The Recall: il futuro del cinema su tre schermi, intervista a Fabio Mogavero

Il 2 giugno è uscito negli USA The Recall, film pensato per il formato panoramico BARCO Escape, a spiegarlo è Fabio Mogavero.

The Recall: il futuro del cinema su tre schermi, intervista a Fabio Mogavero
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Il 2 giugno è arrivato nelle sale canadesi e statunitensi The Recall, film fantascientifico con Wesley Snipes e RJ Mitte che vede come protagonisti cinque ragazzi intenti a trascorrere una tranquilla vacanza in riva al lago. Le cose però diventano presto tutt'altro che rilassanti, a causa di un'invasione aliena con fenomeni di abduction di massa. Diretto dall'art director Mauro Borrelli, il cui nome figura all'interno dei reparti artistici di titoli come The Hateful Eight, Star Wars: Gli ultimi Jedi, Capitan America - Il primo Vendicatore, Dracula Untold e il videogioco di successo Bioshock (per approfondire vi rimandiamo al suo sito personale), il film presenta una particolarità non da poco, che lo rende unico rispetto a qualsiasi altro concorrente nel genere. The Recall è infatti girato per essere proiettato in un particolare formato chiamato BARCO Escape Panoramic, che ha debuttato nel 2014 con The Maze Runner.

Si tratta di una tecnologia cinematografica immersiva che mette lo spettatore al centro dell'azione, grazie a tre pannelli e altrettanti proiettori DCI Barco Series II, in grado di arrivare anche a 120fps per ogni schermo. Sedersi all'interno di un cinema dotato di questa tecnologia significa essere avvolti dalle immagini, nulla a che fare con l'IMAX che invece necessita di un solo, gigantesco schermo frontale. Come potete ben immaginare, questa speciale modalità di proiezione permette a sceneggiatori e registi di pensare e scrivere un film in maniera completamente nuova. Per capire meglio cosa significa lavorare con questo formato abbiamo intervistato Fabio Mogavero, script developer e assistant producer/director di The Recall, che ha lavorato allo sviluppo della sceneggiatura e all'approccio filosofico del progetto rispetto a questo speciale formato di proiezione.

Uno schermo moltiplicato tre

Cosa significa lavorare ad un film con tecnologia BARCO Escape Panoramic? Cosa avviene di diverso rispetto ad un film classico, nelle varie fasi della produzione?
Dal punto di vista dello sviluppo, l'implemento di questo nuovo formato può essere percepito e pensato per due tipi di fruizione. Il primo è un super wide screen avvolgente: pensate ad uno schermo (da 11 a 22 metri) replicato per tre, che crea una sorta di stage, in cui lo spettatore si trova dalle parti della quarta parete. Questa è la direzione intrapresa da JJ Abrams, ad esempio, con Star Trek Beyond. Il secondo tipo di fruizione è invece quello in cui i tre schermi possono mostrare immagini in maniera indipendente... ed è qui che le cose si fanno davvero interessanti. Significa niente di meno che riscrivere il linguaggio cinematografico. Immaginate: sullo schermo di sinistra i personaggi arrivano alla loro terra promessa mentre su quello di destra inizia una panoramica sul loro POV. Immaginate un film d'azione con inseguimenti, incidenti e  sparatorie (un Fast & Furious ad esempio) mostrati da più punti di vista contemporaneamente, o un dettaglio su cui non si deve andare a tagliare - o non si vuole - che resta presente su uno degli schermi. Oppure un semplice two-shots. Siamo di fronte a una specie di "interattività" della visione in cui lo spettatore sceglie su cosa focalizzare l'attenzione. A livello di montaggio pensate a come si possa giocare anche solo con il ritmo: gli schermi si possono ad esempio accendere da destra a sinistra per qualche motivo, o a seconda di una musica, come accade per il temporale nel trailer di The Recall ad esempio. Oppure immaginate ancora cosa un filmmaker come Terrence Malick potrebbe tirare fuori da questa nuova possibilità. O Spike Jonze, o Michel Gondry. A livello narrativo, di regia e di montaggio le possibilità sembrano davvero infinite. È chiaro che bisognerà abituare il pubblico e costruire le esperienze in modo molto oculato. A livello produttivo poi sono due le cose che vengono subito in mente: l'uso di una telecamera apposita per le riprese e un periodo di montaggio naturalmente molto più esteso.

