Anteprima Star Trek: Into Darkness al Florence Fantastic

Abbiamo partecipato all'anteprima fiorentina del nuovo Star Trek: ecco il resoconto e le speculazioni!

Anteprima Star Trek: Into Darkness al Florence Fantastic
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Tra orecchie vulcaniane, tricorder e divise della Federazione abbiamo assistito nuovamente ad una anteprima di trenta minuti di Into Darkness - Star Trek di J.J. Abrams al Florence Fantastic Festival. Presentato da una breve introduzione video del regista, il materiale che abbiamo visto è lo stesso che era già stato mostrato alla stampa lo scorso mese di marzo, ma visto il grande sforzo degli organizzatori della rassegna fiorentina per avere questa anteprima (seguita dalla proiezione del primo episodio della serie TV) vogliamo darvi un nuovo punto di vista su ciò che abbiamo visto. Premettiamo che quello che hanno fatto vedere ci è stato segnalato come work in progress con effetti e montaggio ancora temporanei, ma l'aspetto era davvero eccezionale e se dovessero migliorare ancora di più la qualità degli effetti ci troveremo di fronte ad un capolavoro dell'effettistica digitale. La prima parte del film scorre in modo ottimale, lasciando completamente senza fiato e attaccati alla sedia. Quando sono finiti i primi 28 minuti ci siamo risvegliati da una trance che ha fatto scorrere il tempo in modo estremamente veloce. Ma vediamo nel dettaglio quello che abbiamo potuto assaporare in anteprima.

Fuga da Nibiru

Il nuovo capitolo della saga cinematografica di J.J. Abrams, reboot della serie creata da Gene Roddenberry nel 1966, continua da dove il primo episodio aveva lasciato: Kirk è il capitano della USS Enterprise e il signor Spock, il suo primo ufficiale. La prima scena inizia in media res, come il regista americano ci ha oramai abituato. In aperta contravvenzione alla Prima Direttiva - che non permette alcuna ingerenza da parte di una nave della Federazione sulle vite di popolazioni che ancora non hanno scoperto la propulsione a curvatura - l'equipaggio dell'Enterprise si trova sul pianeta di Classe M Nibiru pronti a evitare l'esplosione di un super-vulcano che porterebbe all'estinzione di tutta la vita del pianeta. Mentre Kirk e McCoy, dopo aver rubato un manufatto sacro agli indigeni per distogliere la loro attenzione dal vulcano, fuggono attraverso una foresta rossa inseguiti da alcuni uomini armati di lance, il signor Spock si cala all'interno con un verricello pronto a far detonare un congegno che stabilizzerà per sempre la camera magmatica del vulcano. Le cose si complicano quanto prima e Kirk si trova costretto a scegliere tra il mantenimento della furtività e la vita del suo primo ufficiale, decidendo ovviamente in favore di quest'ultima. Uscita dall'acqua in cui era stata nascosta, l'Enterprise si alza nei cieli del pianeta e dopo aver teletrasportato Spock a bordo si lancia nello spazio.

La scena che apre il film ricorda molto da vicino tanti episodi dell'universo di Star Trek, da quelli della serie originale fino ad alcuni delle innumerevoli serie collaterali nate negli anni, con una strizzata d'occhio all'ultima serie in ordine di tempo della saga: Star Trek - Enterprise. L'Enterprise si trova invisichiata in una missione in diretta contravvenzione con le leggi della Federazione, che Kirk difficilmente segue, e il primo contatto con una specie nativa di un pianeta sconosciuto si rivela presto fonte di guai per il suo equipaggio. I colori accesi della foresta, un abbagliante rosso rubino, sono in diretto contrasto con il bianco e giallo del popolo di Nibiru creando un mix di colori che dimostra la grande diversità rispetto al primo episodio che prendeva il via con gli oscuri interni dell'astronave del capitano Nero. La sequenza è stata presentata in 2D ma dalla tipologia di riprese si può immaginare quale sarà la qualità della stereoscopia del film che promette di lasciare letteralmente a bocca aperta. Sono numerose le inquadrature che presentano un'innata profondità di campo che verrà acuita dall'uso delle tre dimensioni.

