Intervista The Amazing Spider-Man 2: incontro con il cast

Abbiamo incontrato a Roma Andrew Garfield, Emma Stone e il resto del cast del nuovo film dedicato all'Uomo Ragno

Intervista The Amazing Spider-Man 2: incontro con il cast
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Arriva, dal 23 aprile in ben 800 copie in tutta Italia, The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro, il nuovo film dedicato al tessiragnatele più amato di sempre. A presentarlo prima alla stampa e poi al pubblico italiano (tra red carpet e spettacoli dal vivo in una spettacolare scenografia allestita per l'occasione davanti al The Space Moderno), sono arrivati oggi a Roma i quattro protagonisti: Andrew Garfield, scherzoso e alla mano come sempre, Emma Stone, raggiante in un abitino bianco che ne valorizzava il fascino, un Jamie Foxx in formissima e un Dane DeHaan meno serioso del solito. Insieme a loro, il giovane regista Marc Webb e il produttore Matt Tolmach. Li abbiamo incontrati in uno sfarzoso Grand Hotel nei pressi di Piazza della Repubblica e... quel che segue è il resoconto!

Marc, come le piacerebbe che titolassero i quotidiani per questo nuovo Spider-Man?
Marc Webb: Difficile dirlo. Penso che Spider-Man sia un supereroe tutt'altro che cinico e anzi positivo, propositivo. Quando affronta il male riesce a trasformarlo, a cogliere il lato positivo delle cose. La storyline che coinvolge Gwen è stata scioccante, provocativa per l'epoca, per gli anni '70. Ha cambiato tante cose, non solo nei fumetti di Spidey ma anche nel fumetto in generale. Non è stato facile adattarne le storie sul grande schermo ma sono sicuro che sia qualcosa di cui la gente parlerà, magari a lungo.

Nella tela del ragno

Lei conosce la cultura e la lingua italiana: è vero che ha avuto modo di studiarla?
Marc Webb: (risponde in italiano, ndr) “Ho studiato italiano tanti anni fa...” ...ma il mio italiano è tutto qui!!

Quali sono gli ingredienti per un film e una saga di successo come la vostra?
Marc Webb: Quello che rende il nostro eroe così speciale è che è una persona normale: è solo un ragazzo qualunque, non un alieno, non un miliardario. Solo un ragazzo che, come tutti, ha problemi con la ragazza, è squattrinato, e così via.
Andrew Garfield: Concordo. Chiunque può essere sm sotto il costume. Non vedi il colore della pelle. Non vedi da dove viene. Chiunque può riconoscersi sotto la tuta di Spider-Man. Può essere un esile ragazzo del Queens, potrebbe essere bianco, nero, cinese...

Ci dica qualcosa riguardo al rapporto sentimentale tra Gwen e Peter, così ben ripreso dai fumetti tra leggerezza, difficoltà e anche un po' di humour.
Marc Webb: È una delle cose piacevoli, a me piace il romance. E la cosa fantastica è l'interpretazione di Andrew ed Emma dei rispettivi personaggi. Non sembra che recitino un copione, sono assolutamente naturali.
Emma Stone: Si nota che è un tema nelle corde di Mark, che per lui è importante. Lui ci ha lasciati liberi di essere sinceri e naturali, a volte addirittura di improvvisare per essere autentici.


Lei interpreta quasi due personaggi distinti. È stato più difficile calarsi nei panni del loser Max o del potente Electro in CGI?
Jamie Foxx: È stata una sfida, tutto quanto. Alla fine sì, erano due ruoli. Quando ero Max c'erano anche momenti teneri o buffi, da Electro invece ho potuto tirar fuori la cattiveria repressa. In realtà il personaggio è comunque un perdente, in entrambe le versioni.

Sua figlia cosa dice di questo suo roulo da “cattivo”?
Jamie Foxx: Be', mia figlia è sempre contenta di vedermi “trasformato”. Anche se ha solo cinque anni. Già la portai all'età di tre anni sul set di Django Unchained, ora l'ho portata su quello di Spidey e ne è stata felicissima. Poi ai bambini piace tantissimi il costume di Spider-Man, me ne sono reso conto personalmente, anche vedendo quanti bimbi lo indossano durante questi tour promozionali che stiamo facendo. È un franchise che piace a grandi e piccoli.

Cartoonesco. Nel senso buono!

Quello di TASM 2 è lo Spidey più simile ai fumetti mai visto, a partire dalle movenze, dal modo di parlare, combattere e porsi. Come avete lavorato a questo aspetto? C'è qualche artista che ha lavorato sul personaggio nei fumetti che vi ha ispirato in particolare?
Marc Webb: Tanto per cominciare abbiamo ripescato il costume originale. Siamo tornati a un modello quanto più simile a quello dello Spider-Man classico, a partire dalla versione di Dirko. Poi abbiamo guardato agli artisti che hanno reso il personaggio caratteristico, come Mark Bagley, o lo hanno reinventato, per certi versi, come Todd McFarlane. Era importante l'espressività del personaggio. Riguardo alle movenze, è interessante notare che non è solo questione di pose plastiche ma di atteggiamento del personaggio, molto “cartoonesco”... “boombastico” oserei dire! Quando Peter è Spider-Man si sente felice, libero, è come se volasse.

