Anteprima The Bourne Legacy

Vi raccontiamo le nostre impressioni sulle prime scene di The Bourne Legacy

Anteprima The Bourne Legacy
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“Jason Bourne era solo la punta dell'iceberg” recita una battuta del trailer di The Bourne Legacy, quarto capitolo del fortunato franchise sulla superspia in cerca della verità sul suo passato.
E del resto, anche la tagline del film è un significativo “Non ce n'è mai stato uno solo”. Significativo, già, perché sta ad indicare due cose: che anche senza Matt Damon la saga va avanti, mostrando altri pezzi di un puzzle più grande del previsto, e che questi “pezzi” possono essere rappresentati da una miriade di persone, schegge impazzite in un meccanismo che ha perso il suo equilibrio e ora non ha altra alternativa che (auto)distruggersi, in un modo o nell'altro.
Confusi? Non dovete: in realtà è tutto molto semplice.
Per mostrarci di che pasta è fatto Legacy, in previsione sia dell'incontro che avremo settimana prossima con il cast a Roma che dell'uscita sugli schermi italiani il 14 settembre, Universal ci ha invitato a visionare un lungo montaggio di scene non definitive tratte dal film, di cui ora vi parliamo, senza, naturalmente, togliervi il gusto della sorpresa per quanto riguarda i plot twist.

Le azioni e le dichiarazioni di Jason Bourne nei precedenti tre film (Identity, Supremacy e Ultimatum) hanno infatti avuto conseguenze di grande rilievo, tanto che il progetto di cui faceva parte è stato destinato dai “piani alti” alla cancellazione. Tutti i super agenti che, come Bourne, hanno fatto parte del progetto, devono essere terminati, e con loro anche gran parte dello staff medico-scientifico che se n'è occupato. Il risultato? Come se il programma non fosse mai esistito.
Ma qualcosa va storto. Al Colonnello Ric Byer (Edward Norton), determinata spia dalle emozioni congelate per dovere, sfugge di mano l'eliminazione di Aaron Cross (Jeremy Renner), che intuito il piano generale dell'eliminazione, comincia una rocambolesca fuga dai suoi stessi commilitoni, finendo per salvare la vita (per motivazioni strettamente utilitaristiche) alla dottoressa Marta Shearing (il premio Oscar Rachel Weisz) con cui scenderà a patti pur di andare fino in fondo alla storia. Sempre se un finale sia possibile...

All'adrenalico trailer sono seguite alcune scene, non definitive nel montaggio, negli effetti e nella colonna sonora, anche se era chiaro come il risultato finale fosse assai vicino, vista la cura nei particolari che già si poteva, fortunatamente, notare.
All'inizio prendiamo confidenza con i personaggi di Byer e di Cross, che naturalmente condividono un passato comune: in un flashback vediamo come Byer avesse dato utili consigli a Cross su come non perdere la concentrazione sulla missione in favore di remore morali 'dannose': gli agenti sono dei “mangiapeccati” che fanno quel che va fatto per mantenere la 'purezza' della visione d'insieme.
Già da questo possiamo notare come il personaggio -graniticamente interpretato da un Norton in ottima forma- di Byer non sia un “cattivo” senza scrupoli, ma un uomo che si attiene ad una, seppur contorta, morale. Di Cross, invece, riusciamo a scoprire ben poco, se non la sua incredibile preparazione tecnico/atletica e la sua straordinaria capacità pratica di fronteggiare le emergenze.
Braccato su di una montagna innevata non solo dai razzi dell'Agenzia ma anche da un branco di lupi, faticherà non poco per scappare.
Lo vediamo, in seguito, accorrere in soccorso della dottoressa Shearing, minacciata da alcuni sicari, in cerca di alcuni medicinali sperimentali di cui ha bisogno. Infine, l'ultima scena che ci viene mostrata è un rocambolesco inseguimento per le strade di Manila, in gran parte in motocicletta, con la partecipazione di un killer e della polizia locale. Inutile dire che, come da copione, la scena sarà assolutamente adrenalica e spettacolare.

Spettacolarità che è sempre stata un marchio di fabbrica della serie, d'altronde, che proprio nelle sue fughe e inseguimenti trova uno dei punti di forza, a intervallare una trama densa di giochi spionistici e tensione sempre costante. In questo, The Bourne Legacy non sembra da meno rispetto ai suoi predecessori, offrendo spettacolo in maniera certamente poco 'composta' ma mai esagerata, nonostante la lunghezza e la complessità di molti stunt.
Interessante, ad ogni modo, il punto di vista della vicenda: la mancanza di Bourne, che si pensava avrebbe distrutto il franchise, l'ha di contro arricchito, merito di sagge scelte di sceneggiatura che, tuttavia, dobbiamo ancora scoprire nella sua interezza. Fa piacere, comunque, ritrovare una grande professionista come la Weisz, e soprattutto notare un Renner in continua crescita, molto più convincente qui di quanto non fosse nei recenti The Avengers e Mission: Impossible - Protocollo Fantasma, dove pure recitava in ruoli tutto sommato simili.
Staremo a vedere: per ora l'operazione promette bene.
Non perdete, la prossima settimana, le nostre interviste esclusive a Jeremy Renner ed Edward Norton!

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