La Terra del Futuro

Abbandonato Nibiru a velocità curvatura appare il titolo di testa e la scena si sposta sulla Terra, a Londra in particolare, data stellare 2259.55. Questa è la prima indicazione temporale che ci viene fornita e pone le avventure di questo secondo capitolo a solo un anno di distanza dal precedente. Il capitano Kirk si trova a letto con due affascinanti aliene munite di coda, è passato un anno ma il nostro è sempre un casanova, e viene improvvisamente richiamato al quartier generale. Il suo eccitamento non si contiene visto che crede che gli sarà affidata una missione di cinque anni di esplorazione dello spazio profondo, la classica missione della serie originale che ha portato l'Enteprise “là dove nessun uomo è mai stato prima”. Purtroppo così non è e Kirk si vede tolto il comando dell'astronave a causa di un rapporto del troppo zelante Spock. Il comando viene riassegnato a Christopher Pike, che con la sua influenza riesce a farsi assegnare Kirk come primo ufficiale. Il signor Spock viene quindi assegnato ad un'altra nave.

Il clima che si respira è quello della serie classica e della parte finale del primo film di Abrams. I toni virano molto sulla commedia presentando il contrasto tra l'entusiasta e ribelle Kirk con il freddo e logico Spock, che però dimostra il suo lato più umano facendo infuriare Pike con alcune “logiche” battute.

Nel frattempo assistiamo al dramma di un padre costretto a vedere la propria figlia morire, fino al momento in cui appare un misterioso personaggio che dice “Io posso salvarla”. In tutta risposta l'uomo controbbatte con la domanda che tutti ci poniamo: “Chi sei tu?”. L'uomo è John Harrison, interpretato da Benedict Cumberbatch (ultimamente asceso alla notorietà per essere il protagonista del bel serial Sherlock), un ex-ufficiale che si è ritorto contro la stessa Federazione per motivi ancora misteriosi. Dopo aver dato al padre della bambina una fiala del proprio sangue per curare la sua malattia, Harrison scompare. Il padre di famiglia invece si vede costretto a far esplodere una bomba all'interno dell'archivio della Federazione mietendo diverse vittime e facendo sì che i capitani di tutte le navi della flotta in porto sulla Terra si riuniscano in una singola stanza. La trappola perfetta, come Kirk riesce presto a dedurre. Harrison appare così alla guida di una navetta d'assalto aprendo il fuoco sui comandanti, mietendo diverse vittime. La prontezza di riflessi di Kirk riesce però a distruggere la navetta grazie ad una bocchetta antincendio lanciata nel reattore della navetta che esplode, non prima che Harrison venga teletrasportato al di fuori di essa, dimostrando come non sia solo, nel suo piano di vendetta contro la Federazione.

Com'è la Terra del Futuro immaginata da J.J. Abrams? Un mondo pacifico e tranquillo, ultra-tecnologico, ricoperto di grattacieli, nel quale la popolazione vive ignara di una minaccia che striscia all'orizzonte pronta a mietere le prime vittime con un attacco terroristico. Visivamente spettacolare, la Londra del futuro è luminosa e solare e le inquadrature utilizzate dimostrano ancora una volta come la stereoscopia potrà aggiungere quel tocco in più per rendere questo mondo del futuro assolutamente mozzafiato. La prima apparizione di Cumberbatch è grandiosa e sebbene l'attore pronunci due sole battute questi sprizza carisma da ogni poro. Non possiamo dire nulla sul doppiaggio visto che l'anteprima era in inglese e quindi non sappiamo come sarà la resa della voce del doppiatore Simone D’andrea (doppiatore tra l'altro di Colin Farrel, Cillian Murphy e Channing Tatum: qui la sua voce). Nulla togliendo alla bravura del doppiatore milanese, la sua voce non è certo profonda e cavernosa come quella di Cumberbatch, attore che il doppiaggio italiano non è riuscito a rendere al meglio nemmeno in Sherlock dove è stato doppiato da Francesco Pezzulli e Giorgio Borghetti. Staremo a vedere.

L'Enterprise in fiamme e la fuga di Harrison

In sala sono state mostrate altre due scene prese da una fase più avanzata della pellicola: in una vediamo l'Enterprise in fiamme in caduta libera verso la Terra con Spock sul ponte di comando mentre Kirk e Scotty corrono verso la sala motori per rimetterli in funzione e salvare la nave. Nell'altra invece vediamo l'Enterprise schiantarsi al suolo distruggendo la prigione di Alcatraz: siamo quindi a San Francisco, mentre Harrison si teletrasporta la suolo inseguito poco dopo da Spock armato di phaser. Inizia così un adrenalinico inseguimento tra le strade della città che finisce a bordo di due grossi mezzi volanti mentre Spock si lancia nel vuoto per tentare di catturare il fuggitivo.

