Intervista La ragazza di fuoco - Francis Lawrence

Abbiamo chiacchierato con Francis Lawrence, che ci ha raccontato la sua visione di Hunger Games.

Intervista La ragazza di fuoco - Francis Lawrence
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Quando è arrivata la notizia che non sarebbe stato Gary Ross a dirigere i capitoli successivi della saga di Hunger Games, la preoccupazione è stata istantanea. Il primo film non era certo perfetto, ma aveva moltissimi aspetti positivi e l'idea che un progetto così tanto amato finisse nelle mani di uno sconosciuto ha scosso le sicurezze non solo dei fan, ma anche di tutto il cast. Ma quando il primo trailer de La Ragazza di Fuoco è stato distribuito in tutto il mondo, qualsiasi dubbio è stato sfatato: Francis Lawrence si era meritato la nostra fiducia, aveva capito Katniss e si era innamorato della mitologia di Panem. Avrebbe trattato la saga di Hunger Games come si meritava: dimostrazione lampante ne è il risultato finale, che ha già entusiasmato tutti gli spettatori che hanno avuto modo di vederlo. Non è certo stato facile per lui introdursi all'interno di questo progetto, ma tutto ha funzionato per il verso giusto, così come lui stesso ci ha raccontato in un incontro a Roma, con una dolcezza e un'intelligenza che subito ci hanno fatto capire come mai tutto il cast di Hunger Games lo ha subito accolto con amore ed entusiasmo.

Il successo di Hunger Games

Nei tuoi film precedenti, come Io Sono Leggenda o Costatine, c'è sempre un eroe maschile. Questa volta invece abbiamo un'eroina: quali libertà ti ha concesso questo cambiamento?
Non ho mai pensato che mi avrebbe dato un qualche tipo di libertà. Mi interessava che fosse un bel personaggio e si avvicina moltissimo a un vero essere umano, molto più di ogni altro personaggio su cui ho avuto la possibilità di lavorare. Penso che sia una delle ragioni che la rende un'icona e del perché le persone riescono a relazionarsi a lei, penso che Suzanne Collins abbia fatto un lavoro straordinario nel creare un personaggio al quale sia gli uomini che le donne possono sentirsi legati. È una persona normale e ha quegli istinti di base di sopravvivenza, proteggere la sua famiglia, provvedere a essa. Non è un supereroe, non c'è nulla di soprannaturale in lei, ha il peso della rivoluzione sulle sue spalle... io posso capirla e capisco perché le persone ci si relazionino. Per me è un meraviglioso personaggio sul quale lavorare.

Hai ereditato una grande responsabilità da Gary Ross. Eri spaventato all'idea di trovarti questo giocattolo di successo tra le mani?
Non ero spaventato dal successo del primo film. Non avevo mai fatto un sequel, quindi non sapevo come ci si dovesse sentire, ma il fatto che il film avesse alle spalle un libro e un gran fanbase mi ha dato molta energia. Quando sai che comunque un gran numero di persone verranno a vedere il tuo film, questo porta via gran parte delle tue paure nel realizzarlo. A questo punto per me l'importante era riuscire a fare un film che avrebbero amato... e credo di esserci riuscito. Le mie preoccupazioni erano più che altro personali, perché stavo prendendo le redini di un film con un cast che non avevo scelto io e avevo paura della mia connessione con loro. Il momento più preoccupante, quindi, è stato quello delle prime riunioni con il cast: avevano appena perso un regista e ne avevano acquisito uno nuovo che non conoscevano davvero. Ho dovuto dire a tutti come mi sarei approcciato a film e sperare che fossero tutti d'accordo a rimanere a bordo. Fortunatamente sono un gruppo di persone molto gentili, amorevoli, eccitate all'idea di lavorare al progetto.

Come ti spieghi la popolarità di questa saga?
Onestamente ho delle idee, ma sono solo ipotesi. Non ho la formula per fare di ogni film un successo... Credo che Suzanne Collins abbia deciso di scrivere una storia sulle conseguenze della guerra e della violenza e abbia deciso di scriverla per i teenager, non parlando loro come se fossero dei bambini ma li ha trattati come degli adulti. Lo ha reso emozionale e questo ha creato la connessione. Ha creato un mondo molto dettagliato, dei personaggi davvero interessanti e ha un suo modo di scrivere che permette a chiunque di relazionarsi con Katniss Everdeen. Lei è davvero un essere umano come tutti. E in cima a tutto questo credo che Gary, nel primo film, abbia messo insieme un cast davvero favoloso e il matrimonio tra Katniss e Jennifer Lawrence non sarebbe potuto essere più perfetto, per le sue abilità, ma anche per il modo in cui la gente vede Jen. Penso anche che tu possa guardarti attorno e vedere nel nostro mondo molti aspetti che ci sono anche nel mondo di Hunger Games... si relaziona molto al mondo di oggi.

