Recensione Aftershock

Il terremoto di Tangshen nell'ultimo film di Xiaogang Feng

Recensione Aftershock
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Aftershock è una pellicola tristemente attuale, dopo lo spaventoso terremoto e il conseguente tsunami che ha sconvolto recentemente il Giappone. Il film di Xiaogang Feng (A world without theves, Un funerale dell'altro mondo) infatti narra una delle pagine più tragiche della storia recente cinese, la distruzione della città di Tangshen nel sisma del 1976, che ha causato 255.000 morti e raso al suolo centinaia di edifici.

La terra trema

Nuan Yi (Fan Xu) vive a Tangshan e ha una famiglia felice: un marito affettuoso e due figli piccoli, Fang Deng e Fang Da. La sua vita viene sconvolta il 28 luglio 1976 quando la città viene devastata da uno spaventoso terremoto. Nel tentativo di salvarla da un pericoloso crollo, il marito perde la vita, mentre i suoi figli rimangono sotto un cumulo di macerie. La donna è costretta a scegliere quale dei due salvare, visto che il pilastro di cemento che li sovrasta, se spostato, può uccidere uno o l'altro a seconda della sua decisione. Credendo la piccolina morta, Nuan opta per mettere in salvo il maschio, Fang Da. Ma in realtà anche Fand Deng è incredibilmente sopravvissuta e viene adottata da una coppia di soldati dell'Armata popolare di Liberazione, giunta a Tangshan per aiutare i sopravvissuti e cercare i dispersi. Nonostante il trascorrere del tempo la bambina non riesce a dimenticare l'abbandono di sua madre.

Terremoto dell'anima

La scelta di seguire la storia dalla prospettiva di una famiglia, divisa dal cataclisma, ha sicuramente accentuato la componente drammatica, e le spettacolari scene d'azione, realizzate con ottimi effetti speciali, riguardano solo la parte introduttiva del film. Chi si poteva attendere, con il rispetto dovuto alle vittime, uno spettacolare disaster movie, rimarrà probabilmente deluso. Quando l'ultima scossa di terremoto cinematografica ha luogo infatti inizia il percorso emotivo dei protagonisti, pieni di rimorsi e rimpianti e di un dolore che neanche lo scorrere del tempo sarà in grado di cancellare completamente. Dilatando la via narrativa nello trascorrere degli anni, si finisce inevitabilmente per affezionarsi ai personaggi e alla svolta che hanno preso le loro vite. Le due figure centrali del racconto, quella della madre incapace di perdonarsi la (da lei creduta) morte della figlia per colpa della sua scelta, e la bambina / ragazza attanagliata in ogni istanti da quel tragico momento, con un odio malinconico nei confronti della genitrice, sono il centro focale di tutto il racconto. Il terremoto quindi assume a metafora, e ciò che è avvenuto in primo luogo fisicamente portandosi via e separando centinaia di famiglie, la maggior parte per sempre, ha nuovamente luogo nell'anima dei protagonisti. Nell'ultimo terzo, verso un finale riconciliante ma non privo di un nuovo dolore, ricompaiono i demoni del passato sottoforma di una nuova catastrofe, e come in una catarsi, aiutata dal destino, le paure verranno scacciate dal cuore e dai ricordi. Il comparto tecnico è sicuramente di prim'ordine, e quando ha luogo la componente "d'azione", non mancano i momenti coinvolgenti e intensi, in grado di avvinghiare lo spettatore con un ispirato magnetismo. Interpretazioni di tutto rispetto, "invecchiate" dove possibile con l'uso del trucco (non sempre convincente e realistico), chiudono il cerchio di un'opera non semplice, dalle molteplici letture, forse meno riuscita del previsto ma sicuramente meritevole di visione.

Aftershock Aftershock è un disaster movie dell'anima, un film che sconquassa prima le fondamenta di Tangshan e poi quelle del cuore. Un dramma vivo e vivido, reso ancor più angosciante dalla recente attualità, con la patina da blockbuster che ben presto si dilata in una sentita commemorazione cinematografica di una tragedia da non dimenticare.

6.5

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