2 Fast 2 Furious, la recensione del secondo film della saga

Brian O'Conner è costretto ad infiltrarsi sotto copertura per incastrare un potente boss in 2 Fast 2 Furious, secondo capitolo della saga.

2 Fast 2 Furious, la recensione del secondo film della saga
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E' notizia di questi giorni lo straordinario successo da record di Fast & Furious 8, diventato il film che ha incassato di più nel mondo nel primo week-end d'apertura. Per celebrare la recente uscita nelle sale italiane ITALIA 1 trasmette stasera alle 21.10 il secondo capitolo della fortunata saga, il cui più che ottimo guadagno worldwide non ne ha comunque nascosto le debolezze che lo rendono ad oggi uno dei tasselli più bassi del franchise. 2 Fast 2 Furious è ambientato dopo l'originale e il "vuoto narrativo" dagli eventi precedenti è stato colmato da un corto di 6 minuti, Turbo Charged Prelude (2003), atto ad informare lo spettatore sulle vicissitudini che hanno portato Brian O'Conner a diventare un campione delle corse clandestine. All'inizio del film infatti l'amato personaggio del compianto Paul Walker partecipa ad una gara notturna dalla quale esce naturalmente vincitore, salvo essere arrestato poco dalla polizia. L'FBI e il suo ex capitano gli propongono di prendere parte ad un'indagine sotto copertura al fine di evitare il carcere: il ragazzo accetta a patto di coinvolgere nella missione il suo vecchio amico Roman Pearce. Le cose però si complicano quando Brian si innamora della bella Monica Fuentes, donna del boss che devono incastrare e anch'essa agente infiltrata del Bureau.

Corri libero e selvaggio

Belle donne, belle macchine e belle scene di inseguimenti automobilistici all'interno di un film "vuoto" e stereotipato che, tolto il suo notevole impatto estetico, aggiunge ben poco all'iconografia di una saga capace di rivoluzionare col primo capitolo (e alcuni dei successivi) il filone degli action su quattro ruote. In 2 Fast 2 Furious non manca certo l'adrenalina e il regista John Singleton sfoggia un certo dinamismo stilistico nelle numerose sequenze in cui i motori rombano a pieni giri, ma storia e personaggi sono vittima di una sceneggiatura appena abbozzata in cui tutto si fa prevedibile annullando quasi del tutto le potenzialità tensive del racconto, lasciando anche incompiuta la sottotrama romantica tra i personaggi di Paul Walker e di una sensuale, ma anonima, Eva Mendes. Nei cento minuti di visione non mancano sequenze visivamente appaganti, su tutte la baraonda nella parte finale in cui decine di vetture fanno la loro entrata in scena per permettere la fuga dalla polizia di Brian e Roman, ma il tutto è basato su una struttura troppo debole e approssimativa per suscitare un reale interesse. Anche il rapporto da buddy-movie anni '80 tra Walker e Tyrese Gibson è troppo fragile sia come carica ironica che nell'alchimia tra i due interpreti e l'impressione generale al giungere dei titoli di coda è quella di aver visto un b-movie ad alto budget privo di personalità.

2 Fast 2 Furious La presenza del compianto Paul Walker non basta a donare valore aggiunto ad un sequel "da cassetta", semplice sfruttamento di un franchise che sarebbe tornato a migliori fortune qualitative solo qualche anno dopo: 2 Fast 2 Furious latita nella sua secondaria anima da thriller poliziesco rivelandosi convincente solo nelle esaltanti sequenze su quattro ruote, realizzate con dovizia dal regista John Singleton. Ma tolto l'aspetto esteriore, con un cast sexy e un parco macchine di tutto rispetto, la produzione soffre di evidenti debolezze strutturali e narrative che il dinamismo degli inseguimenti / corse a mille all'ora non è in grado di nascondere.

5

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