The Nice Guys - Shane Black, Russell Crowe e Ryan Gosling

Affiancati dal regista Shane Black e dallo storico produttore Joel Silver, Russell Crowe e Ryan Gosling sono approdati a Roma per presentare alla stampa The nice guys, tramite cui rispolverano il buddy movie.

The Nice Guys - Shane Black, Russell Crowe e Ryan Gosling
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Uno si aggiudicò il premio Oscar per la sua performance sfoggiata nell'osannatissimo Il gladiatore di Ridley Scott, l'altro ottenne una candidatura all'ambita statuetta grazie all'interpretazione in Half Nelson di Ryan Fleck.
Neozelandese classe 1964 il primo, canadese nato nel 1980 il secondo, Russell Crowe e Ryan Gosling tornano sul grande schermo nella commedia d'azione The nice guys, nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 1 Giugno 2016, sotto distribuzione Lucky red.
Commedia ambientata nella libertina, stravagante e decisamente trendy Los Angeles degli anni Settanta, dove i due - l'uno detective senza scrupoli, l'altro investigatore privato piuttosto truffaldino - finiscono per scoprire il caso del secolo dopo essere stati coinvolti nelle indagini relative ai casi di una ragazza scomparsa e della morte di una porno star apparentemente non correlati.
Affiancati dal regista Shane Black e dal produttore Joel Silver, entrambi tra gli artefici della popolare saga Arma letale, hanno incontrato a Roma la stampa, cui Crowe ha anche rivelato che è stato bellissimo tornare a lavorare in questo film con Kim Basinger, collega che non vedeva forse da dieci anni.

Vi presento Shane Black...

Joel Silver e Shane Black sono stati tra i fautori dell'action movie anni Ottanta, filone che risentiva molto del giustizialismo reaganiano e nei cui film i cattivi venivano uccisi tutti. In questo lungometraggio, invece, sembra essere lasciato alla fine uno spiraglio per la rinascita del male, quasi a testimoniare che quello che fu il sogno americano sia ormai giunto al termine...
Shane Black: Qui parliamo delle piccole vittorie, non di quelle grandi e importanti. Penso che ci sia un filo dolce-amaro che scorre nella vita di Russell Crowe. Se prendiamo anche Il gladiatore, lì il protagonista non vince; forse alla fine siamo felici che il personaggio di Joaquin Phoenix muoia, perché probabilmente quello di Crowe trova una pace un po' incerta, riesce a lasciar andare questo mondo torturato. Anche in The nice guys i due protagonisti forse trovano qualcosa che consente loro di vivere in questo mondo torturato.

È contento Russell Crowe di tutto ciò che ha fatto nella sua carriera?
Russell Crowe: La bellezza del mio lavoro risiede nel fatto che hai la possibilità di interpretare dei ruoli che cambiano continuamente e, allo stesso tempo, cambia continuamente ciò che ti viene offerto. La cosa bella è che all'inizio della mia carriera andavo sul set e quasi tutti i registi erano più grandi di me, negli ultimi anni, invece la maggior parte sono più giovani. Molti attori interpretano un solo ruolo, mentre a me piace variare, magari vestire anche i panni di un tizio coi capelli bianchi. Se facessero il remake di Sul lago dorato, io sarei felicissimo di interpretare un personaggio settantenne. Tra l'altro, per scegliere i ruoli io leggo la sceneggiatura e, se la storia mi prende ed entro in essa, decido di interpretare il film.

Come vive Ryan Gosling la sua condizione di nuovo sex symbol desiderato dalle donne di tutto il mondo?
Ryan Gosling: Sì, diciamo che essere definito sexy mi fa sentire a mio agio (ride).

