Intervista Il ricco, il povero e il maggiordomo

Presentato a Milano il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo

Intervista Il ricco, il povero e il maggiordomo
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Esplosi al cinema nel 1997 con il clamoroso successo di Tre uomini e una gamba (oltre 30 miliardi di lire incassati all'epoca), Aldo, Giovanni e Giacomo, il trio comico più famoso e celebrato dello stivale tricolore, sta per tornare sul grande schermo dopo la parentesi teatrale di Ammutta Muddica, andato in onda per tre serate anche su Canale 5, e a ben quattro anni di distanza da La banda dei babbi Natale (2010) di Paolo Genovese, l'ultima pellicola che li aveva visti protagonisti nonché trionfatori assoluti al botteghino natalizio.
Il ricco, il povero e il maggiordomo, questo il titolo della nuova fatica cinematografica del trio - la nona per loro - è stato presentato alla stampa lo scorso martedì 17 giugno con un incontro tenutosi in cima alla Diamond Tower di Milano, uno dei set su cui stanno avendo luogo le riprese. Attualmente alla terza settimana di lavorazione, il film sarà pronto per uscire nelle sale il prossimo 11 dicembre, prodotto dal fido Paolo Guerra e da AGIDI S.r.l. e distribuito come sempre da Medusa.
Per l'occasione, Aldo, Giovanni e Giacomo tornano anche a vestire il ruolo di registi - insieme al giovane collaboratore Morgan Bertacca - dopo averlo abbandonato nel 2002 con La leggenda di Al, John e Jack.

Il ritorno del trio

Giacomo è un ricco e spregiudicato broker appassionato di golf, con uno spettacolare ufficio di rappresentanza nella "city" di Porta Nuova a Milano e altrettanto spettacolare villa con parco e piscina appena fuori città. Il suo fido maggiordomo è Giovanni, cultore di arti marziali e della filosofia giapponese.
A insaputa di Giacomo, Giovanni ha una liason con Dolores, la sanguigna cameriera sudamericana.
Aldo è un venditore abusivo nel mercato di quartiere. Vive con la madre, una donna burbera e combattiva che lo tratta come un inetto. Nel tempo libero allena un'allegra e inconcludente squadretta di calcio composta in maggioranza da bambini extracomunitari.
Durante una rocambolesca fuga dai vigili che controllano le licenze, Aldo viene investito in auto da Giovanni e Giacomo, che lo caricano su in tutta fretta. Giacomo gli propone un risarcimento in cambio di qualche lavoretto in villa e Aldo accetta, sognando di potersi comprare così la tanto desiderata licenza da ambulante.
L'arrivo di Aldo porta un grande scompiglio, ma per poco: un inaspettato tracollo finanziario colpisce la fortuna di Giacomo. Tutto è perduto, la villa, i risparmi di Giovanni, i soldi promessi ad Aldo. In altre parole: addio villa, addio Dolores, addio licenza. In questa situazione d'emergenza Giacomo è costretto ad accettare l'invito di Aldo: Giacomo e Giovanni si trasferiscono così a casa di Calcedonia, la madre di Aldo. Tra i mille disagi e le disavventure della convivenza, Giacomo riesce a mettere in piedi un nuovo progetto che potrebbe salvarli tutti. La banca, però, esige un garante.
Riuscirà Giacomo, con l'aiuto di Giovanni e di Aldo, a ottenere il prestito necessario ad avviare il progetto? Lo sapremo soltanto dopo un matrimonio, un funerale, un maldestro appuntamento al buio e una rocambolesca irruzione di massa a suon di musica mariachi in una villa messa sotto sequestro.

La parola ad Al, John e Jack

Come è avvenuta la scelta dei ruoli?
Il povero voleva farlo Giovanni ma la faccia da povero ce l’ha Aldo, non ci si può fare niente (ridono). Non c’è stata discussione sul ruolo del ricco, invece. In realtà è un po’ come se i ruoli ci si siano proprio buttati addosso, non siamo noi ad averli scelti!

Parlateci un po' del vostro ritorno alla regia dopo tanti anni...
La regia è firmata a quattro mani ma la mano più sapiente è quella di Morgan Bertacca, ragazzo che alleviamo fin dal 2002. Lavora con noi da almeno 12 anni, ha fatto backstage, ha fatto la regia del nostro show Ammutta Muddica, andato in onda di recente su Canale 5. Ora gli abbiamo affidato il complicato ma spero divertente compito di dirigerci per il grande schermo. Noi punteremmo molto anche su Valerio Bariletti, il nostro sceneggiatore ma non solo: siamo una squadra a cinque per questo film e c'è una sintonia davvero senza pari. Ma adesso basta parlarne che se no quasi quasi ci commuoviamo... (ridono)

Chi sono gli attori che vi faranno compagnia in questo film? Ci saranno anche donne?
Fior fior di attori lavoreranno con noi: Giuliana Lojodice, Francesca Neri, Sara D'Amario, Massimo Popolizio, Rosalia Porcaro e Guadalupe Lancho. C’è anche un bimbo nella storia, che interpreta il figlio di Giacomo. Abbiamo deciso di fare il contrario rispetto a quanto avveniva ne La Leggenda di Al John e Jack: lì c’era un’unica donna che compariva al minuto 75, aveva 80 anni e moriva subito. Qui invece la presenza femminile, come vedete, è molto forte. Ogni volta che grandi attori decidono di recitare in un nostro film, noi non ci crediamo finché non li vediamo davvero sul set. La presenza di Francesca Neri, ad esempio, è per noi un enorme motivo di orgoglio. Lei avrà il ruolo di una direttrice di banca. Per cercare di convincerla a darci un finanziamento, useremo uno stratagemma: le presenterò un ipotetico investitore dell’est che sarà Aldo. Lascio alla vostra fantasia immaginare se questa operazione andrà o meno a buon fine...

Per quanto riguarda le location?
Abbiamo sfruttato parte dell’ambiente nuovo che si è venuto a creare a Milano negli ultimi anni, come la Diamond Tower e la zona circostante. Ma poi abbiamo girato anche in luoghi molto diversi, quelli in cui Aldo svolge la sua attività di mercataro. In via Bronzetti, ad esempio, abbiamo scelto la location per la casa in cui Aldo abita con sua mamma. Stiamo parlando di due ambienti molto contrastanti di Milano. La villa dove vive Giacomo, invece, è a Imbersago, nel lecchese. Ci interessava, comunque, il contrasto tra il mondo affascinante e ricco del centro e quello più antico e popolare delle periferie milanesi. Abbiamo cercato di individuare angoli di Milano un po’ meno visti.

Il netto contrasto tra ricchezza e povertà che si evince fin dal titolo ricorda un po' Il capitale umano di Paolo Virzì. Per caso il vostro film può essere visto anche come la versione "leggera" del dramma del regista toscano?
Inevitabilmente la crisi ci ha condizionati, ci è piaciuto di più raccontare la diversità tra il ricco e il suo mondo caratterizzato da una certa arroganza e superficialità nei comportamenti rispetto alle difficoltà delle persone che erano in qualche modo legate a questa figura.
Tuttavia, non abbiamo pensato a un parallelo con Il capitale umano ma comicamente abbiamo la possibilità di trattare un po’ quegli stessi temi. Però sempre con grande leggerezza, naturalmente. Facciamo film partendo dalle suggestioni che ci arrivano dalla realtà in cui viviamo, quindi ovvio che il sotto sotto sottotesto può portare anche ad un rimando alla crisi... Anzi, l'idea iniziale per il titolo era Il Ricco, il Povero e l'Esodato! (ridono)

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