4bia: Recensione del nuovo film horror thailandese

Dalla Thailandia arriva 4bia, un film horror a episodi diretti da Yongyoot Thongkongtoon, Paween Purikitpanya, Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom.

4bia: Recensione del nuovo film horror thailandese
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Quella di raccontare storie horror racchiudendole in più episodi atti a costituire un unico lungometraggio è una tradizione che ha avuto inizio già tantissimi anni fa, quando la settima arte aveva appena superato la sua fase nascente.
Nel parlare di pellicole rientranti nel filone, si potrebbero citare il collettivo Incubi notturni (1945), firmato da Alberto Cavalcanti, Charles Crichton, Basil Dearden e Robert Hamer, o i vari esempi sfornati dalla Amicus, da Le cinque chiavi del terrore (1965) a Racconti dalla tomba (1972), entrambi diretti da Freddie Francis; senza dimenticare lo splendido Creepshow (1982) di George A. Romero, il suo sequel Creepshow 2 (1987) di Michael Gornick o gli orientali Three (2002) e Three extremes (2004), che hanno radunato nomi noti del genere quali Takashi"13 assassini"Miike e Park"Old boy"Chan-wook.
E rimaniamo sempre in Oriente con See prang (come s'intitola in originale 4bia), antologia dell'orrore del 2008 che, realizzata da quattro nomi fortemente legati alla produzione cinematografica thailandese d'inizio XXI secolo, raggiunge gli schermi del nostro paese con tre anni di ritardo e nella versione di due ore circa (pare ne esista anche una di 240 minuti).

Storie di fantasmi thailandesi

E' infatti il Yongyoot Thongkongtoon autore di The iron ladies (2000) a firmare Felicità, segmento d'apertura la cui protagonista è una ragazza che, disoccupata e costretta in casa da una gamba fratturata, comincia a messaggiare via telefono cellulare con un misterioso corteggiatore che le ha inviato un sms; fino ad inimmaginabili risvolti.
Un piccolo, coinvolgente capolavoro interamente girato senza dialoghi, cui fa seguito il meno riuscito dei quattro tasselli: Occhio per occhio, che, per la regia del Paween Purikitpanya già responsabile del non esaltante Body (2007), si perde tra ridicoli spettri digitalmente concepiti e ricerca del virtuosismo a tutti i costi nel raccontare la sanguinaria vendetta di uno studente dedito alla magia nera nei confronti dei compagni di scuola, responsabili della sua morte.
Per concludere con Quello in mezzo e Volo 224, rispettivamente diretti da Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom, in passato registi, insieme, di Alone (2007) e Shutter (2004).
D'altra parte, mentre l'ultimo racconto è quello che maggiormente si avvicina all'horror di matrice orientale, con una hostess incaricata di sorvegliare la salma di una principessa durante il viaggio in aereo per la sua restituzione alla famiglia reale, è proprio Shutter, all'insegna dell'autoironia, ad essere verbalmente citato - insieme a Titanic (1997), The sixth sense-Il sesto senso (1999) e The others (2001) - nel terzo; i cui quattro giovani protagonisti campeggiatori si trovano ad avere a che fare con le fantasmagoriche conseguenze dell'annegamento di uno di loro, avvenuto durante un'escursione in canotto.
Per un insieme che, nonostante la non breve durata, risulta decisamente veloce e di piacevole visione, con ogni probabilità grazie alla sua capacità di distaccarsi dai cliché tipici del cinema horror dagli occhi a mandorla, quasi sempre rappresentato da oggetti legati a maledizioni o dagli abusatissimi spettri femminili dai lunghi capelli neri.
E non mancano neanche le occasioni per balzare dalla poltrona.

4bia I thailandesi Yongyoot Thongkongtoon, Paween Purikitpanya, Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom firmano I quattro episodi di questa antologia all’insegna del thai horror, tra i cui sceneggiatori troviamo anche il Sopon Sukdapisit regista di Coming soon (2008). Ciò che ne viene fuori sono circa 120 minuti di visione che, pur senza eccellere, risultano decisamente godibili e tutt’altro che noiosi, identificando nel primo del poker di racconti il momento più riuscito dell’operazione. Con un sequel del 2009 a firma di Songyos Sugmakanan insieme ai già citati Purikitpanya, Pisanthanakun e Wongpoom.

6.5

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