Recensione 48 ore

Nick Nolte ed Eddie Murphy sono l'improbabile coppia protagonista di 48 ore, cult poliziesco firmato nel 1982 da Walter Hill e da molti considerato il prototipo dei buddy-cop movie.

Recensione 48 ore
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Il detenuto Albert Ganz riesce ad evadere grazie all'intervento del suo compare Billy Bear, un nativo americano. Dopo la fuga, costata la vita a due agenti, i criminali si recano a San Francisco per recuperare la refurtiva di un vecchio colpo. Il poliziotto Jack Cates si imbatte, insieme a due colleghi, nei ricercati: durante il conflitto a fuoco Cates è l'unico a sopravvivere. Desideroso di mettere le mani sugli assassini l'uomo decide di far rilasciare sulla parola l'afroamericano Reggie Hammond, l'unico membro della banda ancora in vita che ha un conto in sospeso proprio con i suoi ex "soci".

Gioco a due

Siamo nel 1982 e Walter Hill, già autore di cult come I guerrieri della notte (1979) e I cavalieri dalle lunghe ombre (1980), dà vita a quello spesso considerato come il prototipo del buddy-cop movie. 48 ore aggiorna il genere poliziesco ad una dimensione più cool e scatenata, in pieno stile anni '80, dando ufficialmente il via al rapporto di conflittuale amicizia tra un bianco e un nero, scelta che il filone avrebbe poi sfruttato appieno negli anni a venire. Thriller urbano che si muove su coordinate narrative non certo brillanti per originalità, il film ha sua una forza prorompente soprattutto nella lucida e incisiva regia di Hill, da sempre maestro nella gestione action dei suoi personaggi: sparatorie in serie sorrette sempre da un'alta dose di suspense emotiva rendono la visione frizzante e avvincente, carica di un istinto ferale che non nasconde una violenza secca e necessaria. Ad alleggerire una tensione efficace e rozza ci pensano i continui battibecchi tra Cates e Hammond, infarciti di battute sporche e cattive quanto basta tali da far risaltare la perfetta alchimia tra Nick Nolte e un esordiente Eddie Murphy (candidato al Golden Globe per il miglior debutto maschile), perfetti specchi degli archetipi razziali / culturali dei loro personaggi: significative a tal proposito le sequenze complementari ai concerti country e di black music. Il ritmo beneficia di questa commistione tra poliziesco e commedia con un'inarrestabile successione di eventi, priva di tempi morti e in grado di rappresentare senza troppe forzature l'evoluzione del rapporto tra la coppia di protagonisti, gettando le basi di quello che si vedrà otto anni dopo nel meno riuscito sequel Ancora 48 ore (1990). Un rapporto virile tra due presunti maschi alpha sempre pronti ad avere l'ultima parola ma che, necessità virtù, troveranno in un'inaspettata sintonia l'unico modo per risolvere il caso. Un caso nel quale la brutalità regna sovrana grazie anche all'odioso bad-ass di un altrettanto convincente James Remar, storico interprete di Ajax proprio nel seminale titolo "notturno" del cinesta.

48 ore Con una colonna sonora d'eccezione firmata da James Horner e una messa in scena che riconferma splendidamente il solido ed efficace stile registico di Walter Hill, 48 ore sdogana definitivamente il buddy-cop movie verso la stagione d'oro. Prototipo ricco di futuri archetipi, questo poliziesco urbano che flirta col thriller-noir e la commedia può anche contare sulla gustosa sintonia tra un inflessibile e irascibile Nick Nolte e un divertito e spavaldo Eddie Murphy, il bianco e il nero che ben esplicano le numerose sfumature che il film nasconde al suo interno a dispetto di una narrazione apparentemente non così originale.

8

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