Recensione 2 giorni a Parigi

Parigi, le passeggiate lungo la Senna, il trionfo dell'amore....o forse no?

Recensione 2 giorni a Parigi
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Marion (Delpy) è francese. Jack (Goldberg) è americano. La prima fa la fotografa; il secondo l'arredatore. Lei è emancipata ed ironica; lui sarcastico e puritano. Sulla via del ritorno da un viaggio in Italia (a Venezia) faranno tappa a Parigi per incontrare i genitori di Marion e per assaporare lo spirito Bohémien della vecchia Europa.


L'incontro - scontro fra la cultura europea ed americana non è sicuramente un tema nuovo e neppure particolarmente interessante ma la Delpy, che oltre ad interpretare la protagonista firma anche regia, fotografia, montaggio e sceneggiatura, riesce a costruire un buon film, tutto giocato su battute brillanti e situazioni al limite del surreale.


Due giorni a Parigi è una commedia sofisticata che riprende alcune suggestioni già sviluppate da Woody Allen in capolavori come Io & Annie o Manhattan; in particolare dal cineasta newyorchese, l'autrice pare recuperare un certo vouyerismo a tratti disturbante, mettendo completamente a nudo tutte le piccole idiosincrasie che si instaurano in un rapporto, una volta superata la fase più passionale, nel momento in cui la storia deve evolversi verso un amore più maturo, che va oltre alla semplice carnalità. I due protagonisti, infatti, sono entrambi persone di successo, colte e vagamente di sinistra, ma inesorabilmente chiuse nella reciproca solitudine e divise da un muro sociale forse impossibile da abbattere. Ed è proprio sul contrasto fra l'Europa ed il nuovo mondo che la Delpy costruisce buona parte delle situazioni più riuscite del film; alla libertà non solo creativa ma anche, e soprattutto, sessuale di Marion si contrappone la vena puritana di Jack che, pur nascondendosi sotto il soprabito e gli occhiali scuri del perfetto intellettuale appena uscito da Greenwich Village, ben presto farà la sua comparsa innescando una serie di situazioni ai limiti del paradosso. Fanno da contorno alla storia d'amore una serie di comprimari azzeccati e che miracolosamente riescono a non cadere nel cliché del francese con la baguette sottobraccio: avremo così il padre di Marion (interpretato dal vero padre dell'attrice) che ama rigare le automobili, la madre (anche qui siamo di fronte alla madre reale) che ha avuto una liaison con Jim Morrison, la sorella che vorrebbe castrare i bambini e via di questo passo in una sequenza di situazioni e gag perfettamente inanellate l'una dietro l'altra.

Se la sceneggiatura e le interpretazioni non deludono, però, è sul versante registico che Due giorni a Parigi vacilla pericolosamente; anche se la Delpy si impegna ed ha delle trovate molto buone (soprattutto nella parte centrale), come movimenti di macchina avvolgenti ed inaspettati o la soggettiva dal taxi, complessivamente la messa in scena risulta a tratti piatta ed a tratti confusionaria; complice anche la scelta di usare delle nuove minicamere ad alta definizione, che, se da un lato danno al film quel tocco amatoriale tanto amato oggigiorno, dall'altra, quando mal usate producono solo confusione e mal di testa nei poveri spettatori. Fortunatamente la regista si mostra piuttosto accorta nell'uso della camera a mano, anche se qualche stacco di troppo forse poteva essere evitato.
Tuttavia non possiamo non essere ammirati dal lavoro di questa giovane (ma già vincitrice di un paio di César e nominata all'Oscar) cineasta: il film funziona e lo fa molto bene, si ride (in maniera intelligente) e si riflette andando a toccare molti temi, con come cornice una città sempre affascinante come la capitale Francese. Cosa si può chiedere di più?

2 giorni a Parigi 2 giorni a Parigi non è un film per tutti; gli amanti delle commedie demenziali o dei film da risata "grassa" faranno meglio a starne a debita distanza, se vorranno evitare di addormentarsi in sala. L’opera della Delpy è indirizzata ad un pubblico sì giovane, ma tendenzialmente colto e cosmopolita, in grado di raccapezzarsi fra le centinaia di frecciatine politiche e sociali che vi sono contenute. A chi non conosce bene la cultura francese ed americana molte battute parranno prive di contenuto ma basta una lieve infarinatura di entrambe per divertirsi molto. Senza riferimenti scatologici, né donne nude, per una volta.

7

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