Per questi due personaggi vi siete ispirati ad altre coppie di buddy movie?
Russell Crowe: Io ho guardato soprattutto Ryan in Young Hercules (ride).
Ryan Gosling: Fu da lì che ho iniziato a sentirmi sexy (ride).
Russell Crowe: Venne girato in Nuova Zelanda, che è il cuore di tanti uomini sexy (ride).
Ryan Gosling: Comunque, non abbiamo preso spunto o fatto riferimento a qualche coppia in particolare, fondamentalmente ciò è frutto dell'opera di Shane Black, perché lui è il maestro. Questi personaggi così unici erano fantastici sulla carta e già poterli abitare era una sfida.
Russell Crowe: Ovviamente, sia io che Ryan siamo cineasti e cinefili, quindi, in ogni caso, conosciamo le coppie storiche come Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto, Bing Crosby e Bob Hope, e Gene Wilder e Richard Pryor; però si tratta di personaggi con differenze fisiche tra loro e noi non abbiamo mirato a questo. I nostri personaggi erano già sviluppati bene sulla pagina, abbiamo solo cercato di dargli vita mantenendo lo spirito che il regista voleva dargli.

Quali riflessioni avete fatto per interpretare questo tipo di commedia?
Russell Crowe: Quello che uno cerca di fare è cercare di mettere sempre qualcosa di comico e divertente, anche in un film drammatico. Non capisco per quale motivo dai film drammatici c'è questa rimozione chirurgica delle parti comiche, perché in questo caso siamo riusciti a farlo in maniera fantastica. Spesso succede che in un film drammatico giri cose comiche che, poi, però, finiscono sul pavimento della sala montaggio e non vengono messe. Invece, secondo me in un film drammatico l'elemento comico diventa un elemento disarmante nei confronti dei personaggi, ti rende più suscettibile al cazzotto emotivo che arriverà. Shane qui ci ha consentito di mettere tutto questo, così anche la parte di violenza e azione che arriva ha un altro effetto. La differenza tra il film comico e drammatico risiede nel fatto che la comicità sai subito se funziona, mentre una cosa drammatica deve trovare eco nell'altro attore e nel pubblico.
Shane Black: Io volevo solo aggiungere che, secondo me, un grave errore che fanno molti è limitare un film a un unico tono, senza mai variare.

... e i suoi bravi ragazzi

Dopo l'esperienza in Chi ha incastrato Roger Rabbit, Joel Silver ha mai pensato di tornare a fare l'attore?
Joel Silver: Direi che giro direttamente la domanda al mio agente Ryan Gosling, ne sa sicuramente più di me (ride).
Ryan Gosling: Sono felice che tu mi abbia fatto questa domanda, perché Joel è veramente un grandioso attore. E, se andate online e cercate una clip in cui Joel urla contro di me e Russell perché non utilizziamo sufficientemente Twitter, vi posso garantire che è una performance fantastica, quasi da Oscar. Quello che noi facevamo davanti alla macchina da presa in questo film era inferiore a ciò che Joel riusciva a fare dietro o lontano. Mi piacerebbe tanto che voi vedeste quel film (ride).
Russell Crowe: Forse già lo sapete, ma per l'anno prossimo la Academy ha ampliato alcune categorie aggiungendo quella relativa al miglior attore per le performance negli interstizi dei social media (ride).

Parliamo delle donne nel film e di come, in generale, portano avanti la vita di un uomo...
Shane Black: Penso che le donne presenti qui rispettino veramente la tradizione dei film noir, dove, appunto, c'è spesso molta paranoia tra i due sessi. In The nice guys credo vi sia una corruzione dell'innocenza, a mio avviso è una vera e propria favola. Non potrebbe essere altrimenti, abbiamo dei Pinocchi ed è un po' la storia di due cavalieri che cercano di salvare la dama in pericolo, sullo sfondo, però, di una città corrotta. Quindi, abbiamo la donna spietata, la femme fatale, ma, a questo punto, ciò che bisogna fare è una decostruzione del genere detective story. Poi, abbiamo anche il personaggio della figlia di Ryan, Angourie Rice, che si rivela più intelligente dei due protagonisti.
Russell Crowe: Per quanto riguarda i rapporti tra uomo e donna, io credo che l'equilibrio si raggiunga dove la parte maschile rispetta e ama quella femminile e viceversa. Dove c'è una questione di leadership c'è lo squilibrio, quindi le cose non funzionano. Le due cose devono camminare insieme.