A proposito di Jen, ci racconti com'è stato lavorare con lei? Com'è stato il vostro primo incontro? Come sta lavorando ai suoi cambiamenti in Mockingjay?
Jennifer è favolosa, è una bellissima persona ed è bello lavorare con lei. È un'attrice fantastica e non smette mai di sorprendermi. Lei davvero riesce a capire... (nel frattempo nella stanza arriva Jennifer). Ecco adesso diventa imbarazzante. Stavamo parlando di te.
Jennifer Lawrence: Oh davvero? Ecco perché hai questa faccia strana.
FL: Non lo sapevo. Questa è la mia faccia imbarazzata. Si è molto talentuosa. È davvero connessa al personaggio, lo capisce. La maggior parte delle nostre conversazioni sono riferite a dinamiche molto specifiche. In Mockingjay esploreremo degli aspetti ancora più complessi, momenti molto emotivi. Lei è stata danneggiata in La Ragazza di Fuoco e lo sarà ancora di più in Mockingjay e deve attraversare un arco di emozioni ancora più complesso.

La mia visione di Hunger Games

Cosa puoi dirci della decisione di non includere alcuni elementi del libro, tipo il Distretto 13...
Sai, quando adatti un romanzo di più di 400 pagine in un film di due ore, sai che ci saranno delle perdite. Ho parlato con Suzanne Collins e abbiamo scelto i pezzi che volevamo ci fossero nel film e sapevamo che c'erano delle scene che, semplicemente, non potevamo realizzare. In ogni caso quello che abbiamo cercato di fare, soprattutto per quanto riguarda il Distretto 13, è stato di impiantare quella stessa idea ma in modo diverso, in altre scene.

Quanto il tuo lavoro come regista di video musicale ti ha influenzato nel creare il ritmo di questo film?
Non credo che i video musicali abbiano influenzato il ritmo di questo film, direi che la cosa più grande che mi sono portato dal mondo dei video musicali riguarda la moda. Trish Summerville aveva lavorato con me sui video musicali e ha un background nel mondo della moda. L'approccio alla Capitale e quello di Effie si ispirano maggiormente alle riviste di moda, rispetto al film precedente. Ci siamo divertiti moltissimo: lei ha trovato questi bellissimi abiti di Alexander McQueen, sono pezzi da museo, e ha fatto un lavoro fantastico nel rendere Capitol abbastanza sofisticata e avesse quello stile di vita che apparisse oppressivo comparato con quello degli altri Distretti.

Avete già iniziato a lavorare alle riprese degli ultimi due film: quanto è impegnativo lavorare a due film contemporaneamente? Hai scelto nuovamente le telecamere IMAX? E perché invece avete deciso di non utilizzare il 3D?
Si, stiamo già girando i prossimi due film, abbiamo iniziato le preparazioni durante il montaggio de La Ragazza di Fuoco. Credo che la difficoltà maggiore fosse di tempistiche per incastrare il tutto, ma il montaggio del La Ragazza di Fuoco è andato molto bene, quindi questo ci ha aiutato molto nel processo. Abbiamo già lavorato per 5 settimane e ce ne mancano ancora 21 di riprese. La cosa bella è che si tratta di una grande storia divisa in due e la sceneggiatura è davvero buona; lo sto trattando come se fosse un unico lungo film e non diviso in due parti. Ma è eccitante, perché è come se non avessimo mai fatto una pausa, ci sono gli stessi sentimenti, la stessa passione, le stesse persone. È una bella sensazione. Non girerò il prossimo in IMAX, più che altro perché, se conosci i libri, sai che per la maggior parte è ambientato sotto terra e quindi ci serviva qualcosa di più pratico. E le camere digitali sono davvero molto buone, sono molto soddisfatto dei risultati, del modo in cui riescono a gestire le luci e i colori. E il 3D... non ne abbiamo parlato per La Ragazza di Fuoco, ero solo molto interessato alla possibilità dell'IMAX quando Katniss era nell'Arena. Non sono molto sicuro se il 3D sia solo un modo diverso di far vedere il film alla gente o di presentarlo in modo che sia qualcosa di più grande se visto in 3D, che ne mostri una prospettiva che non lo dovrebbe riguardare, perché questo film è incentrato sulle conseguenze e in qualche modo il 3D non metterebbe in luce questo aspetto.

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