Immaginiamo ora di entrare in sala: da spettatori cosa possiamo aspettarci? Come si vive l'esperienza BARCO Escape Panoramic?
L'esperienza è stata anche pensata per favorire il re-view del film, motivo per cui la visione è ben diversa a seconda della posizione che lo spettatore prende in sala. Nelle prime 7/8 file circa (dipende dalla sala), si è completamente avvolti dai tre schermi, ci si trova dentro il perimetro dello "stage", si ha dunque un'immersione decisamente più profonda e attiva. Le file posteriori invece offrono una visione più panoramica e d'insieme per chi preferisse un approccio un po' più morbido. Gli studios sperano che questo doppio modo di fruizione possa aumentare il repeat viewing dei fan dei grandi franchise e non.

Cinema multischermo e televisione

In un'epoca in cui il cinema si è fatto "piccolo", con Netflix che fa uscire le nuove produzioni direttamente in TV, un formato così particolare può risollevare le sorti della sala cinematografica? Può tornare a sorprendere il pubblico?
Deve farlo! Il cinema oggi ha il dovere di offrire di più agli spettatori. Da un certo punto di vista Netflix, Hulu, Amazon e simili hanno rivoluzionato/salvato l'industria, dall'altro hanno tolto una parte della magia della sala cinematografica. Una via verso la riconquista dello scettro magico è l'innovazione, vedere un film dev'essere la parte centrale dell'esperienza ma non l'unica. Il 3D in questo senso era solo il primo passo. Basti pensare ai cinema-salotti che stanno spuntando sempre più spesso nelle grandi città. A Los Angeles frequento spesso un cinema di una catena (iPic) in cui si sta seduti su una poltroncina imbottita, reclinabile e con tavolino sulle gambe, con "camerieri" e popcorn gratuiti a volontà, la cui sala è collegata ad un ristorante le cui pietanze si possono ordinare e pagare tramite iPad. È una "bastardizzazione" della classica esperienza cinematografica e allo stesso momento un necessario evolversi di un nuovo modo di pensare alla stessa. Il formato Escape è un'evoluzione di questo trend, con in più un cambio linguistico epocale, a differenza del 3D. A questo proposito, l'ultimo stadio, l'ultimate experience se vogliamo, dell'Escape sarà implementare il 3D nei tre schermi. Provate a immaginare 3 schermi da 22 metri ognuno, con 4K e 3D. In poltrona.

BARCO Escape Panoramic nel mondo

In Europa i cinema attrezzati per questo super formato si trovano solo in Belgio e in Olanda, negli USA invece quanto si stanno diffondendo? Ci sono i presupposti che possa diventare un formato di massa? Del resto l'Hollywood Reporter pensa che il cinema del futuro sarà esattamente così, in formato super panoramico.
Negli USA penso siano una cinquantina le sale attualmente pronte. L'ostacolo maggiore è la riconversione delle sale per ospitare i tre schermi, una conversione costosa. Detto questo la cosa più che incoraggiante è l'enorme investimento che Hollywood sta facendo su questa tecnologia: alcuni dei più grandi produttori (come Jerry Bruckheimer) e Studios (con la Fox in prima linea) stanno scommettendo grandi cifre su Escape. Quindi si, penso che col tempo potrà diventare uno standard, o per lo meno una solida alternativa al cinema usuale. Quello che vedo grigio è quanto ci vorrà in Italia per iniziare a vedere la prima sala Escape. Spero che qualche innovatore (come l'Arcadia) veda lontano e provveda presto. 

L'Escape Panoramic non sembra affatto un formato destinato all'intrattenimento casalingo, eppure la Realtà Virtuale potrebbe offrire grandi soddisfazioni a riguardo, cosa ne pensano i produttori? Sono consapevoli delle potenzialità o non ci credono ancora abbastanza?

VR casalinga per film? Se parliamo di interi feature, non ancora, ma non siamo molto lontani. In questo momento Hollywood sta testando una strategia di marketing che utilizza il VR, si stanno girando sempre più corti per la realtà virtuale per motivi di promozione del film in sala. Vedremo sempre più spesso filmati brevi in VR che raccontano aspetti non mostrati nel film vero e proprio: pezzi di narrazione precedenti alla storia del film, o di un b-plot che la trama principale non tocca, o semplici esplorazioni dei set.

Per The Recall è stato realizzato un corto - The Recall VR Abduction - in cui i ragazzi protagonisti devono fuggire dagli alieni che stanno occupando il pianeta. In questo caso verrà utilizzato come contenuto speciale nell'uscita home/digital. Tutto il cast del film ha partecipato, inclusi Wesley Snipes e RJ Mitte, i due volti più conosciuti del film. Trovo molto interessante questo nuovo strumento e da fan della VR spero che prenda piede, anche per quanto riguarda interi film. Detto questo, come nel caso dell'Escape, anche per il VR sarebbe da riscrivere buona parte del linguaggio della narrazione cinematografica. Ma si farà, e spero presto.

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