Russell Crowe continuerà a fare concerti con la sua band?
Russell Crowe: Sì, continuo a suonare, anche se qualche anno fa ho deciso di continuare a farlo solo a livello personale perché in pubblico era faticoso. Tra l'altro, oggi con i social media è molto più facile farsi pubblicità e non abbiamo bisogno di recensioni della stampa. Chi viene, lo fa solo per sentire buona musica. Ovviamente, con il tempo la band è cambiata e abbiamo completato di recente un altro album.

Tornerete entrambi a cimentarvi nella regia?
Ryan Gosling: Sì, sto preparando due film e mi auguro che almeno uno dei due sia pronto per il prossimo anno. Mi auguro anche che Joel Silver accetti di recitarvi (ride).
Joel Silver: No, no (ride).
Russell Crowe: Questo sarà abbastanza facile, considerando che tu sei il suo agente (ride). Devo dire che non mi sono mai sentito più a mio agio sul set se non in quelle situazioni in cui ero io a prendere decisioni, dare ritmi e dare ordini per macchina da presa e attori. Certo, vorrei tornare in quella condizione ideale, ma ciò dipende da quello che mi viene offerto. Voglio poter fare il regista e avere a disposizione una grandissima tela, voglio diventare Tiziano. Intanto, sto sviluppando qualcosa vediamo che succederà. Poi, visto che Ryan ha fatto un fantastico lavoro come giovane Ercole, sto cercando disperatamente di convincerlo a interpretare il giovane Cesare (ride).

Ryan Gosling può anticiparci qualcosa sul secondo Blade runner?
Ryan Gosling: A parte dirvi che cominceremo molto presto le riprese, non posso aggiungere altro perché c'è un cecchino pronto che ha preso la mira e mi spara se parlo ancora (ride).

Tra i futuri progetti di attori e regista vi sono un reboot, un remake e un sequel. È più difficile per voi trovare ruoli originali nella Hollywood di oggi?
Ryan Gosling: Per quanto riguarda questo film, si tratta di una storia originale che non è basata né su un libro, né su una serie televisiva, né su un'altra pellicola. Per me è stata una fantastica opportunità poterla interpretare. Personalmente, con remake e sequel io non ho alcun tipo di problema, dipende da come vengono fatti. Per esempio, Blade runner è un film che ho sempre amato e, crescendo, da ragazzino, amavo i sequel, perché è bello vedere l'evoluzione dei personaggi e dei mondi di cui ti innamori. Pensiamo alla serie televisiva I Soprano, che è anche molto cinematografica. Il fatto che il protagonista vada in terapia e che attraverso la serie tu riesca a seguire l'evoluzione del personaggio ti consente di andare più in profondità nella storia. Quindi, se c'è questa opportunità, ben venga, la voglio cogliere.
Russell Crowe: In realtà, è una questione di ambiente. Quello cinematografico è diventato più difficile, ma pensiamo al fatto che, a teatro, qualcuno ogni anno sale su un palco per interpretare l'Amleto, ma nessuno ha da ridire nulla. Per esempio, io nel nuovo La mummia interpreterò un piccolo ruolo, ma non lo possiamo considerare un remake, è un qualcosa di completamente diverso. Oggi gli studios cercano di porre l'enfasi su quelle cose che la gente sa già, le loro risorse vengono messe su una determinata idea che viene poi sviluppata ad altissimi livelli creativi. Io sarò Henry Jekyll e questi mostri verranno rivisitati, quindi si rivedrà magari una parte di quelli che sono stati i mostri degli anni Quaranta e Cinquanta, ma non necessariamente possiamo definire ciò un remake. È qualcosa di completamente diverso.

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