Andrew Garfield: Sì, mi piace il termine “cartoonesco” che non è diminutivo, anzi, rende l'atteggiamento del personaggio così figo, così unico. È un atteggiamento che ho visto e ricalcato anche su tanti sportivi di fama mondiale molto carismatici, giovani, energetici, sul loro modo di porsi mentre fanno le cose. E comunque devo dire che essere nel mondo dei fumetti, come professione, è comunque davvero, davvero figo.

La complessità del personaggio di Harry è ben resa. Come avete lavorato su questo?
Dane DeHaan: Questi personaggi sono in giro da quaranta, cinquant'anni, quindi c'è molto materiale da cui attingere e a cui ispirarsi. Bisogna essere rispettosi della fonte originaria ma bisogna anche proporre qualcosa di nuovo, di speciale. Marc è stato molto bravo a farlo, creando un nuovo Harry, un nuovo Goblin e a calarli in un contesto attuale. Me ne sono accorto direttamente leggendo il copione quando me l'hanno proposto.


La chimica tra Peter e Gwen deriva da quella che c'è tra Andrew ed Emma nella realtà. Può raccontarci qualcosa in proposito?
Marc Webb: Li ho solo lasciati liberi di fare (ride). Davvero, non avevano bisogno di tante indicazioni. Abbiamo solo cercato di ricreare l'ambientazione, il contesto, nel modo più naturale, così che loro potessero lasciarsi andare ed essere autentici. Luci, musica, e così via.

Se aveste nella realtà i superpoteri che avete nel film, cosa fareste per il mondo?
Andrew Garfield: Oh cavolo! Ci sarebbero così tante cose da fare... non saprei dirti quale dovrebbe esser fatta per prima! Per esempio c'è sicuramente da impegnarsi sul fronte ecologico. Per fortuna quello lo sto facendo anche nella realtà, perché con questo film abbiamo appoggiato il progetto di Earth Hour (in questa news ne trattiamo in maniera più estesa, Ndr). Un'altra cosa a cui mi dedicherei sarebbe combattere il bullismo. Vorrei inventarmi qualcosa per combatterlo.

Dane DeHaan: Be', Goblin non è proprio un bravo ragazzo! Però, se fossi un Good Goblin userei le enormi potenzialità degli Osborn per fare del bene a tutti, a cominciare dalla ricerca medica.

Un ragno "modello"

La stanzetta di Peter è piena di riferimenti alla cultura pop, non solo nerd. Come avete definito gli elementi che la compongono?
Marc Webb: È una bella domanda. Innanzitutto c'è da definire che volevamo rendere Peter un ragazzo pieno di interessi ma disordinato. Alcuni riferimenti li ho inseriti io, come Antonioni. Altri erano un po' obbligati, come le fotografie. Peter ama fotografare, è un fotografo free-lance anche nei fumetti. Poi volevamo inserire diversi riferimenti reali alla vita comune.

Andrew Garfield: Una cosa carina è che la maggior parte delle Polaroid presenti sono prese dal punto di vista di Spider-Man, con strade riprese da molto in alto, ad esempio.

Sappiamo che state pensando di allargare l'universo di Spider-Man con degli spin-off, tra cui quello dedicato a Venom e quello dei Sinistri Sei. Può dirci qualcosa in proposito?
Marc Webb: Ci sono tanti progetti e tra questi c'è quello con i sei iconici villain. Ci sono tante cose interessanti nel futuro di Peter, potete contarci.


Chi sono i tuoi eroi personali, Andrew?
Andrew Garfield: Tu, tanto per cominciare, perché la domanda era concisa! (ride) Comunque son tanti, come citarli tutti? Gandhi, Michael J Fox, Meryl Streep, Gene Wilder. Cavolo, son tanti, troppi. Te li dico dopo che ho fatto una lista!!

Jamie Foxx: Be', per me ad esempio Mohammed Alì, Prince... (si lancia in una riuscita imitazione di Don't have to be rich, Ndr) Martin Luther King, Halle Berry... è così carina!

Io ho notato molti riferimenti a Ritorno al futuro. Quanto un blockbuster odierno ha bisogno di rifarsi ai grandi classici del recente passato? C'è chi cita e si ispira dichiaratamente, come lei, c'è addirittura chi copia spudoratamente. Sembra ad ogni modo che gli anni '80 stiano ispirando molto il cinema attuale.
Marc Webb: Interessante parallelismo. Ci sarebbe molto da dire, ma tanto cominciare il tema anche qui è quello del tempo. All'inizio del film vediamo Richard Parker che afferma “pensavo di avere più tempo, speravo di averlo”. E anche un supereroe come Spider-Man non può fermare il tempo. È un tema ricorrente. Lo vediamo anche nel discorso di Gwen, quando parla dell'uso che facciamo del tempo che ci è concesso.

Andrew Garfield: Ritorno al futuro è nella top 3 dei miei film preferiti. Oltretutto la costumista dei due film è la stessa: Deborah Lynn Scott, e in certi casi si vede.

Oltre che lavorare sul cinema lei ha girato diversi videoclip musicali. Quanto questa cosa ha influenzato il suo modo di dirigere?
Marc Webb: Musica e immagini sono sempre connesse, per quanto mi riguarda. Ho lavorato nella musica per dieci anni. L'ho fatto fin dai miei esordi professionali, quand'ero ancora uno studente. Per me una storia non si narra solo graficamente.

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