Intervista Belle & Sebastien - L'avventura continua - Incontro con regista e protagonista

In occasione della decima edizione della Festa del Cinema di Roma, il regista Christian Duguay e il giovane attore Félix Bossuet ci hanno raccontato il loro Belle & Sébastien - L'avventura continua.

Intervista Belle & Sebastien - L'avventura continua - Incontro con regista e protagonista
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Francese classe 2005, il piccolo Félix Bossuet lo abbiamo visto per la prima volta sullo schermo in Belle & Sébastien, diretto nel 2013 da Nicolas Vanier prendendo ispirazione da una raccolta di racconti scritti da Cécile Aubry, già fonte di partenza per tre serie di telefilm e una a cartoni animati.
A due anni di distanza da quella pellicola che, ambientata nei primi anni Quaranta, si è trasformata in un autentico successo al botteghino grazie alla tenera storia di amicizia tra il ragazzino Sébastien e il grosso cane bianco dei Pirenei da montagna Belle, Christian Duguay - autore, tra l'altro, del fantascientifico Screamers - Urla dallo spazio e degli horror Scanners 2 - Il nuovo ordine e Scanners 3 - si occupa del sequel Belle & Sébastien - L'avventura continua, maggiormente incentrato sull'intrattenimento e sulle sequenze avventurose e che sarà Notorious Pictures - già casa di distribuzione del capostipite - a lanciare nelle sale cinematografiche italiane a partire dall'8 Dicembre 2015.
In occasione della sua presentazione presso la Festa del Cinema di Roma, dove la produzione ha anche annunciato che arriverà presto una nuova serie animata e, probabilmente, un terzo lungometraggio, abbiamo incontrato il regista e Bossuet, oltretutto in compagnia del Thierry Neuvic che interpreta nel film l'aviatore Pierre.

Professionisti ac...caniti!

Come ai tempi di Scanners 2 - Il nuovo ordine, tuo esordio da regista cinematografico, ti trovi a firmare il sequel di un film diretto da un altro cineasta. Quale approccio hai adottato?
Christian Duguay: Per quanto riguarda Scanners 2 - Il nuovo ordine, parliamo di un film di trentuno o trentadue anni fa (ventiquattro, nda), ormai. Quando mi hanno proposto questo sequel, ero molto in guardia, ero poco incline ad accettare la proposta, ma il mio agente ha molto insistito e mi ha convinto ad incontrare i produttori dopo aver visto, appunto, il primo film. E devo dire che ho scoperto esservi delle affinità con la mia sensibilità; in particolare, io sono noto per essere una persona che ama i rapporti umani nel cinema e, comunque, anche un lato spettacolare. Il film di Nicolas l'ho molto apprezzato, ho trovato che fosse estremamente rispettoso creato dalla serie televisiva e io stesso volevo rispettare quello che era stato il suo approccio, approfondendo anche l'aspetto dei rapporti umani, dato che si sviluppava una storia in cui era importante vedere nascere emozioni nel piccolo Sébastien. Quando ho letto la sceneggiatura, mi sono ritrovato molto, in particolare per questa tematica della paternità scoperta e del concetto di accettazione della paternità che mi sta molto a cuore. Ovviamente, considerando che il film poggia sempre sulle spalle di un piccolo protagonista e che deve approfondire tutta una serie di rapporti umani.

Come è stata girata la sequenza dello scontro tra Belle e l'orso, molto realistica?
Christian Duguay: È stata una scena molto complessa da girare anche perché ho scoperto soltanto tre giorni prima di realizzarla che non avrei mai potuto avere l'orso e il cane nella stessa inquadratura. A quel punto, abbiamo deciso di usare un gigantesco pelouche oppure una persona con indosso il costume da orso e si è optato per questa seconda possibilità. Abbiamo anche dovuto utilizzare dei ventilatori, perché faceva un caldo pazzesco. Per quanto riguarda il pelouche, lo abbiamo sfruttato soprattutto quando c'è lo scambio di zampate tra l'orso e il cane. Una cosa che non mi era piaciuta del primo film è il fatto che Belle, anche quando si scontrava con i lupi, aveva raramente un'aria cattiva, Io, invece, volevo che lei mostrasse questo suo aspetto feroce e siamo riusciti ad ottenerlo inchiodando un osso su un'asse di legno che, in qualche modo, le sventolavamo davanti portandola ad aprire le fauci. Sono stati molto bravi gli addestratori.

Nel primo film Sébastien era più solitario e schivo, mentre qui si apre, sta crescendo...
Félix Bossuet: Con la ragazzina ho sentito continua seduzione, ma era difficile scambiare sguardi quando mi teneva per mano.
Christian Duguay: È più complicato spiegarla che girarla (ride).

Che rapporto si è instaurato sul set tra la troupe e i cani utilizzati?
Christian Duguay: Credo che l'intensità che il film possiede sia stata possibile grazie a una straordinaria collaborazione. Félix ha portato il film sulle sue spalle, ma senza il talento, la generosità, la dedizione quotidianamente dimostrata da Thierry nel sostenerlo e nel diffondere questa sua presenza di figura paterna ideale, la riuscita non sarebbe stata possibile. Abbiamo lavorato con quattro cani e, regolarmente, capitava che uno di loro scappasse mentre si girava una scena, quindi bisognava interrompere, andare a recuperarlo e riprendere il ciak esattamente con lo stesso grado di intensità di emozione. Ed è stata proprio la generosità di Thierry a permettere di aiutare Félix a far ripartire il diapason proprio sulla nota che avevamo lasciato.

Quali sono state le difficoltà ha incontrato Félix nel girare questo film?
Félix Bossuet: Le difficoltà principali sono state quelle della scena dell'incendio con il cane, che aveva a sua volta delle difficoltà. Per quanto riguarda me, ricordo che sentivo il calore del fuoco, ma, al tempo stesso, dovevo rimanere nei panni del personaggio per continuare a mostrare le emozioni richieste dalla scena.
Christian Duguay: Preciso che nessun animale o essere umano è stato maltrattato o ferito sul set. Nella scena dell'incendio, ovviamente, c'erano dei focolai, ma erano assolutamente sotto controllo, senza nessun tipo di scintilla o pericolo. Contrariamente, nel primo film Félix ha dovuto sopportare molto il freddo.

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