio Terry Rawlings, degli attori Sigourney Weaver, Tom Skerritt, Veronica
Cartwright, Harry Dean Stanton e John Hurt. • Commento audio (solo per la versione cinematografica) di Ridley Scott. • Colonna sonora brani musicali (solo nella versione cinematografica del 1979). • Originale colonna sonora e brani musicali del compositore (solo nella versione cinematografica del 1979). • Indice delle scene tagliate ed estese. • MU-TH-UR Mode: esperienza interattiva con Weyland - Yutani Datastream

DISCO DUE - ALIENS
• Versione cinematografica del 1986 • Special Edition del 1991 con introduzione di James Cameron • Commento audio del regista James Cameron, del produttore Gale Anne Hurd, del creatore degli effetti Stan
Winston, dei supervisori degli effetti visivi Robert Skotak e Dennis Skotak, del supervisore degli effetti in miniatura Pat mcClung, degli attori Michael Biehn, Bill Paxton, Lance Henriksen, Jenette Goldstein, Carrie Henn e Christopher Henn.
• Colonna sonora brani musicali (solo nella versione cinematografica del 1986) • Originale colonna sonora e brani musicali del compositore (solo nella versione cinematografica del 1979). • Indice delle scene tagliate ed estese. • MU-TH-UR Mode: esperienza interattiva con Weyland - Yutani Datastream.

DISCO TRE - ALIEN (3)
• Versione cinematografica del 1992. • 2003 Special Edition (Workprint version). • Commento audio del 2003 del direttore della fotografia Alex Thompson, del responsabile del montaggio Terry
Rawlings, dei disegnatori degli effetti Alien Alec Gillis e Tom Woodruff Jr., del produttore degli effetti visivi Richard
Edlund e degli attori Paul McGann e Lance Henriksen. • Colonna sonora e brani musicali (solo nella versione cinematografica del 1992). • Indice delle scene tagliate ed estese. • MU-TH-UR Mode esperienza interattiva con Weyland - Yutani Datastream

DISCO QUATTRO - ALIEN LA CLONAZIONE
Versione cinematografica del 1997. • 2003 Special Edition con introduzione di Jean-Pierre Jeunet. • Commento audio del regista Jean-Pierre Jeunet, del responsabile del montaggio Hervè Schneid, dei creatori degli
effetti Alien Alec Gillis e Tom Woodruff Jr., del supervisore degli effetti visivi Pitof, dell'artista concettuale Sylvain Despretz, degli attori Ron Perlman, Dominique Pinon e Leland Orser.
• Colonna sonora brani musicali (solo nella versione cinematografica del 1997). • Indice delle scene tagliate ed estese. • MU-TH-UR Mode esperienza interattiva.

Gli Extra

DISCO CINQUE - MAKING OF ALIEN ANTHOLOGY
Con oltre a 12 ore di documentari approfonditi ed esclusivi, questo disco permetterà di entrare ancora più a fondo nella storia di Alien Anthology, grazie all'aggiunta di quasi 5 ore di contenuti extra creati esclusivamente per questa collezione. In questa edizione sono incluse: le riprese del backstage, i pre-montati e le interviste estratti da tutti i quattro film. Durante la visione dei documentari, si può accedere a tutti i contenuti per arricchire l'esperienza di visione o guardarli separatamente tramite l'indice del tracce (Enhancement Pod index).
La Bestia dentro: il making of di Alien.
• La Bestia protagonista: sviluppare la storia. • I Visualizzatori: regia e progettazione. • Camionisti nello spazio: casting. • Paura dell'ignoto: Shepperton Studios, 1978. • I luoghi più remoti: Nostromo e Pianeta Alien. • L'ottavo passeggero: progettare la creatura. • Il futuro: montaggio e musica.
• Viaggio nel mondo degli effetti visivi. • Un incubo diventa realtà: reazione al film. • Particolarità.
Potenza di fuoco superiore: il "making of" di Alien.
• 57 anni dopo: continua la storia. • Costruire mondi migliori: dal concetto alla costruzione. • Prepararsi alla battaglia: casting e caratterizzazione. • Questa volta è guerra: Pinewood Studios, 1985. • Il rischio non muore mai: armi e azione. • Bug Hunt: progettare la creatura. • Beltà e perfidia: power loader contro la regina Alien. • Due orfane: Sigourney Weaver e Carrie Henn. • Il conto alla rovescia finale: musica, montaggio e suono. • Il potere della tecnologia: effetti visivi. • Gli alieni scatenati: reazione al film. • Particolarità.
Il "making of" di Alien (3)
• Sviluppo infernale: concludere la storia. • Racconti del pianeta di legno: la visione di Vincent Ward. • Stasi interrotta: la visione di David Fincher. • Xeno Erotic - Nuovo progetto di H.R. Giger. • Il colore del sangue: Pinewood Studios, 1991.
• Organismo che si adatta: progettare la creatura. • Circolo vizioso: differenze creative. • Dove il sole brucia freddo: Fox Studios L.A., 1992. • Fury: effetti visivi.
• Requiem per un urlo: Musica, montaggio e suono. • Post Mortem: reazione al film. • Particolarità
Un passo avanti: il "making of" di Alien la clonazione
• Dalle ceneri: rivitalizzare la storia • Svolta francese: regia e progettazione • Sotto la pelle: casting e caratterizzazione • Morte da sotto: Fox Studios L.A., 1996 • In zona: la scena del basket • Mutazione innaturale: progettare la creatura • Composizione genetica: musica • Alieni virtuali: immagini generate dal computer • Una questione di scala: fotografia in miniatura • Frangente critico: reazione al film • Particolarità

