Intervista Il Gatto con gli Stivali: la parola a Chris Miller

Chris Miller, veterano della serie Shrek, ci racconta il 'suo' gatto

Intervista Il Gatto con gli Stivali: la parola a Chris Miller
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Arriva infine anche in home video Il gatto con gli stivali, il film d’animazione con protagonista il simpatico felino della saga di Shrek: la parola al regista Chris Miller.

Dopo aver conquistato il pubblico cinematografico, Il gatto con gli stivali si prepara ad arrivare anche nelle nostre case. Dal 3 aprile, il film d’animazione con protagonista il formidabile felino spadaccino sarà disponibile in home-video in tre differenti versioni: Combo (Blu-ray, DVD, E-copy), DVD Semplice e Blu-ray 3D (Blu-ray 3D, Blu-ray, E-copy) con vari contenuti extra, fra cui l’inedito cortometraggio Il Gatto Con Gli Stivali: I Tre Diablos, oltre a una serie di scene inedite e al Making of della pellicola.
Il film ha ottenuto un enorme successo di pubblico, con oltre 500 milioni di dollari d’incasso in tutto il mondo, ed è stato ricompensato con la nomination all’Oscar come miglior film d’animazione. Al fianco di Gatto, che abbiamo già conosciuto e amato grazie alla saga di Shrek, troveremo nuovi personaggi, come l’affascinante Kitty Zampe di Velluto ed il bizzarro Humpty Dumpty.

A dirigere Il gatto con gli stivali troviamo Chris Miller, uno dei maggiori esperti di cinema d’animazione degli ultimi anni, qui alla sua seconda regia di un lungometraggio animato dopo Shrek Terzo, nonché doppiatore di numerosi personaggi dei film DreamWorks e Universal. Miller, che già era stato uno dei fautori del successo della saga di Shrek, ci racconta come è riuscito a riportare il personaggio di Gatto sul grande schermo da protagonista assoluto.
«Ero il capo soggettista di Shrek 2. Io e tutte le altre persone coinvolte nel film abbiamo sembre voluto inserire il Gatto con gli stivali. Era una spalla decisamente affascinante e dinamica, e così gli abbiamo creato un background il più strano possibile. È stato dovunque e ha fatto qualsiasi cosa, e abbiamo provato a renderlo davvero diabolico, sapendo però che nel suo cuore è un gatto orgogliosamente leale e con un grande senso dell’onore. È stato molto divertente realizzarlo e svilupparlo; e lui ha finito per rubare la scena, avendo un enorme impatto».
Prosegue Miller: «Ci siamo sempre chiesti quale fosse la sua storia, dove avesse preso i suoi stivali, da cosa derivasse il suo accento e perché parlasse in quel modo. Lui ha questa straordinaria presenza scenica... sono stato felice quando la DreamWorks ha finalmente deciso “Ok, facciamo il film”. Quando ho avuto la possibilità di partecipare al progetto ero davvero eccitato».

Chris Miller ci ha parlato anche della scelta di una star come Antonio Banderas per prestare la voce a Gatto, sia nella versione originale sia in quelle spagnola e italiana: «Tutte le caratteristiche del personaggio erano già presenti nella figura di Antonio. È stato il personaggio a dirci che tipo di film andasse fatto: doveva essere epico, molto romantico e commovente, e naturalmente con numerosi spunti comici. Gatto si prende molto sul serio ed è davvero melodrammatico, il che lo rende subito divertente, e Antonio è bravissimo a rendere questo aspetto del personaggio. Abbiamo pensato inoltre che fosse importante mettere in serie difficoltà il protagonista e spezzare il suo cuore, in modo da dargli delle motivazioni per voler redimere se stesso e rendere giustizia al proprio nome».

"Lo stile degli spaghetti western è una parte del progetto. Volevamo realizzare un film che avesse una dimensione epica e leggendaria"

Miller approfondisce questo aspetto legato all’umanità di Gatto: «Era importante che provasse dei sensi di colpa. Non era sua intenzione rapinare una banca; spesso agisce motivato dalla paura. Non riesce ad affrontare ciò che gli è capitato, ha sempre avvertito delle pesanti responsabilità. Inoltre, gran parte del film è basata sul rapporto fra Gatto e Humpty Dumpty, una sorta di legame fraterno. Il pubblico arriva a capire perché si volevano così bene, quando erano piccoli».
Il gatto con gli stivali, come in parte già la saga di Shrek, è un pastiche che mescola diversi generi cinematografici: «Lo stile degli spaghetti western è una parte del progetto. Volevamo realizzare un film che avesse una dimensione epica e leggendaria, così abbiamo preso alcuni elementi da alcune classiche figure cinematografiche. C’è un po’ di Clint Eastwood, un po’ di Sergio Leone, un po’ di Indiana Jones, un po’ di James Bond, un po’ di Zorro e un po’ di Errol Flynn».

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