Intervista Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson

Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson: i modelli da seguire per la nuova generazione

Intervista Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson
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La scelta di Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson, compiuta all'epoca del primo casting di Hunger Games per i ruoli dei due Tributi protagonisti Katniss Everdeen e Peeta Mellark, non poteva essere più perfetta, tanto che oggi molti continuano a inframezzare tra loro le caratteristiche dell'uno e dell'altro, creando dei personaggi iconici, dei modelli da prendere come ispirazione, coloro ai quali le nuove generazioni dovrebbero (e vogliono!) guardare. Dopo settimane passate insieme sul set con i protagonisti di Suzanne Collins, Josh e Jen hanno imparato moltissimo da loro e non riuscirebbero più a immaginarsi le giornate senza Katniss e Peeta. Ne sono successe di cose da quel primo ciak (inutile nominare il supercitato Oscar di Jennifer Lawrence) e i due giovani attori hanno preso coscienza del loro ruolo all'interno della società, di quanta influenza Hunger Games abbia sui ragazzi e di come, ormai, sono diventati i ragazzi d'oro da tenere assolutamente d'occhio (nel bene e nel male). Ma soprattutto hanno imparato a costruire delle relazioni salde e preziosissime dentro e fuori dal set di Hunger Games - La Ragazza di Fuoco, come dimostra l'appoggio che Jennifer e Josh si danno in qualsiasi tipo di evento, i continui scherzi tra tutti i membri del cast e l'intelligente, carismatica e realistica sobrietà con cui affrontano qualsiasi tipo di domanda.

L'importanza di essere Katniss

Cos'ha di tanto speciale Katniss Everdeen?
Jennifer:
Sotto molti punti di vista è un mistero... ma sai, siamo una generazione che per anni ha sentito parlare di guerra e ci sentiamo in agitazione contro il governo, frustrati e abbiamo paura. Questo è un personaggio che è molto coraggioso, ma ha anche molta paura, ha coscienza delle conseguenze della guerra e dell'idealismo.

Non solo il concetto di guerra, ma anche quello dei mass media che comandano la società. Pensi che questo attivi ai ragazzi?
Jennifer:
Non penso che sia un argomento di sfondo, credo che sfortunatamente i media e il governo sono legati tra di loro, anche se in un modo un po' confuso e manipolatore. Basta fermarsi a guardare, e non in modo negativo, che Barack Obama, con la sua campagna, è stato il primo Presidente a essere divenuto una celebrità e i media possono essere molto manipolatori; credo ci possano essere molti pericoli quando questi iniziano a lavorare un po' troppo vicino al governo e alla politica.
Josh: Per me è tutto così confuso. In America, vorrei essere più coinvolto nella politica, ma semplicemente non so dove guardare! Sai che c'è un canale media controllato dai repubblicani e uno controllato dai democratici? E si impegnano così tanto a dare direttive che non sai dove guardare per avere informazioni reali su quello che sta succedendo...

Katniss sperimenta la paura, che le si trasforma in incubi. Come attrice provi ancora questi sentimenti? Hai paura di arrivare sul set e non essere pronta, non essere in grado di soddisfare quello che ti chiedono?
Jennifer:
È buffo perché in realtà io ero terrorizzata...
Josh: ... dalla scena degli incubi!
Jennifer: Esatto, dalla scena dell'incubo. Non ho mai avuto un incubo e non ho mai visto nessuno mentre ne aveva uno e ero molto nervosa all'idea di alzarmi di colpo, avevo paura di sembrare solo un'idiota.
Josh: Ma poi lo hai fatto... e sei stata fantastica.
Jennifer: Grazie. Katniss ha gli incubi perché soffre di stress post-traumatico e fortunatamente io non ho mai sofferto di nulla che gli si avvicinasse anche minimamente. Ovviamente ho degli incubi, ma credo siano di quelli normalissimi. Non ho mai avuto dei sogni sul lavoro, non ci penso in ogni momento. Nel momento in cui me ne vado, lo lascio andare. E alcune volte è un problema perché la notte dopo finisco per aver dimenticato le mie battute! (ride)

Katniss rimane un'eroina riluttante, che sembra essere lì per caso. Le sue scelte sono dovute più che altro al voler difendere la sua famiglia, non vuole diventare il simbolo della rivoluzione. Ma lo sguardo finale in camera è molto eloquente: come si evolverà questo nel terzo film?
Jennifer:
Si, diventa il simbolo della rivoluzione... con riluttanza. È una vera eroina perché capisce che la guerra migliore non è la guerra, perché, come dicevo, capisce le conseguenze della violenza. Puoi avere quello che vuoi, ma non sarà con la morte e la distruzione. Nel secondo film, quando lei comincia a capire la portata delle persone che la conoscono, non vuole quella responsabilità. Vorrebbe che tutti fossero al sicuro, che le violenze finiscano, non vuole uccidere nessuno. E nel terzo film partiamo dalla notizia che la sua casa è stata distrutta e inizia a realizzare che tutta la crudeltà della Capitale è semplicemente ingiusta. Si sente come se non potesse fare nulla.

