Intervista Beautiful Creatures

Incontro con le autrici di Beautiful Creatures... la nuova saga fantasy?

Intervista Beautiful Creatures
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Chiusa una saga, se ne apre un'altra. O almeno questa è la speranza delle case di produzione che sono ormai tutte in corsa per nominare il successore ufficiale di Twilight. Un compito difficile, soprattutto perché, proprio in conseguenza al successo dei libri scritti da Stephenie Meyer, di saghe urban fantasy in questi ultimi anni ne sono state pubblicate davvero tante. Molte sono ormai quasi pronte per il loro debutto sul grande schermo e, in occasione della giornata dedicata a Twilight presso Casa Alice durante il Festival Internazionale del film di Roma, Eagles Pictures ha colto l'occasione per presentare Beautiful Creatures, prossimo esperimento cinematografico young adult diretto da Richard LaGravenese, con la presenza nel cast di attori del calibro di Jeremy Irons (si, va bene, era anche in Eragorn e quindi non basta il suo nome per garantire su un film fantasy), Emma Thompson e Viola Davis. Per parlarci del progetto sono arrivate in Italia Kami Garcia e Margaret Stohl, autrici del romanzo La Sedicesima Luna (edito in Italia da Mondadori), primo capitolo della serie The Caster Chronicles, composta da quattro volumi. Disponibili, senza grandi pretese, sempre sorridenti non si sono lasciate scappare l'occasione di chiacchierare molto tranquillamente sul loro progetto e di come, all'improvviso, si sono reinventate scrittrici.

Chiacchierando...

Ecco un breve estratto dell'intervista con le due autrici della saga. Il filmato appartiene al sito Fantasyevents.it e alla sua autrice Patricia Locche che ce lo ha gentilmente concesso.

La magia (non) è un caso

Com'è nata l'idea della saga?
KG:
Tutto è nato da una conversazione con le nostre famiglie e sul tipo di libro che ci sarebbe piaciuto leggere. Tutto quello che volevano, e che non avevano ancora trovato, erano delle ragazze molto forti e che ci fosse l'elemento soprannaturale; che fosse ambientato in un posto specifico (e che quindi non potesse avvenire ovunque) e che non ci fosse traccia dei vampiri (basta!). Amavano Twilight ma volevano qualcosa di nuovo. Non siamo delle scrittrici: io sono un'insegnante e Margaret per molti anni ha lavorato nel mondo dei videogiochi, ma dopo un po' abbiamo semplicemente iniziato a scrivere, a mettere insieme le idee e a chiacchierare davvero molto.

Nessuna delle due nasce come scrittrice: come vi siete trovate in questo ruolo?
MS:
È molto importante imparare a scrivere una cosa che hai cominciato, riuscire a portarla a termine. Non avevamo la minima idea di come si scrivesse un libro. Abbiamo imparato che è molto importante sapere esattamente per chi lo stai scrivendo. Così abbiamo preso come punto di riferimento i nostri figli: raccontavamo loro un sacco di storie e loro ci chiedevano continuamente cosa sarebbe successo dopo, questo ci ha dimostrato che la storia poteva funzionare. La parte più difficile di questo progetto è stato dover dimostrare a mia figlia che potevo scrivere un libro.
KG: Con il secondo libro poi le cose si sono fatte anche più difficili. Ormai avevamo dei lettori e non volevamo deluderli. I sequel sono sempre molto difficili.

Siete l'una l'editor dell'altra: vi capita mai di dover cancellare o dire all'altra che una delle parti che ha scritto non va proprio bene?
KG:
No... ed è il bello di non avere una scrittrice professionista come collaboratrice. Eravamo piene di idee ma nessuna delle due aveva il tempo di fossilizzarsi su nulla. Non dobbiamo chiedere il permesso l'una dell'altra per scrivere, aggiungere o tagliare delle cose, è un continuo scambio e rimescolamento.
MS: Non sappiamo normalmente come si scrive un libro, perché non siamo mai state delle scrittrici. Il nostro metodo non riguarda il mio ego o il suo, ma solo quello delle persone a cui stiamo raccontando la storia.

