Recensione Age of Uprising: The Legend of Michael Kohlhaas

Arnaud des Pallières firma un'opera dall'epica non immediata con protagonista un grande Mads Mikkelsen

Recensione Age of Uprising: The Legend of Michael Kohlhaas
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Presentato in concorso alla 66°esima edizione del festival di Cannes, Age of Uprising - The Legend of Michael Kohlhaas è un film che il regista Arnaud des Pallières voleva già realizzare da diversi anni. Tratto dal racconto di Heinrich von Kleist, considerato tra i maggiori trattati della letteratura politica europea, a sua volta ispirato da una storia vera realmente avvenuta nel 16° secolo, il titolo ha subito messo in chiaro le sue ambizioni sin dalle scelte di casting. Nei panni del tormentato protagonista infatti troviamo un attore di prima grandezza come Mads Mikkelsen, ormai giunto alla fama internazionale grazie alle produzioni hollywoodiane (da Casino Royale a Scontro tra titani) ma ben conosciuto dai cinefili per una carriera ricca di piccole perle, che lo ha visto di recente collaborare con due grandi autori come Nicholas Winding Refn (nello splendido Valhalla Rising - Regno di sangue) e Thomas Vinterberg  (Il sospetto). Ma Mikkelsen è soltanto la punta di diamante di un cast che vede altri due grandi attori come Bruno Ganz (La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler, Il cielo sopra Berlino) e Denis Lavant (Holy Motors, Una lunga domenica di passioni) in ruoli secondari.

Cuore impavido

Mikkelsen interpreta Michael Kohlhaas, un ricco e conosciuto mercante di cavalli del 16° secolo, che si ritrova vittima di un'ingiustizia dopo che, durante un viaggio d'affari, viene costretto dall'editto del nuovo giovane barone (succeduto al padre appena passato a miglior vita) ad abbandonare in "ostaggio" due splendidi cavalli neri. Quando però al suo ritorno trova gli animali in pessime condizioni (erano stati usati a tradimento per il lavoro pesante) e il suo servo che doveva controllare le bestie brutalmente ferito, Kohlhaas decide di rivolgersi alla giustizia per avere un risarcimento. Ma le lettere da lui spedite alla corte vengono sempre respinte, poiché il barone colpevole del danno vanta importanti conoscenze a palazzo. Allora la moglie di Michael decide di andare ella stessa in visita alla principessa, ma viene ferita a tradimento ella stessa, morendo poco dopo. Dunque il mercante decide di abbandonare ogni cosa, affidando la giovane figlia ad un nipote uomo di chiesa, e iniziare una ribellione contro i nobili, che ben presto si amplia a dismisura permettendogli di fondare una sorta di piccolo esercito pronto a lottare per i diritti dei più deboli...

Epica d'autore

Il regista ha dichiarato di essersi ispirato a due capisaldi dell'epica d'autore come Andrej Rublev di Tarkovskij e Aguirre furore di Dio di Herzog. Modelli altissimi e difficilmente emulabili, e infatti il film convince solo a metà, rivelandosi un'opera senza dubbio interessante e non banale ma a tratti sin troppo compiaciuta del suo spinto autorialismo. Una narrazione lenta, che a tratti ristagna su sé stessa, che dopo un inizio convincente e appagante si perde nella seconda metà, infarcita sin troppo di tempi morti e lunghi silenzi contemplativi che, pur non privi di un intenso fascino, risultano in certi frangenti sin troppo esasperati, influenzando lo stesso sottotesto epico del racconto. Fortunatamente Arnaud des Pallières riesce a regalarci sequenze di grande suggestione, trasformando la natura in un vera e propria co-protagonista della vicenda, con rumori di sottofondo (quasi costante il ronzio delle mosche) in presa diretta e un utilizzo mirato della colonna sonora (splendida nei toccanti istanti finali). Il medioevo di Age of Uprising è un medioevo sporco, lugubre e spietato, fatto di sangue, violenza (abilmente suggerita e mai mostrata nei suoi eccessi più brutali) e ingiustizie, dove solo con la ribellione si posson ottenere delle piccole vittorie sui potenti. L'amarezza è una costante che pervade le quasi due ore di durata, con il risvolto a chiudere che rende ancora più sofferta l'emotività della visione, accentuata dallo sguardo dolente di un ancora ottimo Mikkelsen, in un intenso primo piano che resta impresso a lungo negli occhi e nel cuore.

Age of Uprising: The Legend of Michael Kohlhaas Pur soffrendo di una verbosità a tratti eccessiva, soprattutto nella seconda parte, Age of Uprising - The legend of Michael Kohlhaas è comunque una visione ricca di un fascino arcano, che guarda a modelli alti offrendoci un saggio cinematografico in cui vengon messi alla prova anche i valori morali dello spettatore. Una lotta per la giustizia, la ricerca di una vendetta nella ribellione di un uomo che non ha più nulla da perdere, in un medioevo sporco e selvaggio nel quale la natura regnava incontrastata su Dio e sugli uomini.

7

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