Sei minuti di pura azione che dimostrano ancora una volta la grande capacità di Abrams nel suo ruolo di regista e l'enorme qualità artistica delle scenografie terrestri. Ci sono una miriade di piccoli dettagli che saltano all'occhio e che permettono all'ambiente di diventare vivo e parte integrante del mondo creato dal regista statunitense. Sebbene lo stile di ripresa sia quello classico da film d'azione, le scene sono molto più luminose e caratterizzate da colori più forti rispetto a quelle del primo episodio ambientandosi, per quello che abbiamo visto, prevalentemente di giorno e in piena luce. Tirando le conclusioni dal poco che abbiamo visto non possiamo far altro che attendere con trepidazione il film che uscirà nelle sale il prossimo 13 giugno. L'azione e la spettacolarità faranno da contraltare ad una scrittura intelligente che dimostra ancora una volta il talento di due autori come Alex Kurtzman e Roberto Orci, affiancati questa volta da Damon Lindelof, capaci di rendere al meglio il rapporto storico tra due dei personaggi più iconografici della storia della fantascienza, il capitano Kirk e il signor Spock.

Chi è John Harrison?

ATTENZIONE, QUESTA SEZIONE PUÒ CONTENERE SPOILER!

La domanda fatidica che continua ad assillare molti dei fan della serie è se il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch sia in realtà il villain conosciuto con il nome di Kahn Noonien Singh. La risposta non ce l'abbiamo e l'intelligente campagna pubblicitaria del film di Abrams ha continuamente cambiato le carte in tavola. Nell'anteprima che abbiamo visto però appare un dettaglio che punta nuovamente l'attenzione sull'identità del villain: il suo sangue riesce a curare le malattie. Unito al fatto che John Harrison fa parte, o ha fatto parte, della Flotta della Federazione, anche se non sappiamo in che modo, questo dettaglio ci fa tornare nuovamente alla mente il personaggio apparso per la prima volta nel ventiduesimo episodio della prima stagione, Space Seed (Spazio profondo), Khan. L'uomo è il derivato di esperimenti genetici operati negli anni Sessanta del ventesimo secolo in seguito al progetto Crisalide che portò alle Guerre Eugenetiche tra il 1992 e il 1996 (anni dell'universo originale di Star Trek, naturalmente.). In quegli anni Kahn e i suoi “Potenziati” operano principalmente con atti di terrorismo fomentando guerre civili e arrivando a creare il Gran Khanato di Chandigarh in India. Da ciò che abbiamo visto anche il personaggio di John Harrison utilizza atti di terrorismo nel suo misterioso piano, è aiutato dall'equipaggio della USS Vengeance e il fatto che il suo sangue riesca a curare le malattie ci fa pensare che sia il risultato di alcuni esperimenti genetici che possono averlo “potenziato”. Inoltre a favore di questa teoria in questo secondo capitolo appare il personaggio di Carol Marcus interpretato da Alice Eve, creatrice del progetto Genesis che appare proprio nel film Star Trek II: L'ira di Khan.
Infine, possiamo citare anche i casting call per il ruolo del villain prima che questo venisse affidato a Benedict Cumberbatch. Alla fine del 2011 per questo ruolo vennero contattai due attori latini: Benicio Del Toro ed Edgar Ramirez. Questo fece subito pensare a Khan poiché l'attore che lo interpretò sia nella serie classica che nel film del 1982 è stato il messicano Ricardo Montalbán. Con l'entrata nel cast di Cumberbatch i rumor cambiarono e si pensò al personaggio di Gary Mitchell, compagno di Accademia di Kirk e potente telepate, trasformatosi in entità semi-divina in seguito all'esposizione ad un potente campo di energia nel secondo episodio della serie, Where No Man Has Gone Before (Oltre la galassia), rumor che venne confermato da una dichiarazione di Karl Urban poi smentita.
Insomma il mistero rimane ma noi crediamo che sebbene ci siano buone possibilità che John Harrison possa non chiamarsi esplicitamente Kahn, il suo personaggio può aver preso alcuni elementi del “Potenziato” per poi riadattarli alle necessità della nuova saga. Una sorta di erede spirituale del personaggio di Ricardo Montalbán. Lo scopriremo tra meno di un mese quando anche noi potremo vedere il film sui nostri schermi.

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