Anteprima Wall-E

Andrew Stanton, regista premio Oscar per il lungometraggio animato del 2003 Alla ricerca di Nemo, porta al cinema una storia fantascientifica di poche parole ma grande significato: Wall-E.

Anteprima Wall-E
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Il dramma della solitudine..

Uscita al cinema il 27 giugno negli Stati Uniti, la nuova co-produzione targata Disney e Pixar è attesa al debutto italiano il 17 ottobre. La regia di Wall-E, questo il titolo del nuovo venuto, è affidata ad Andrew Stanton, regista premio Oscar per il lungometraggio animato del 2003 Alla ricerca di Nemo. Similitudini con il famoso pesciolino di mare, però, non ce ne sono affatto. Wall-E rappresenta un progetto per certi versi atipico, il cui tribolato sviluppo ha inizio addirittura più di 10 anni fa, a seguito del completamento del pluripremiato Toy Story. Il primo abbozzo è quindi piuttosto datato, ma è stato preso in seria considerazione solo recentemente, in virtù dell’avanzamento tecnico raggiunto dalla computer grafica, necessario per l'elaborazione di un film che trova ben pochi antecedenti a cui ispirarsi. Essendo ambientato in un pianeta decaduto e totalmente disabitato, solcato solo dall’unità Wall-E (una specie di robot netturbino) rimasta erroneamente attivata, la prima metà dell’opera è completamente muta: il pianeta è, infatti, divenuto una immensa discarica, inutilmente ordinata dalla routine giornaliera di Wall-E che, imperterrito, compie il compito per cui è stato programmato dall’uomo, ormai fuggito per vivere su una stazione spaziale. I suoni elettronici ed ambientali, affidati ad un grande esperto del settore quale Ben Burtt, premio Oscar per gli effetti sonori di Star Wars, uniti alle musiche che accompagnano la vicenda rivestono un ruolo fondamentale, data la totale assenza di dialoghi. E gioca un ruolo altresì importante anche la caratterizzazione fisica del robottino, che antropomorfo non è, ma del quale è stato necessario creare anche un profilo umano relativo soprattutto alle espressioni, unico mezzo con il quale vengono trasmesse le sue emozioni al pubblico. Nonostante sia un robot, Wall-E vive per più di 700 anni a contatto con oggetti, seppur scarti, provenienti dall’universo umano. E’ inevitabile, quindi, che con il tempo esso assimili alcuni tratti caratteristici dell’uomo, come appunto un profilo psicologico personale. A tal proposito è stata fondamentale la scoperta di un vecchio film realmente esistito, Hello, Dolly!, un musical del 1969 con Barbara Streisand: al termine di ogni giornata lavorativa, Wall-E si siede e osserva l'agire umano registrato in quel video. Impara cosa siano i sentimenti, un tempo caratteristica unica del homo sapiens sapiens, e comincia, soprattutto, a provarli in prima persona.

.. e le speranze dell'amore.

La solutidine rimane, in ogni caso, l’unica compagna di Wall-E. Il fatto che sia ancora attivo e che lavori ogni giorno è, infatti, una tragica fatalità. Tutte le unità simili, inviate sulla terra secoli prima per ripulire il pianeta, sono state disattivate e ritirate dagli uomini, data l’irrecuperabilità del pianeta Terra, sommerso di rifiuti di ogni genere. Per errore, Wall-E è rimasto solo per così tanto tempo che quando, incredibilmente, un razzo atterra sul corpo celeste, la realtà gli appare ancor più surreale: mai si sarebbe aspettato che dal razzo saltasse fuori una creatura di tale bellezza, un robot chiamato Eve, di cui Wall-E si innamora a prima vista. Non gli pare vero che, finalmente, possa dimostrare il suo amore, conosciuto e implementato nel suo essere grazie alle tanti visioni di Hello, Dolly!. Dal canto suo, Eve non sembra particolarmente interessata, ad eccezione del lavoro per il quale è stata programmata: controllare se sulla Terra ci sia ancora traccia di vita. Trovata casualmente una piantina cresciuta, appunto, sul pianeta, la sua mansione può dirsi espletata: un razzo è pronto per riportarla sulla stazione spaziale, dagli uomini che l’hanno creata, per far analizzare i dati raccolti. Ma Wall-E questa volta è deciso a non rimanere da solo mai più. Aggrappato al razzo, viene spedito anch’egli attraverso lo spazio verso nuove avventure.

Impatto con il pubblico.

Wall-E si presenta davvero bene agli occhi degli spettatori di ogni età. Wall-E rappresenta davvero una ventata d'arioa fresca per l’animazione, a volte troppo ancorata a facili clichè. Per alcune scelte stilistiche e tematiche, l’opera diretta da Andrew Stanton si rifà ad alcuni classici del passato come 2001: Odissea nello Spazio o lo stesso Star Wars, già citato nel corso dell’articolo. Il robottino Wall-E ricorda vagamente il poliedrico R2-D2 della saga di George Lucas, anche in virtù del fatto che la stessa persona cura il versante sonoro di entrambe le creature cibernetiche.
E’ difficile ricondurre Wall-E ad una semplice storia di robot ideata per l’intrattenimento, soprattuto dei bambini. Il film si snoda attraverso tematiche estremamente serie, affrontate in maniera anche piuttosto esplicita, generando negli Stati Uniti non poche polemiche dopo le prime proiezioni. Sebbene il valore educativo intrinseco della tragedia ambientale non sia messo in discussione da molti, l’alone dispregiativo che, invece, pervade la tematica dell’obesità, particolarmente sentita negli States, ha fatto risentire non pochi spettatori. Sulla stazione spaziale Axium, dove l’umanità si è rifugiata dopo aver praticamente distrutto il proprio pianeta, le persone si sono date al consumismo sfrenato. La vita è diventata talmente agiata per ogni abitante che, pian piano, i muscoli si sono atrofizzati a tal punto da costringere all’immobilità ed alla conseguente obesità. Il film è stato rivisto ed edulcorato sotto questo aspetto, prima di essere fruibile dal grande pubblico. Ma la critica a determinati aspetti della vita contemporanea rimane decisamente esplicita.

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