Intervista Gladiatori di Roma

Iginio Straffi, Luca Argentero e Belen rispondono alle nostre domande su Gladiatori di Roma

Intervista Gladiatori di Roma
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Gladiatori di Roma 3D è il nuovo esperimento di Iginio Straffi, papà delle Winx. Il lungometraggio, in arrivo in più di 400 sale italiane dal 18 ottobre, è coprodotto da Rainbow e Medusa, che ne cura anche la distribuzione e che, secondo le parole di Giampaolo Letta, amministratore delegato, promette “una qualità a volte al di là dei migliori cartoni animati”. Il giovane protagonista, Timo, è doppiato da Luca Argentero, che abbiamo incontrato insieme a Belen Rodriguez, che presta la voce alla dea Diana, una speciale coach che lo rimette in forma per trasformarlo in un gladiatore di successo.

Com’è nata l’idea di questo progetto?
Iginio Straffi: Ci lavoriamo da oltre cinque anni: lo consideriamo un kolossal di grandi ambizioni e per questo ci siamo affidati anche a Michael J. Wilson, uno degli sceneggiatori di Shark Tale e L’era Glaciale. Volevamo realizzare un film che, come Shrek, fosse per un pubblico dagli 8 agli 80 anni, come si dice in America. E in questo lui ci ha aiutato a trovare un ritmo di un certo tipo, una serie di battute capaci di funzionare in tutto il mondo.

Che mercato avrà?
Iginio Straffi: A primavera del 2013 verrà distribuito da Paramount negli Stati Uniti ma è stato già venduto in 30 Paesi del mondo. Ovviamente ci auguriamo che questa cifra aumenti e che per primo il pubblico italiano lo promuova.

Che differenza c’è tra il doppiaggio di un film e di un cartoon?
Luca Argentero: Quando doppi un attore in carne e ossa devi tener presente il lavoro che ha fatto lui con il personaggio, mentre nei cartoni è più semplice perché il sincrono è meno rigido, anche se qui il labiale del synch è americano. Puoi, insomma, permetterti cose che su un set non hai modo di fare. Il doppiaggio e la recitazione sono come due sport con la palla, ma non è detto che un buon cestista sia anche un buon pallavolista.

A cosa si è ispirato?
Iginio Straffi: Sono partito dal wrestling e dai combattimenti “finti” sul ring che mi hanno fatto pensare ai gladiatori. Ho pensato che si potesse raccontare una storia della cultura italiana che fosse adatta anche ad un pubblico adulto e non solo ai più piccoli, come succedeva per le Winx. Non a caso abbiamo scelto un team di disegnatori diversi, anche se le figure femminili in questo film potrebbero ricordarle. Forse è lo stile Rainbow!

Un debutto negli USA in 3000 sale non è da tutti...
Iginio Straffi: Le stesse Winx hanno ottenuto solo il passaggio in tv e dvd. È raro che un cartoon italiano esca in America, forse una copertura di sale simili non si vedeva dai tempi de La vita è bella. Per venire incontro alle esigenze del mercato a stelle e strisce abbiamo fatto cambiamenti importanti voluti da Paramount, tra cui il taglio di alcune gag.

Ad esempio quali?
Iginio Straffi: In una scena il gladiatore più grosso molla tutto, vuole ritirarsi e diventare parrucchiere. In America e in Arabia Saudita, poi, ci saranno immagini diverse di Diana. Non si vede quando lei mette il piede su una sedia e sembra che colpisca le parti basse di Timo.

Ci sono altri riferimenti culturali che il pubblico non italiano coglierà?
Iginio Straffi: Troveranno centinaia di citazioni, cinematografiche e musicali, come nella scena in cui Timo esce dalla grotta con un pipistrello in testa e ricorda Batman o quando colpisce la colonna e sembra volare come Superman. Abbiamo giocato tantissimo su questo aspetto e abbiamo anche cambiato parti del film in seguito alle proiezioni test in Europa e in America.

Quali cambiamenti sono stati sostanziali?
Iginio Straffi: I baby gladiatori sono piaciuti molto ma all’inizio avevano un ruolo più marginale. Nella stesura definitiva sono diventati come quei ragazzi che frequentano le scuole di calcio e pendono dalle labbra dei loro idoli. Nel nostro caso capiscono di aver riposto male la loro fiducia e il loro amore.

Che tipo di infanzia avete avuto?
Luca Argentero: La mia famiglia è quella del Mulino Bianco: vivevo in campagna con i miei genitori (che stanno insieme tuttora) e mia sorella, oltre a tutti gli animali. Siamo ancora gli stessi e per questo io voglio replicare in futuro questo modello. Spero di essere come mio padre è stato con me.
Belen Rodriguez: Anche i miei genitori sono ancora innamoratissimi e per me rappresentano l’ideale dell’amore. Sono cresciuta in una fattoria con loro, tre fratelli, i bisnonni e tanti cavalli, almeno fino a che a 15 anni ho intrapreso la carriera di modella.

Quali sono, invece, i vostri altri progetti e desideri?
Luca Argentero: Al Festival Internazionale del Film di Roma verrà presentato il film di Michele Placido “E la chiamano estate”, un gangster movie girato in Francia, mentre in primavera arriverà il poliziesco di Marco Risi, “Cha Cha Cha”.
Belen Rodriguez: Oltre a “Colorado” ci sarà “Italia’s Got Talent”, ma se dovessi sognare in grande direi che vorrei tanto girare un film con Pedro Almodovar. Per il resto posso dire che sto facendo quello che ho sognato di fare da quando ero piccola, ma so bene che non tutti hanno vita lunga in tv e le mie soddisfazioni me le sono già prese, continuando a lavorare con la frequenza di prima. È molto complicato sopravvivere nel mondo complesso dello spettacolo.

Che consigli darebbe a chi vuole seguire le tue orme professionali?
Belen Rodriguez: Questo lavoro non lo consiglio a nessuno, meglio trovarsene un altro perché dopo un po’ ti esaurisce...

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