Recensione Affari di famiglia

Il poliziotto Willem Dafoe si allea col criminale Matt Dillon per mettere fine al giro malavitoso del boss Tom Berenger in Affari di famiglia, teso thriller poliziesco tratto da una storia vera.

Recensione Affari di famiglia
Articolo a cura di

Bud Carter è considerato uno dei migliori agenti della piazza: le sue missioni, spesso operate sotto copertura, hanno portato alla cattura di diverse bandi criminali. Proprio dopo aver concluso il suo ultimo incarico, il poliziotto si convince che dietro una piccola gang di spacciatori vi sia in realtà un giro più ampio: le sue indagini lo conducono così alla cattura di Jesse Weiland, uno dei killer più ricercati della Lousiana. Ma anche Jesse, nonostante la sua "rispettabile" carriera nell'ambiente, altro non è che un pesce piccolo alle dipendenze del ricco boss Lutin Adams. Il criminale, che ha avuto da poco un figlio dalla compagna, sceglie di barattare la grazia e le protezione della sua famiglia con l'offerta di agire come infiltrato per sgominare la più ampia rete di spaccio e malavita tessuta dal gangster. Ma la fitta organizzazione governativa della missione, gestita da più enti governativi, rischia di mandare tutto all'aria, mettendo in pericolo sia Jesse che lo stesso Bud.

Non è un paese per giusti

Esordio dietro la macchina da presa del compianto (è scomparso nel 2013, un anno prima dell'uscita del film in sala) produttore Chris Brinker, Affari di famiglia (infelice traduzione dell'originale e più efficace Bad Country) è un classico gangster movie di genere tratto da una storia vera realmente avvenuta negli anni '80 in quel della Lousiana. Un thriller sudista in piena regola nel quale emergono le torbide e inquiete atmosfere di quei luoghi, giocato tutto sul contrasto / affinità tra i due personaggi principali, due facce di una stessa medaglia. Cento minuti di visione che, pur non aggiungendo nulla di relativamente nuovo al filone, si fanno apprezzare per la progressiva tensione che si instaura in una narrazione cruda e violenta, nella quale riescono ad emergere con una certa forza le efficaci caratterizzazioni dei personaggi in gioco. Se l'azione è pressoché limitata ad un paio di scene, con il quarto d'ora finale al cardiopalma in un'escalation secca e scattante, la pellicola riesce ad appassionare per via di una messa in scena senza troppi fronzoli, ben giocata sui risvolti interpersonali tra le varie parti in causa e non priva di roboanti sussulti drammatici. L'impatto della vicenda assume connotati maggiormente empatici grazie alle ottime performance del trio di protagonisti, tutti dotati di folti mustacchi per l'occasione: Tom Berenger è un villain perfetto e temibile nel suo elegante aplomb, Matt Dillon si offre con giusta dedizione al ruolo di bad / good man e Willem Dafoe sforna l'ennesima grande prova di una carriera troppo spesso sottovalutata.

Affari di famiglia Un thriller teso e grintoso ambientato in una realtà criminale esistita realmente, come i suoi protagonisti, nel Sud degli Stati Uniti negli anni '80. Un tenace poliziotto, pronto a tutto pur di sgominare un enorme cartello malavitoso, si allea con un criminale per dar vita ad una battaglia senza esclusione di colpi ben messa in atto dal regista Chris Brinker, a suo agio sia nelle atmosfere drammatiche che nei più dosati sussulti action. E se non spicca per originalità, Affari di famiglia ha il merito di mantenere ciò che promette in una salda e fiera appartenenza al genere, potendo contare inoltre su un più che ottimo cast.

6.5

Quanto attendi: Affari di famiglia

Hype
Hype totali: 0
ND.
nd