Intervista Claudio Santamaria, 'il primo della lista'

Intervista a Claudio Santamaria, interprete principale de I primi della lista

Intervista Claudio Santamaria, 'il primo della lista'
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In occasione di una proiezione speciale de “I primi della lista”, la divertente tragicommedia di Roan Johnson ispirata a un fatto realmente accaduto e ora nei cinema distribuito da Istituto Luce, abbiamo avuto modo di raccogliere un'intervista esclusiva a Claudio Santamaria, giovane esponente del cinema italiano ben noto per la sua partecipazione a tantissimi progetti cinematografici, televisivi e teatrali con numerosi registi di rango. Santamaria, inoltre, è anche il doppiatore di Christian Bale nella trilogia nolaniana su Batman. Ma veniamo ora alla nostra intervista:

Il film è tratto da una storia vera del passato recente: tu non eri ancora nato all'epoca, ma probabilmente avrai chiesto a qualche parente o amico più grande cosa ricordavano della vicenda...
C.Santamaria: No, guarda, più che altro, ci siam basati su quanto ci ha raccontato Roan Johnson, il regista. Per il resto, calcola che io e il regista eravamo tra i più vecchi sul set! Nessuno di noi ha vissuto quel periodo e questa cosa forse ci ha dato il distacco giusto per poter raccontare quel periodo in maniera diversa: nel senso che forse non si è mai fatto un film sugli anni '70, o comunque un film dove c'è di mezzo la politica, in chiave da commedia come abbiamo fatto noi. Pur essendo una commedia non banale, perché non ha i canoni classici di una commedia. Quindi, penso che questa distanza che noi abbiamo da quel periodo ci abbia permesso di rappresentarlo in maniera diversa: di solito quando si pensa agli anni '70, la mente vola sempre agli anni di piombo, alla strategia della tensione...

E per interpretare Pino Masi, come ti sei preparato? È un personaggio molto particolare...
C.Santamaria: Be', il personaggio è scritto molto bene in sceneggiatura. Abbiamo fatto un lavoro di prove col regista e gli altri attori per cercare questa attitudine al suo 'essere capo', questa abitudine di parlarsi un po' addosso, di dire di sé. La preparazione è stata fondamentalmente un lavoro di prove, in cui abbiamo cercato di tarare il giusto. Roan giustamente pensava che quando Lulli e Renzi conobbero Pino Masi, questi all'epoca era una sorta di rockstar: quindi 'sti due ragazzi che vanno nella soffitta di Masi perché uno deve fare un provino con lui, e si trovano dentro Santamaria, poteva funzionare, perché il mio viso è più conosciuto e c'era il giusto stacco. Secondo Roan Pino Masi doveva essere un attore conosciuto, per creare proprio quel tipo di rapporto con loro due, ed era quello che serviva per il film. Quindi è stato un lavoro, come dire, di gruppo, molto affiatato.

Anche il cinema italiano sta affrontando la crisi. Tuttavia ci sono segnali positivi da parte della nostra produzione: una piccola conferma arriva anche dal successo italiano ed estero di registi e pellicole italiane come Terraferma, a cui tra l'altro hai partecipato tu stesso. Si può parlare in qualche modo di 'rinascita'?
C.Santamaria:Guarda, io non sento un vero e proprio clima di rinascita: sento più che altro che il talento c'è, dappertutto, ovunque e in qualsiasi età; Il problema in Italia, e nel cinema italiano, è che non si può mai parlare di una vera 'rinascita' da un punto di vista produttivo perché al di là del talento manca una politica di protezione dei film, del cinema e della nostra cultura in generale. Cosa che invece è presente in altri paesi, come la Francia, dove gli incassi al botteghino, anche per i film stranieri, contribuiscono al fondo cassa per i film francesi. Quindi in qualche modo la vera rinascita avverrà quando la politica guarderà al nostro cinema, e alla cultura in generale, come qualcosa da sostenere, e non come qualcosa da considerare come futile e non produttiva. Perché la gente al cinema ci va, e crea un incasso, e questo spinge un intero settore.

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