Dopo il primo libro, com'è cambiato il vostro metodo di scrittura?
KG: Dal primo all'ultimo libro il nostro metodo non è mai cambiato. Siamo solo meglio preparate a gestire il tutto, ma continuiamo a lavorare allo stesso modo. Non usiamo nulla di particolare o costoso, ma classici editor di testo e comunichiamo tra di noi via mail. Tutto normalissimo.

Che tipo di emozione avete provato quando una major come la Warner Bros si è interessata al vostro libro?
MS:
Eravamo sorprese, non riuscivamo davvero a crederci. Molti libri vengono opzionati per un probabile film, ma poi questi non vengono mai realizzati.
KG: Non l'abbiamo mai presa troppo seriamente infatti. Ci siamo sempre concentrate solo sui libri e non ci abbiamo creduto fino al momento in cui ci hanno chiamate per dirci che stavano facendo i casting per i personaggi.

Avete partecipato al processo di adattamento del libro in sceneggiatura?
MS: Noi scriviamo molto: ogni libro è di circa 600 pagine. Non saremmo evidentemente capaci di scrivere qualcosa di più sintetico. Quando abbiamo visto la sceneggiatura la prima volta ci siamo chieste dove fossero finite tutte le parole. È tutto molto diverso, ma sapevamo che l'adattamento di un libro come il nostro chiedeva dei cambiamenti. Ci siamo semplicemente fidate del regista.
KG: Siamo eccitatissime e non vediamo l'ora di vederlo. Ma mentre i libri sono una nostra creazione, il film è una creatura di Richard. In più non tutto quello che abbiamo scritto avrebbe funzionato in un film.
MS: Lui ha lavorato alla sceneggiatura mentre noi stavamo ancora scrivendo il libro e non è mai venuto da noi a chiederci di inserire nel libro qualcosa che lui voleva assolutamente nel film.
KG: Non saremmo nemmeno state capaci di scrivere una sceneggiatura. Non abbiamo mai pensato, nemmeno per un minuto, di poterlo fare. Entrambe, per esempio, abbiamo una nuova serie in uscita e nessuna delle due è interessata alla possibilità di scriverne lo script. Sono una scrittrice e sono felice del modo in cui ci coinvolgono. Richard ovviamente sa cosa fa.

Come trovate il casting dei personaggi? Siete d'accordo con le scelte che sono state fatte?
MS:
Noi in realtà volevamo lamentarci per la scelta di Jeremy Irons ed Emma Thompson. Ci sono troppi premi Oscar in questo film! (ride)
KG: Ci hanno detto fin da subito che stavano cercando degli attori giovani che non avessero fatto già fatto milioni di film.
MS: Per i protagonisti volevamo qualcuno di nuovo e fresco, che lo spettatore potesse identificare con i nostri personaggi e non rimandarlo ad altri.
KG: Il casting è stato fatto benissimo. Sono tutti degli ottimi attori. Alice e Alden sono fantastici insieme: c'è una grande chimica tra loro e sono molto simili ai nostri personaggi.

Il mondo e le tradizioni di Gatlin vengono dalla vostra esperienza personale?
KG: La mia famiglia è del sud e Margaret ha studiato molto all'università tutto ciò che concerne le tradizioni mistiche di quella terra. Non abbiamo inventato molto, anzi abbiamo usato cose reali. Abbiamo creato un mondo in cui la magia viene fuori naturalmente, ma ci siamo chieste da dove venissero questi poteri. Sapevamo molto più di quello che ci serviva per il libro, anche perché siamo delle grandi lettrici di fantasy.
MS: Volevamo anche scrivere qualcosa di diverso e pensavamo che il sud fosse un territorio sottovalutato.

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