Recensione 100 gradi sotto zero

Un padre deve salvare i suoi figli in vacanza a Parigi nel bel mezzo di una nuova era glaciale in 100 gradi sotto zero, ennesimo mockbuster Asylum.

Recensione 100 gradi sotto zero
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Steve Foster, eroe di guerra e pilota di aerei, è in viaggio con la sua nuova compagna destinazione Parigi, dove deve incontrare i figli adolescenti da lui avuti nel precedente matrimonio. I due ragazzi infatti, Ryan e la bella Tarin, si trovano per motivi differenti nella capitale francese. Ma nelle ultime ora l'intera Europa è scossa da cataclismi climatici di enorme portata, scatenati da una serie di inspiegabili eruzioni che hanno dato il via ad enormi nubi in grado di oscurare il sole e di abbassare considerevolmente le temperature. Questo è soltanto il preambolo di un'imminente era glaciale che rischia di mettere in ginocchio l'intero Vecchio Continente, provocando morte e distruzione. Per Steve, nel frattempo in contatto con il colonnello Ralph Dillard, suo ex-commilitone ora a capo delle forze militari statunitensi stanziate in Europa, inizia così una vera e propria corsa contro il tempo per portare in salvo i suoi cari.

Apocalypse Now

Non poteva che esserci lo zampino dell'Asylum in questo mockbuster del 2013 vagamente ispirato, almeno nello spunto di partenza, al The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo (2004) diretto quasi un decennio prima da Roland Emmerich. Se già l'originale, pur non del tutto da buttare, non era certo un film memorabile, in questa brutta copia troviamo tutti i difetti congeniti delle produzioni dello studio americano, solo parzialmente smussati da una realizzazione leggermente meno approssimativa del solito (nel budget infatti hanno confluito le finanze di altri due studi) e dalla presenza in due dei ruoli principali di interpreti di una certa fama quali Jeff Fahey (Planet Terror, Il tagliaerbe) e John "Gimli" Rhys-Davies. 100 gradi sotto zero mette in chiaro i suoi intenti fin dal titolo, proponendoci una novella Apocalisse contemporanea causata da eventi climatici fuori controllo che danno il via ad una nuova Era Glaciale. Tra chicchi di grandine grossi come palle da rugby e improvvisi terremoti assistiamo così ad una vicenda di eroismo e riconciliazione familiare in novanta minuti ambientati per la quasi totalità in quel di Parigi, con tanto di monumento simbolo quale la Torre Eiffel a giocare un ruolo importante nella storia. Dopo i vari servizi del telegiornale atti ad annunciare la catastrofe, dall'Italia alla Turchia, dalla Germania all'Islanda, tutta la narrazione segue i destini delle due coppie di protagonisti: Foster padre & nuova moglie e i due figli ventenni soggiornanti nella città dell'amore. Destini che, come nel classico lieto fine di stampo tipicamente hollywoodiano, sono portati a ricongiungersi nel finale senza che però un sussulto drammatico agiti il cuore della vicenda e che gli effetti speciali regalino il minimo sindacale di tensione e/o spettacolo. E con tanto di ciclone di ghiaccio fuori da ogni logica scientifica, tanto che appare più probabile, e auspicabile, un qualsiasi sharknado di sorta.

100 gradi sotto zero Mockbuster ritardatario de L'alba del giorno dopo (2004), 100 gradi sotto zero non toglie e aggiunge nulla di che ai classici mockbuster Asylum, saga di Sharknado (per sua fortuna) esclusa. Effetti speciali di infima qualità, una narrazione banale e personaggi privi di personalità si muovono all'interno di un dipanarsi di eventi forzati e illogici, nemmeno capaci di aderire ad un citazionismo altre volte più marcato. Qui gli ottanta e rotti minuti di visione si trascinano stancamente fino ai titoli di coda, sciupando in ogni modo il potenziale fascino dell'ambientazione parigina e inanellando perle su perle di stupidità scientifiche che farebbero gridare al WTF anche i più accaniti catastrofisti.

3.5

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