Recensione 300: L'alba di un Impero

Temistocle guida l'esercito greco nel midquel del mitico film di Zack Snyder

Recensione 300: L'alba di un Impero
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“ «Ricorda chi eravamo». L'ordine più semplice che un re possa dare. «Ricorda perché siamo morti». Lui non desiderava tributi, o canzoni, o monumenti, o poemi di guerra e coraggio. Il suo desiderio era semplice: «Ricorda chi eravamo», così mi ha detto. ”

C'è stato un tempo in cui Zack Snyder dava vita all'epicità pura, un tempo in cui riusciva a prendere la materia fumettistica più alta e portarla al cinema in immagini ed emozioni e suoni e parole che parlavano dritte al cuore. 300 rimane uno dei momenti più alti del suo cinema: non un film perfetto, forse, ma un esperimento riuscitissimo di trasferimento di un'opera fumettistica su pellicola. Paro paro, con appena qualche lieve aggiunta (che effettivamente si nota nel suo essere posteriore ma che, comunque, non guasta) e portandosi dietro tutto lo strascico di possibili polemiche rivolte alla plausibilità storica e, soprattutto, alle tematiche e agli orientamenti morali e pseudo-politici della storia in esame. Noi tutte quelle polemiche vogliamo lasciarcele alle spalle e goderci il film (e il suo sequel) per quello che vuole rappresentare artisticamente e narrativamente, e scusate se è poco.
A distanza di otto anni, ecco per l'appunto un nuovo capitolo della saga: 300: L'alba di un impero. Se ne sentiva il bisogno? Forse no. Calcolando anche che l'iniziativa è cresciuta di pari passo con la realizzazione della nuova graphic novel, che presenta lo stesso canovaccio ma non è detto che sarà pedissequa con quello che possiamo già vedere sul grande schermo. Insomma, l'operazione puzzava di commercialità e il fatto che non fosse lo stesso Snyder a dirigere (troppo impegnato con le gatte da pelare dell'Uomo d'Acciaio) ma il semi-sconosciuto Noam Murro non faceva presagire nulla di buono. Insomma, cosa restava da decantare?
Leonida e i suoi 300 si sono immolati. Serse ha vinto la battaglia, ma ha perso moralmente e quello è un peso sul cuore che un dio-re non può alleviare anche conquistando l'intera Grecia.

Temistocle vs Artemisia

E invece no: storicamente c'è molto altro da cui attingere, e nuovi eroici personaggi da presentare. 300 - L'alba di un impero è un cosiddetto midquel, ovvero non solo offre uno sguardo sugli antefatti e sul finale della seconda guerra persiana che vedeva contrapposte l'Impero Persiano e l'alleanza delle città-stato greche, ma è per la maggior parte ambientato in contemporanea agli eventi del primo film, come del resto la realtà storica insegna. Mentre Leonida e il suo manipolo di agguerritissimi spartani erano impegnati contro le soverchianti armate di Serse presso le Termopili, il grosso delle forze greche era impegnato nella battaglia navale di Capo Artemisio, che portò poi alla decisiva battaglia di Salamina. Tra i tanti eroi di questa guerra si celebra sicuramente l'ateniese Temistocle, qui protagonista del film: già trionfatore di Maratona, il valoroso guerriero greco si contrappone con tenacia e astuzia alle armate persiane, governate dalla subdola Artemisia. L'esercito di Serse è spietato e apparentemente infinito, ma la sola forza bruta non basta a piegare un popolo libero senza sforzo...

We chose to die on our feet, rather than live on our knees

Inserendosi in scioltezza nella continuity della storia del primo capitolo e recuperando qua e là elementi storici reali, Murro, Miller (tutt'ora al lavoro sulla versione cartacea) e Snyder (qui in veste di produttore e sceneggiatore) espandono l'universo della serie in modo tutto sommato non dissimile da quello che fa periodicamente Koei con la sua serie videoludica Dinasty Warriors - Sangoku Musou. E in certi frangenti, in questo nuovo capitolo, sembra proprio di trovarsi davanti una versione cinematografica del gioco (o, meglio, di Warriors: Legend of Troy, lo spin-off del 2011 basato sull'Iliade) più che a un nuovo capitolo della graphic novel di Frank Miller. Intendiamoci: il film è realizzato con la stessa tecnica del 2006, addirittura raffinata in alcuni punti, e Murro è molto bravo a seguire le orme di Snyder. Anzi, c'è più Snyder nei primi cinque minuti de L'alba di un impero che in tutto Man of Steel. Ma è comunque un'opera di “manovalanza” spicciola e, per quanto funzionale e spettacolare, non ha una valenza artistica vera e propria e personale. Slegato dall' “obbligo” di riprodurre le tavole a fumetti vignetta per vignetta e imbrigliato nell'essere forzatamente un film “snaideriano” lo stesso perde un po' della caratteristicità del primo titolo. Calcolando inoltre che l'accentuata violenza, che nel primo film era un espediente narrativo, qui è semplicemente un espediente grafico fine a se stesso, con note splatter grandemente esplicitate dalla stereoscopia.

La storia è fatta dagli uomini

Inoltre, il nuovo film non vanta la coesione del primo, focalizzato sul manipolo dei 300, estensione dell'eroismo di Leonida e visto come un unicum al centro della storia. Qui i personaggi sono invece slegati fra loro e protagonisti ognuno della propria battaglia, come in qualsiasi altro film. Cosa che non è certo un difetto in sé, comunque e anzi dona respiro alla storia, che si barcamena, tra l'altro, tra visioni politiche e personali diverse e ben congegnate. L'avventura insomma vanta un maggior respiro, cosa che però la rende meno caratteristica della precedente.
Il cast vede il ritorno di gran parte dei personaggi principali del primo film ancora in vita: la regina Gorgo (la Lena Headey ora celebre per Game of Thrones), il Delios di David Wenham, l'Efialte di Andrew Diernan e naturalmente lo statuario Serse di Rodrigo Santoro. Gerard Butler, invece, ha deciso di non partecipare al film, e quindi Leonida (e tutti gli spartani martiri, lo Stelios di Fassbender compreso) appaiono solo in footage “riciclato” e in CG. Un peccato, questo, ma decisamente veniale. Tra i nuovi personaggi, invece, a rubare la scena sono principalmente due: il Temistocle di Sullivan Stapleton e l'Artemisia di Eva Green. Entrambi gli attori sono assolutamente in parte e possiamo tranquillamente dire che reggono il film sulle loro spalle, dato che sono i personaggi maggiormente approfonditi e interessanti, non solo per quello che compiono on screen, ma anche per i loro trascorsi.

300: L'alba di un Impero Tornano i valorosi guerrieri greci in lotta contro il dio-re invasore, e lo fanno alla grande. Creato a tavolino per inserirsi nella scia del primo film ma risultando, a tutti gli effetti, distante da un punto di vista artistico e di svolgimento della trama ma non nei toni della storia, L'alba di un impero appassiona e in certi punti emoziona il suo pubblico, grazie ad un'ottima realizzazione tecnica, ai temi adulti e al cast eccezionalmente in parte. Meno coeso e significativo del primo 300, certo, ma comunque epico e meritevole di visione.

7.5

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