DISCO SEI - GLI ARCHIVI DELL'ALIEN ANTHOLOGY
ALIEN

• Pre-produzione: - Prima bozza della sceneggiatura di Dan O'Bannon. - Ridleygrammi: Miniature originali e appunti. - Archivio storyboard. - L'arte di Alien: portfolio dell'arte concettuale. - Provino di Sigourney Weaver con commento di Ridley Scott. - Galleria fotografica del cast.
• Produzione: - Il Chestbuster: sequenza multi angolo. - Galleria grafica. - Galleria immagini di produzione. - Istantanee di continuità. - I set di Alien. - Il laboratorio di H.R. Giger.
• Post-produzione e il periodo successivo: - Altre scene tagliate. - Galleria d'immagini.
• Esperienza nel terrore. • Archivi laser disc.
• The Alien Legacy (1999). • American Cinematheque: Ridley Scott risponde. • Trailer e spot televisivi.
ALIENS
• Pre-produzione. - Lavorazione originale di James Cameron. - Pre-visualizzazione:videomatic multi angolo. - Archivio Storyboard. - L'arte di Aliens - Scontro finale. -Galleria fotografica del cast.
• Produzione: - Galleria immagini di produzione. - Istantanee di continuità. - Armi e veicoli. - Laboratorio di Stan Winston. - Telecamere sull'elmetto. - Galleria grafica. - Inchiesta Weyland-Yutani: Dossier della Nostromo.
• Post-produzione e il periodo successivo: - Scena tagliata: Burke nel guscio. - Montaggio scena tagliata. - Gallerie immagini.
- Archivi laser disc. - Analizzare il titolo. - Aliens: una corsa alla velocità della paura. - Trailer e spot televisivi.
ALIEN3 • Pre-produzione:
- Storyboard. - L'arte di Arceon. - L'arte di Fiorina.
• Produzione: - Costruzione del forno: scena rallentata. - Bioscan dell'EEV: vignetta multi angolo. - Galleria immagini di produzione. - Laboratorio A.D.I.
• Post-produzione e il periodo successivo: - Galleria effetti visivi. -Servizio speciale: archivio fotografico promozionale. - Anticipazione featurette di Alien (3).
- Making of di Alien (3). - Trailer e spot televisivi.
ALIEN LA CLONAZIONE
• Pre-produzione: - Prima bozza della sceneggiatura di Joss Whedon. - Filmato di prova: laboratorio della creatura A.D.I.. - Filmato di prova: costumi, acconciature e trucco. - Pre-visualizzazioni: prove multi angolo. - Stroyboard. - Il portfolio di Marc Caro: progettazione dei personaggi. - L'arte della clonazione.
• Produzione: - Gallerie immagini di produzione. - Laboratorio A.D.I.
• Post-produzione e il periodo successivo: - Galleria effetti visivi. - Servizio speciale: archivio fotografico promozionale. - HBO First Look: il Making of di Alien la clonazione. - Featurette promozionale di Alien la clonazione. - Trailer e spot televisivi.
ALIEN ANTHOLOGY
- Alien Evolution (2001 - versione originale TV) - Alien Evolution (rimontaggio del 2003) - La saga di Alien - Alieni in 3D
- Aliens in the basement: Bob Burns Collection - Parodie - Dark House: galleria fotografica - Galleria dei loghi e stemmi

Alien Anthology Il box set di Alien è un acquisto imprescindibile. In aggiunta all'impressionante mole di pulizia delle immagini e del suono, alla nuova interfaccia grafica dei menù, va sommata l'ovvia rilevanza della saga e il ruolo che si è ritagliata all'interno della storia del cinema. Aggiungere altro sarebbe ridondante e ripetitivo. L'unica cosa che resta da fare è decidere, in base al budget, quale sia l'edizione più in linea con le vostre possibilità di spesa. Ad oltre trentanni, l'orrore nero dello spazio siderale di Alien è più bello e spaventoso che mai.

9.5

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