Questa responsabilità dell'eroina, in un certo senso, può essere anche la tua, di un'attrice che ha avuto in dono un ruolo del genere?
Jennifer:
Più o meno ho avuto la stessa crescita di Katniss. All'inizio sei solo spaventata e poi, quanto inizi a vedere le cose chiaramente, capisci quanto bene puoi fare con questa opportunità. Fa paura... quando sai che tutti ti stanno ascoltando, che una generazione di giovani ti sta ascoltando, ma è anche un'opportunità meravigliosa per dire... cose potenti non è la parola giusta...
Josh: Cose che hanno un significato?
Jennifer: Per mandare ogni forma di messaggio. Tranne che negativa. E mi ricordo mentre leggevo il terzo libro e piangevo quando lei va all'ospedale a trovare i rifugiati dei Distretti, perché era come essere lì. È stato così d'ispirazione per aiutare tante persone e... molte volte dimentico quello che posso fare, sembra così senza senso quello che faccio. Cioè mi piace, lo amo, sono così grata di poter fare dei film, ma non sembra come se fosse importante, non sembra che qualcuno abbia bisogno di me o che li stia aiutando. E quando poi incontro qualcuno che sta male, quando incontro qualcuno che sta soffrendo e sta meglio anche solo stringendoti le mani o firmandogli un libro o scattando delle foto con loro... e sapere che sto rendendo la loro giornata migliore è la sensazione più bella del mondo.
Josh:
Sai, qualcuno mi ha dato una nota la scorsa première. Ho letto il bigliettino e diceva che era la mia più grande fan e che aveva cercato di uccidersi due volte. E ogni volta si rialzava, dopo aver cercato di uccidersi, e rileggeva i libri, vedeva i nostri film... e diceva che io, tu e Liam le avevamo dato qualcosa per cui vivere. E per me, sentire una cosa del genere, rende tutto reale. Facendo film è qualcosa che dimentichi, pensi che sia solo intrattenimento, ma a volte sbatti la faccia contro qualcosa del genere e pensi solo... oh mio Dio. A volte non realizzi per niente che gli effetti che hai sulle persone sono così profondi, così incredibili, e siamo così fortunati di avere la possibilità di fare un lavoro che amiamo così tanto e aiutare le persone.

Katniss è un'eroina fredda e forte, l'esatto contrario della donna sensuale proposta come modello da molte popstar. È anche una che è molto indecisa in amore. Condividi questi aspetti del tuo personaggio? Sei fiera di lei, del suo essere così diversa?
Jennifer:
Sono molto fiera di interpretare un personaggio così. Credo sia molto importante per le ragazze avere un modello del genere, insomma è importante per me. Io sono stata ispirata da lei. In più credo che per molti anni siamo stati molto critici sulle donne quando erano sensuali e, in molti modi, tutti hanno paura di esprimere se stessi, la propria sessualità. Io non lo apprezzo. Mi spaventa quando si rivolge a un pubblico giovane, penso che le persone debbano stare attente, debbano essere consapevoli dell'età delle persone che li guardano...
Josh: Che lo vogliano o no!
Jennifer: Essere un modello non è qualcosa che decidi, da cui semplicemente puoi ritirarti quando non sei più d'accordo nell'esserlo. Ok, smettete di prestarmi attenzione! Perché non smetteranno di farlo. È una responsabilità e non sempre una scelta. Ma non credo che dovremmo giudicare nessuno per esprimere se stesso in un qualsiasi modo.
Josh: Ottimo lavoro!

Prede e predatori

Questa storia è anche una storia d'amore, ma la cosa strana è che i ragazzi attorno a Katniss stanno fermi lì a guardare cosa lei deciderà, non sono conquistatori, nonostante siano molto forti fisicamente. Come sei sceso a patti con questo aspetto del personaggio?
Josh:
(ride) Bhe... penso che sia una relazione molto vera e onesta quella che loro hanno. Cioè... è interessante come le persone abbiano spesso questa idea di rivalità tra Gale e Peeta, ma in realtà, in questo mondo in cui vivono, non hanno tempo per essere gelosi o rivali, sono troppo impegnati a cercare di sopravvivere. E si aiutano a vicenda per sopravvivere. Non ho avuto nessun tipo di sensazione strana nell'essere quello che aspetta per la sua decisione. Sai, credo sia molto realistico. Insomma molte delle relazioni che ho avuto sono state così (ride), sono stato quello che era pronto a partire e lei quella che diceva sempre 'non lo so'. Quindi credo di essere abituato!

Quanto sareste durati voi all'interno dell'Arena?
Jennifer:
Al massimo 5 o 10 minuti!
Josh: Si... io sono con te. Io scapperei via e mi nasconderei. Non potrei mai uccidere qualcuno!
Jennifer: No, certo, non ucciderei nessuno. Non è nemmeno un'opzione. Josh: Troviamo un albero!
Jennifer: Si!

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