Intervista Cha Cha Cha - Incontro con il cast

Marco Risi e il suo cast ci raccontano la loro Roma noir di Cha cha cha, nuovo lungometraggio del regista che ci cala in un cupo scenario metropolitano insieme a Luca Argentero ed Eva Herzigova.

Intervista Cha Cha Cha - Incontro con il cast
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L'idolo delle donne Luca Argentero è il detective privato Corso, impegnato a portare avanti le indagini riguardanti la morte di un sedicenne, apparentemente deceduto a causa di un incidente stradale.
Eva Herzigova è Michelle, bellissima madre del ragazzo, la quale, ex attrice residente in Italia da diciotto anni, è legata al potente avvocato Argento alias Pippo Delbono, ma ha avuto in passato una relazione proprio con Corso.
Claudio Amendola, invece, è l'ispettore Torre, ex collega dell'uomo, che indaga ufficialmente sugli stessi casi.
Sono i protagonisti di Cha cha cha, nuovo lungometraggio diretto da Marco Risi, che, a quattro anni da Fortapàsc (2009), incentrato sulla breve esistenza e la tragica fine del giornalista napoletano Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra, s'immerge nel noir metropolitano al fine di tentare un ritorno a quel cinema di genere sempre meno frequentato dalla produzione su celluloide nostrana.
E, proprio in occasione dell'uscita della pellicola nelle nostre sale cinematografiche, dove approderà il 20 Giugno 2013 sotto il marchio 01 distribution, regista e cast hanno incontrato a Roma la stampa affiancati dal produttore Angelo Barbagallo e da Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema.

Roma, l'altra faccia de... La grande bellezza

Proprio recentemente, ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino abbiamo visto raccontata una Roma diversa da quella ritratta in Cha cha cha...

Marco Risi: Sono due film completamente diversi, in quanto ne La grande bellezza abbiamo una Roma vista da un giornalista stanco che è un po' Mastroianni, mentre la mia è più oscura e con un investigatore interpretato da Luca Argentero. Ho sempre provato una fascinazione per quella tipologia di personaggi chandleriani spesso avvolti da una romantica solitudine. Come ne Il lungo addio di Robert Altman il personaggio viveva in compagnia di un gatto per il quale aveva delle cure quasi ossessive, il mio investigatore privato divide l'appartamento con Ugo, un cane imperfetto, considerando che ha una zampa in meno. Perché l'ex poliziotto Corso è un idealista desideroso di condurre il gioco in un modo più chiaro e onesto, fino ad accorgersi, però, dell'impossibilità di questo suo desiderio. Poi, a renderlo ancora più umano c'è la storia d'amore con Michelle, che, sebbene appartenga al passato, fa sentire ancora la sua presenza.

Quale Italia s'intendeva raccontare tramite questo film?

Marco Risi: Volevo fotografare l'immagine di un paese in cui tutti sembrano coinvolti nello stesso gioco di potere, tranne uno. Penso che ci troviamo in un periodo in cui qualche cosa sta cambiando, nel senso che si sta perdendo l'adesione a un pensiero comune del tutto sbagliato che, dal periodo andreottiano in poi, ci ha uniti nella convinzione sbagliata di una realtà delle cose mai modificabile. Credo che si stiano aprendo degli squarci di luce e questo ci deve portare a credere nelle nostre capacità di cambiamento. Perché questo paese è sì cialtrone, ma deve cominciare a diventare un po' più serio.

Nel film vi sono anche molti importanti personaggi secondari...


Marco Risi: Io penso che non vi siano mai personaggi secondari; non ricordo chi lo disse, ma non esistono piccoli ruoli, esistono solo piccoli attori. Per esempio, credo fermamente che Marco Leonardi, presente anche in questo film, se fosse negli Stati Uniti, lavorerebbe senza sosta, mentre qui in Italia non gli vengono offerte molte occasioni.

Quanto è stata complessa la realizzazione della sequenza in cui Luca, appena uscito dalla doccia e completamente nudo, viene coinvolto in un violento scontro, ricordando in parte La promessa dell'assassino, in parte Il maratoneta?

Marco Risi:
Inizialmente, a La promessa dell'assassino non ci avevo pensato, mentre Il maratoneta lo vedo già come probabile ispiratore, diretto od indiretto, considerando anche la tipologia di vicenda affrontata nel film.

Luca Argentero: Le preoccupazioni, ovviamente, sono totalmente diverse rispetto a una normale scena di nudo, perché dovevamo rendere tutto dinamico evitando di farci male. Non puoi farti un occhio nero o romperti il naso quando sei sul set con l'esigenza di girare il più velocemente possibile. Io penso che la sequenza funzioni, che, indipendentemente dal fatto che io sia nudo, riesca a trasmettere adrenalina, paura e incertezza tra il buio e le ombre del set.

Claudio ed Eva, invece, cosa possono raccontarci di questa esperienza?

Claudio Amendola:
Tornare a lavorare con Marco ha rappresentato per me una gioia infinita, poi mi ha offerto un personaggio che avrebbe fatto la gioia di qualunque attore, dovendo giocare tutto sulla doppiezza, l'ambiguità e il mistero. Inoltre, qui ho avuto modo di conoscere un attore straordinario come Luca, professionista con una gran voglia di fare questo mestiere, cosa che io ho perso da un po'. Ed e stato anche l'unico a essere riuscito a menarmi sul set, facendomi capire cosa significa avere quindici anni di più (ride).

Eva Herzigova:
Questa opportunità è caduta dal cielo e stentavo ad accettare, ma, dopo aver letto la sceneggiatura, ho capito la bellezza di un personaggio sconvolto dalla disperazione. Tra l'altro, è un ruolo in cui non mostro nemmeno una spalla e anche ciò è stato importante per definire un carattere profondo e colmo di rabbia.

Il detective Corso vivrà altre avventure?

Marco Risi:
Difficile a dirsi, in quanto queste cose vanno di pari passo con gli incassi. Sì potrà pensare a un sequel solo in base a quanto incasserà il film, in quel caso, allora, mi piacerebbe riprendere l'amore tra Corso e Michelle. Magari, i due potrebbero incontrarsi di nuovo.

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